L’idrogeno “verde” non è più futuribile: nel mondi 110 miliardi di investimenti
Negli ultimi 18 mesi è stato cancellato soltanto il 3% dei progetti sulla rampa di lancio

Rifornimento Linde, battello Alba
ARLUNO (Milano). L’idrogeno pulito non è più qualcosa da declinare con i verbi al futuro futuribile, è già presente o quasi. Nel pianeta sono «più di mezzo migliaio» i progetti che «hanno superato la decisione finale di investimento, sono in costruzione o già operativi»: valgono qualcosa come una montagna da «110 miliardi di dollari di investimenti», e questo rappresenta «un incremento di 35 miliardi di dollari rispetto allo scorso anno». Non è tutto: a partire dal 2020 il settore registra in media «un tasso di crescita annuo degli investimenti impegnati del 50%». Sono i numeri che mette nero su bianco il rapporto “Global Hydrogen Compass” che porta la firma dell’Hydrogen Council in tandem con McKinsey & Company.
Se Linde lo cita non è solo perché fa parte dell’Hydrogen Council insieme ad altre 139 aziende di oltre 20 Paesi in America, Europa, Africa, Medio Oriente e Asia-Pacifico: stiamo parlando di una azienda che serve una vasta gamma di mercati finali come quello chimico ed energetico, quello di cibi e bevande, quello elettronico, e poi il sanitario, il manifatturiero, il metallurgico e il minerario; innumerevoli le applicazioni in cui si usano i gas industriali e le tecnologie Linde, comprese la produzione di idrogeno pulito e i sistemi di cattura del carbonio.
«Crediamo fermamente che l’idrogeno pulito e la cattura del carbonio giocheranno un ruolo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici, soprattutto nei settori difficili da decarbonizzare (“hard-to-abate”)», dice Andrea Porrini, amministratore delegato di Linde Gas Italia, che fa riferimento al «nostro “Sustainable Development Report 2024”»: «Nonostante l’incertezza normativa e le difficili condizioni macroeconomiche, Linde è rimasta determinata nel perseguire opportunità nel settore dell’energia pulita che rispettino i nostri criteri di investimento».
Porrini rileva come dai dati diffusi dall’Hydrogen Council emerga che «anche il settore dell’idrogeno risponde a logiche legate alla maturazione graduale del settore: il progresso negli investimenti è accompagnato da un’inevitabile selezione naturale». Come dire: i progetti solidi vanno avanti, quelli meno validi no. In effetti, come viene sottolineato, nell’arco di tempo che va dal 2020 a oggi sono stati annunciati a livello globale «oltre 1.700 progetti legati all’idrogeno, un aumento di 7,5 volte, mentre circa 50 progetti sono stati pubblicamente cancellati negli ultimi 18 mesi, pari a circa il 3% del totale». Nella maggior parte dei casi erano iniziative «legate all’idrogeno rinnovabile nelle prime fasi». Talvolta i progetti hanno fragilità in sé ma in altre circostanze ad «accentuare il processo di selezione» sono problemi e intoppi esterni: ad esempio, i «tassi d’interesse persistentemente elevati» e, manco a dirlo, i «ritardi nell’attuazione delle politiche in alcune regioni».

Impianto Linde
Il numero uno di Linde Gas Italia mette l’accento sugli «oltre 100 anni di esperienza nel campo dell’idrogeno e un’attività globale solida e consolidata in questo settore»: Linde è leader mondiale nella produzione di idrogeno e possiede competenze lungo l’intera catena del valore. «Copriamo l’intero spettro dell’idrogeno, inclusi quello convenzionale (grigio), a basse emissioni di carbonio (blu) e rinnovabile (verde), derivati da varie materie prime e risorse naturali». Linde Gas Italia ha contribuito con prodotto e ingegneria a realizzare i primi due distributori di idrogeno per la mobilità del Paese. Dove? A Bolzano e a Mestre.
«Gestiamo più di 150 impianti di “Steam Methane Reforming” (Smr) e unità di “Pressure Swing Adsorption” (Psa), abbiamo installato oltre 80 elettrolizzatori a livello globale», tiene a precisare Porrini. A ciò si aggiunga «la più grande flotta al mondo di autocisterne e rimorchi per l’idrogeno» e al fatto che «abbiamo installato più di 210 stazioni di rifornimento di idrogeno in tutto il mondo per uso nella mobilità». Dal quartier generale di Linde si insiste su questo profilo di “facilitatori” della decarbonizzazione: «La nostra strategia aziendale – queste le parole – si concentra sul supporto attivo ai nostri clienti in diversi settori per decarbonizzare le loro attività operative con le più recenti tecnologie di cattura del carbonio e dell’idrogeno: abbiamo un ruolo di rilievo nella trasformazione e nell’aiutare gli altri nella transizione verso le zero emissioni nette».











