Difesa, spazio e cybersicurezza: la concorrenza non è più solo sul ring del mercato
Conclave fra ministri, commissari Ue, grandi gruppi industriali e eurodeputati

Da sinistra: il commissario europeo Andrius Kubilius (con le deleghe a difesa e spazio) e il ministro italiano Antonio Tajani (esteri)
ROMA. Con gli scossoni geopolitici e le guerre che infiammano tante zone del mondo, inutile dire che l’attenzione alla difesa torna al centro del dibattito. Li hanno ribattezzati ufficialmente “stati generali” come ogni volta che si vuol dare l’idea di una discussione approfondita che riparte daccapo: stavolta riguardano «difesa, spazio e cybersicurezza», li mettono in cartellone il Parlamento europeo e la Commissione europea, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea e la Regione Lazio.
Appuntamento in agenda a Frascati (Roma) al Centro Esrin-Esa Frascati il 12 settembre a partire dalle 9,30 con un secondo round nel pomeriggio fino alle 17. Con un commissario europeo come Andrius Kubilius (difesa e spazio), una sfilata di ministri come Matteo Piantedosi (interni), Antonio Tajani (esteri), Adolfo Urso (imprese e made in Italy) o sottosegretari come Matteo Perego di Cremnago (difesa), militari di alto livello come Giuseppe Cavo Dragone (Comitato militare Nato) e Antonio Conserva (capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare), supertecnici come Josef Aschbacher (alla guida dell’Agenzia Spaziale Europea) e il suo omologo italiana Teodoro Valente, “007” di rango come Bruno Frattasi (Agenzia Cyber-sicurezza nazionale) e Vittorio Rizzi (al timone del Dis, servizi segreti italiani), un gruppo di amministratori delegati di realtà strategiche come Roberto Cingolani (Leonardo), Alessandro Ercolani (Rheinmetall) e Pierroberto Folgiero (Fincantieri), solo per citarne alcuni.
È una chiamata a raccolta delle forze europee (folta è la rappresentanza bipartisan degli eurodeputati fino a Antonella Sberna, vicepresidente): l’Ufficio di collegamento in Italia dell’Europarlamento non usa questi termini per annunciare l’iniziativa ma è solo una questione di galateo. In ballo è un obiettivo: più investimenti sul fronte militare.Del resto, lo dicono gli stessi promotori: «L’evento è un’occasione di confronto tra decisori europei e nazionali e l’industria europea».
«In un mondo sempre più instabile e polarizzato, con un fronte di regimi autoritari che punta ad indebolire le democrazie liberali, l’Europa – si afferma – deve unire le forze per far fronte a sfide senza precedenti e rafforzare la propria autonomia strategica. Occorrono maggiori investimenti per tutelare la sicurezza dei cittadini e delle imprese, puntando su tecnologie e settori chiave, come difesa, spazio e cyber sicurezza. Agire a livello europeo in questi settori rappresenta un forte valore aggiunto rispetto all’utilizzo dei soli bilanci nazionali. Gli investimenti europei favoriscono sinergie, economie di scala, interoperabilità e agglomerati industriali tra gli Stati membri Ue».
In questo caso, a quanto sembra di capire, il faro dell’attenzione è allargato alla dimensione dello spazio: è la nuova frontiera da esplorare per assumere il controllo delle operazioni. Presentando l’iniziativa, si mette l’accento sul fatto che «il libro bianco sulla difesa europea, il programma spaziale, il piano “Pronti per il 2030”, le nuove prospettive finanziarie post 2027 e l’aumento della spesa dei partner europei dell’Alleanza Atlantica devono servire a rafforzare l’indipendenza europea».
Si sta parlando – viene fatto rilevare – di «fondi essenziali non solo per rafforzare la difesa e la cyber sicurezza e per accrescere la capacità autonoma nel settore dello spazio, ma anche per stimolare la competitività, potenziando la nostra capacità di innovazione in settori strategici chiave e lo sviluppo e la protezione di infrastrutture critiche». Tradotto: la competizione concorrenziale non si gioca più nel recinto solo del mercato fra prezzi e qualità, della produttività come pure dell’innovazione di processo o di prodotto, adesso la concorrenza è anche nella capacità di difendersi dalle minacce, spesso spurie.

Il quartier generale del centro Esrin-Esa di Frascati