Leoncavallo, protesta a Milano «contro la città dei padroni»
L'immobiliarosta Catella: «Davvero è quella dei centri sociali la metropoli che vogliamo?»

L’occupazione simbolica di uno degli edifici al centro dell’inchiesta della Procura sull’urbanistica a Milano
MILANO. “Contro la città dei padroni”: così sta scritto nel maxi-striscione ha issato sul Pirellino a Milano, edificio ex comunale ora in mano al colosso immobiliare Coima. È il riassunto della contrapposizione che si è aperta nel cuore della metropoli lombarda che nelle stesse settimane è stata al centro sia dell’inchiesta giudiziaria sul “modello Milano” di gestione urbanistica sia dello sgombero del centro sociale Leoncavallo.
Lo striscione ha campeggiato su un lato del Pirellino per iniziativa di una parte dei manifestanti che di fatto hanno occupato simbolicamente l’area del cantiere: ««’Questo è un cantiere e oggi lo sequestriamo per il bene di questa metropoli», dicono i ragazzi dei centri sociali che chiedono il sequestro dei beni di quanti sono stati coinvolti nell’indagine della Procura, secondo quanto riportato da RaiNews.
In precedenza il corteo per protestare contro il blitz anti-Leoncavallo: la manifestazione dovrebbe concludersi in piazza Fontana, non è escluso che una parte di esso confluisca nel festival antirazzista dedicato al giovane Abdul Willy Guibre del quale si ricorda l’anniversario dell’assassinio a Milano nel 2008. Al corteo in favore del centro sociale sgomberato partecipano anche le “mamme antifasciste del Leoncavallo”: questo centro sociale «mette a disagio chi sta dalla parte della speculazione, dà fastidio che ci sia qualcuno che dice che le cose non ci stanno bene». Parlando con i cronisti, la portavoce del gruppo, Marina Boer, dice: «Il nostro corteo punta a chiedere spazi in una città come Milano, vuole ribadire la necessità di andare avanti». Lo slogan del corteo ripete: «Giù le mani dalla città».
Sulla vicenda interviene anche l’immobiliarista Manfredi Catella, che nell’inchiesta della Procura è stato prima messo ai domiciliari e ora non più. Prende la parola con una dichiarazione inviata agli organi di informazione: «Le manifestazioni violente con azioni illegali e occupazioni abusive da parte dei cortei formati dai centri sociali, con la partecipazione di rappresentanti di espressioni politiche, – queste le parole dell’imprenditore – rappresentano evidentemente la nuova proposta del cosiddetto modello Milano, che interpreta la democrazia urbanistica invocata da alcuni. L’opinione pubblica potrà scegliere se questa è la Milano che vogliamo».

Uno degli striscioni del corteo filo-Leoncavallo a Milano