Certificazioni fuori regola: sequestrate 20 tonnellate di polpi, seppie e filetti di pesce
A Livorno il blitz di Dogane e Guardia Costiera su un container dal Senegal
LIVORNO. Dentro il container c’erano venti tonnellate di polpo, seppie e filetti di pesci di varie specie, tutta merce congelata: valore 173mila euro, provenienza Senegal. I funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm) di Livorno e i militari della Guardia Costiera di Livorno li hanno sequestrati dopo che la dichiarazione doganale di importazione del carico era stata selezionata dal “circuito doganale di controllo” come passibile per un controllo delle merci.
La Guardia Costiera è stata chiamata in causa nell’operazione doganale per via delle proprie specifiche competenze in materia di controllo sulle attività di pesca. L’operazione congiunta – viene fatto rilevare – nasce dall’ormai consolidato rapporto di collaborazione tra le due istituzioni, Adm e Guardia Costiera, che ha come oggetto la tutela globale della risorsa ittica e la salute dei consumatori ed è stata diretta, nella circostanza, alla verifica della correttezza della certificazione di cattura e delle informazioni dei prodotti della pesca posti in vendita.
Nella fattispecie, vale la pena di mettere in risalto che «in tema di lotta alla pesca illegale, la stringente regolamentazione europea – viene segnalato da Dogane e Guardia Costiera – prevede che tutti i prodotti ittici provenienti da paesi extra-Unione Europea, prima di essere inseriti nel circuito commerciale di uno Stato membro, debbano essere sottoposti a una scrupolosa analisi della certificazione di cattura che attesti la legalità del pescato in conformità alle leggi internazionali, in mancanza della quale gli stessi sono banditi dal mercato europeo».
La direzione territoriale Toscana-Umbria dell’Agenzia Dogane e la Guardia Costiera di Livorno mettono in evidenza che «l’ingente quantitativo dichiarato nella documentazione di accompagnamento della merce come pescato in poche giornate non è risultato compatibile con le caratteristiche strutturali molto esigue dei pescherecci senegalesi indicati nella certificazione di cattura»: insomma, le informazioni sulla identità delle specie presenti sulle confezioni, destinate al mercato italiano, «non sono risultate autentiche».
Da parte delle autorità di controllo è stato indispensabile attivare, sotto il coordinamento degli uffici del ministero dell’agricoltura e della sovranità alimentare, «un peculiare strumento di cooperazione, la cosiddetta “mutual assistance”: in base alla normativa europea, prevede la cooperazione tra gli Stati membri e i Paesi terzi nel caso in cui ci siano dubbi sulla autenticità della certificazione di cattura e della documentazione di tracciabilità». In questo caso, visto che si «era accertata la non conformità della documentazione presentata agli uffici doganali è scattato il sequestro, la confisca e il successivo respingimento della merce in Senegal, paese esportatore»: all’importatore invece è stata comminata una sanzione amministrativa.
Agenzia Dogane e Guardia Costiera tengono a mettere in rilievo che «i controlli si confermano, ancora una volta, fondamentali per i presidi di sicurezza, qualità e conformità normativa del pesce importato in Italia e giunto – viene ribadito – nel porto di Livorno, punto cruciale di arrivo e smistamento dei prodotti ittici provenienti dall’estero, a tutela della sostenibilità delle attività di pesca e della sicurezza dei consumatori».