Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti
SCIOPERO NAZIONALE

Giustizia, a Firenze la protesta dei precari che rischiano il posto

Il sindacato: a Livorno 40 addetti in bilico su un totale di 110

LIVORNO. Protestano i lavoratori precari del settore giustizia: oggi martedì 16 settembre è in programma lo sciopero nazionale dei circa 12mila precari del dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria assunti con i fondi del Pnrr per sostenere l’attività degli uffici giudiziari (operatori data-entry, funzionari tecnici e funzionari dell’Ufficio per il processo). Per avere una idea: Elisabetta Nesi, esponente della segreteria provinciale della Fp-Cgil labronica, ricorda che «in tutta la provincia di Livorno, su 110 addetti i precari sono 40».

È per questo che anche da Livorno così come dalle altre città si muoveranno gruppi di precari per andare a Firenze a prendere parte al presidio di protesta che si terrà dalle 10 alle 12 davanti al Nuovo Palazzo di Giustizia.

La scadenza dei contratti – viene sottolineato – è fissata al giugno 2026 ma al momento solo 3mila lavoratori hanno la garanzia di essere stabilizzati. «Tutto ciò è inaccettabile, non possiamo permetterci questo spreco di professionalità», dice Nesi: l’operatività dell’amministrazione giudiziaria «è messa in serio pericolo, anche alla luce del fatto che nel prossimo futuro sono previsti 5mila pensionamenti. Per questo motivo chiediamo la stabilizzazione di tutti i precari» perché «la giustizia ha bisogno di stabilità».

A livello nazionale dal quartier generale del sindacato Fp Cgil si ricorda che «negli ultimi tre anni i tempi medi per lo svolgimento di un processo penale si sono ridotti del 38%» e questo è stato possibile «anche grazie al lavoro di quanti nel 2022 sono stati assunti come precari con i fondi Pnrr proprio con l’obiettivo di velocizzare la giustizia italiana».

Secondo l’organizzazione di categoria della Cgil mancano 20mila addetti negli uffici dei Palazzi di giustizia: la carenza di personale viene stimata nell’ordine del 30% e «i carichi di lavoro impattano sui pochi presenti».

Pubblicato il
16 Settembre 2025

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio