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TRASPORTI KO

Intoppi al Brennero, riaperto da poco il Frejus e ora stop per tre mesi al Monte Bianco

Uggè (Fai): in difficoltà metà dell’economia del Paese, le Alpi diventano una barriera

Paolo Uggè

MILANO. È indispensabile porre con forza la questione dell’attraversamento delle Alpi, che altrimenti rischiano di trasformarsi in una barriera a tutto danno della competitività delle impese made in Italy: si pensi ai guai del Brennero, all’impossibilità di usare il Frejus per un lungo periodo e ora lo stop al traforo del Monte Bianco. Torna a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, della politica e delle istituzioni la Fai-Conftrasporto, organizzazione di categoria dell’autotrasporto. A farlo è lo storico leader dei camionisti, Paolo Uggè, denunciando che «al di là di qualche presa di posizione isolata, il mondo della rappresentanza del sistema produttivo resta in silenzio o, al massimo, si limita a qualche timido accenno».

Tutto nasce probabilmente da una notizia di attualità: la direttissima autostradale che, grazie a un lunghissimo traforo, passa sotto il Monte Bianco fra Courmayeur e Chamonix mettendo in comunicazione Italia e Francia (ma anche, lì vicino, la zona ovest del territorio svizzero) è stato chiuso ieri lunedì 1° settembre e resterà off limits per più di tre mesi, fino a poco prima di Natale. Riaprirà il 12 dicembre perché c’è da rifare due zone della volta del traforo in un tratto lungo poco più di 250 metri, il bis rispetto ad un altro stop per altri tre mesi e passa nell’autunno dello scorso anno. Risultato: i camion dovranno arrangiarsi a passare soprattutto dal Frejus, le auto idem o anche dal Gran San Bernardo.

Ingresso traforo Monte Bianco

Occhi puntati sulla convenzione/conferenza delle Alpi, cioè l’”alleanza” con cui i paesi dell’arco alpino fin dalla seconda metà degli anni ’90 e l’inizio del decennio successivo si sono dati per discutere in modo organico e comune della gestione del territorio, a cominciare dalle ricchezze ma anche dei problemi.

A giudizio di Uggè, il governo «deve intervenire con urgenza: possibile che non ci si renda conto che i continui blocchi alle vie di uscita delle merci dal Paese finiranno per rallentare la crescita, ridurre la competitività delle imprese italiane e mettere a rischio una quota significativa del prodotto nazionale?».

Interno traforo Monte Bianco

Il  presidente di Fai-Conftrasporto unisce i puntini e segnala che, «dopo la lunga chiusura del Frejus, ora tocca al Monte Bianco: non serve molta fantasia per pensare che non si tratti solo di coincidenze». Dietro queste dichiarazioni sembra di intuire un retropensiero: nella competizione sempre meno “amichevole” che contraddistingue i rapporti fra gli stati nazionali anche all’interno del Vecchio Continente, c’è il rischio che trasformare le Alpi in una barriera logistica divenga una strategia nella concorrenza sul fronte dell’export.

Per Uggè delle due l’una: o il governo si dà una mossa e interviene rapidamente o «l’Italia rischia seri problemi: con il Brennero da una parte e il Bianco dall’altra, si mette in difficoltà circa il 50% dell’economia nazionale».

Pubblicato il
2 Settembre 2025

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