Le imprese toscane non si arrendono: il traino restano export e manifattura
Dossier Ifis: fatturato stabile grazie a capacità di guardare avanti e intelligenza artificiale
FIRENZE. L’annata ha ancora davanti a sé un trimestre e spiccioli ma le imprese hanno una idea di come finirà: e di fronte agli acquazzoni in vista per l’autunno, sanno di avere perlomeno l’ombrello. Le aziende toscane ritengono che il fatturato rimarrà «pressoché stabile» (meno 0,2% in Toscana contro una percentuale doppia, meno 0,4%, a livello nazionale). E questo, beninteso nonostante l’impatto del caro energia, delle materie prime e del costo del lavoro. Nonostante, soprattutto, l’effetto che possono avere i dazi Usa su una regione exportatrice che ha proprio negli Stati Uniti il mercato numero uno.
I numeri confermano la vocazione all’export: il 55% del campione di aziende toscane analizzate esporta parte della produzione («contro una media nazionale del 44%»). È da aggiungere che nell’annata 2024, l’ultima disponibile su dati rreali anziché stime, le esportazioni hanno registrato un più 13,6%: e questa è una performance nettamente migliore della media tanto del Centro Italia (più 4,0%) che del Bel Paese nel suo complesso (meno 0,4%).
Il dossier di Banca Ifis: parla Andrea Berna
Dunque, non sarà un’annata da Champions League ma ce la stiamo cavando: anche in mezzo a tutte le difficoltà che il contesto pianta fra le gambe del sistema produttivo un giorno dopo l’altro. La “fotografia” è quella che ha scattato Andrea Berna, responsabile commercial banking di Banca Ifis, nel corso di “Innovation Days Toscana”, la tappa fiorentina del roadshow del “Sole 24 Ore” organizzato con Confindustria. Appuntamento al Palazzo degli Affari di Firenze per un evento che ha messo in agenda anche i temi di intelligenza artificiale, energia “verde”, divario di genere e internazionalizzazione, con la partecipazione di istituzioni, imprese e rappresentanti del mondo accademico.
A trainare il sistema – dice il report – restano ancora la meccanica e la tecnologia (oltre un punto in più di fatturato), invece sono in affanno sul fronte incandescente della congiuntura internazionale settori storici come moda e settore auto.
Il dossier presentato all’iniziativa fiorentina di “Sole 24 Ore” e Confindustria dice che il mondo delle aziende toscane non è una “morta gora”, una palude stagnante: al contrario, risulta «vivace anche il mercato delle operazioni straordinarie», cioè quelle iniziative che mutano radicalmente l’identikit dell’impresa. Berna dice che sono «89 quelle registrate in Regione lo scorso anno, pari al 7% del totale nazionale». Di più: «Il 5% delle imprese toscane dichiara inoltre di voler acquisire nuovi business, con una maggiore propensione delle medie imprese e una disponibilità ad aprire il capitale a terzi nel 36% dei casi».
Abbiamo notato che il fatturato viene previsto come sostanzialmente stabile: se questa è l’aspettativa – anziché quella di una Caporetto più o meno imminente – è per via della capacità di reagire (e della voglia di non arrendersi di fronte a una libecciata). Vengono indicati tre fattori:
- la propensione all’innovazione;
- la capacità di adattarsi nei mercati esteri;
- l’apertura a nuovi ambiti come l’implementazione dell’intelligenza artificiale nei processi produttivi.
Al tirar delle somme, salta fuori che «la Toscana si conferma uno dei motori dell’economia italiana grazie alla solidità della manifattura e alla forte propensione all’export».
Giani: la sfida è innovare ma anche aggregare
Dalla tribuna di “Innovation Days Toscana” parla anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: «Il 93% delle imprese toscane – afferma – sono piccole e medie imprese: la sfida della reindustrializzazione passa quindi dalla capacità di crescere in dimensione, ma soprattutto dall’innovazione, dai processi di digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale».
Giani mette in rilievo il ruolo dei distretti industriali studiati dall’economista Giacomo Becattini: hanno rappresentato un modello vincente per il territorio, ma adesso – ribadisce – c’è la necessità di sostenere le imprese verso economie di scala in grado di reggere i mercati internazionali. «Accanto all’innovazione delle aziende è fondamentale anche la facilitazione digitale per i cittadini: in Toscana abbiamo attivato 169 punti dedicati, reso gratuito lo Spid negli Uffici regionali per le relazioni con il pubblico (Urp) e creato Metis Toscana, società interna per l’innovazione tecnologica». I progressi sono già realtà: per dirne una, nella sanità il 20% delle prestazioni passa ora dal portale online. Lo ripete rimarcando il duplice fronte per la pubblica amministrazione: da un lato, supportare le imprese nell’innovazione; dall’altro, garantire inclusione digitale ai cittadini».
L’assessora: il futuro è già presente
C’è un passaggio da comprendere: il futuro è già qui che bussa alla porta, parola dell’assessora fiorentina Laura Sparavigna, che nella squadra di Palazzo Vecchio si occupa di innovazione e smart city: «L’intelligenza artificiale non è più un concetto astratto, ma una realtà che permea già la nostra vita quotidiana, dai frigoriferi ai termostati, dai computer agli elettrodomestici». Come dire: il punto non è se c’è qui e ora ma se ne siamo abbastanza consapevoli («la sfida oggi è la consapevolezza con cui cittadini e imprese integrano queste tecnologie nei propri contesti di vita e lavoro»).
Per Sparavigna esisono tre condizioni-chiave per affrontare la transizione digitale: 1) disponibilità energetica; 2) capacità computazionale; 3) gestione dei dati. «Dobbiamo capire se i dati vogliamo che diventino ricchezza per altri o se, al contrario, li vogliamo tutelare e valorizzare a beneficio delle nostre comunità e delle nostre imprese. Il dato è il vero liquido del nuovo millennio».