Sicurezza per chi va in barca, occhio alla scadenza del 21 ottobre
Cosa cambia per legge nelle dotazioni a bordo
LIVORNO. Sembra che pochi lo sappiano: eppure dal 21 ottobre prossimo – una manciata di giorni – entrano in vigore le nuove norme sulle dotazioni di sicurezza per le barche da diporto.
Se l’obiettivo è la salvaguardia della vita in mare, niente da dire: quest’anno, il 2025, ha segnato un record negativo delle vittime in campo nautico, come abbiamo già riferito: oltre le 90 vittime del 2024, secondo i primi e parziali conteggi. Anche di recente è scomparso un settantenne corso, caduto in mare al largo dell’Elba dal suo trimarano dove navigava in solitario. E il conto purtroppo è ancora aperto. Come al solito però, mano al portafoglio: dubbi compresi.
Dunque, nuove dotazioni di sicurezza a bordo. Facciamo prima l’elenco, poi qualche nota.
- Per chi naviga oltre 6 miglia ma entro 12, i giubbotti di salvataggio individuali omologati dovranno essere integrati da una luce stroboscopica ad attivazione automatica.
- Oltre 6 miglia occorre una tabella dei segnali internazionali visivi (COLREG).
- Oltre 6 miglia per le barche a vela è obbligatoria almeno una cintura di sicurezza omologata da agganciare a un cordone ombelicale.
- Oltre 12 miglia le cinture suddette devono essere almeno due.
- Oltre le 12 miglia è obbligatorio uno scandaglio che misuri almeno fino a 20 metri di fondale.
- Per le imbarcazioni oltre 12 metri, obbligatori fischio e campana.
- Per tutte le barche oltre 7 metri, obbligo del pallone nero da issare alla fonda.
- Per i gommoni entro le 12 miglia, invece della zattera costiera il suo “kit di sopravvivenza” (vedi sotto)
- Tutte le dotazioni di sicurezza (le nuove ma anche quelle richieste da tempo) devono rispettare le scadenze decise dai produttori, sia per le revisioni che per le sostituzioni
Dunque: non c’è alcun dubbio che le nuove dotazioni a bordo possano essere utili: e se utilizzate davvero, possano anche salvare le vite. Il problema è che l’obbligo di averle a bordo non comporta sempre l’obbligo di utilizzarle davvero. Specie per le cinture: le compro, le infilo in un gavone e sono già in regola. Retropensiero: se però sono caduto in mare e non la indossavo, se sopravvivo mi becco anche una bella sanzione: e se invece affogo, la sanzione se la becca il responsabile della barca. Forse un po’ burocratico e poco di sicurezza, almeno a prima vista. Domanda: su una imbarcazione a vela in genere si è in quattro o cinque: bastano una o al massimo due cinture?
Lo scandaglio? Se dovrebbe evitare di finire in secca, non serve quello con un semplice cordino graduato con un piombo (accettato) né quello che misura il fondale sotto la barca (accettato): entrambi funzionerebbero quando già sotto lo scafo non c’è più acqua. Meglio invece uno scandaglio elettronico puntato a 45 gradi verso prua: il regolamento non lo dice. E ovviamente l’aggeggio costa caro.
Fa un po’ sorridere, per chi naviga davvero, l’obbligo della “campana e fischio”. Passi per il fischio: ma la campana specie su una barca a vela, diventa un fastidio inutile: suona ad ogni virata o anche al rollìo, non si sa dove metterla, costa da 25 a 200 euro… Per fortuna il legislatore prevede che sia sostituibile con un non meglio identificato “dispositivo sonoro omologato”. Va bene la vecchia, collaudata tromba d’ottone?
Il kit di sopravvivenza al posto della zattera costiera per i gommoni entro il 12 miglia è abbastanza impegnativo e costoso (intorno ai 250 euro). Comprende: soffietto o pompa di gonfiaggio, due pagaie (esterne al kit) coltello a lama fissa galleggiante, torcia elettrica con le sue batterie in confezione stagna separata, sassola, due spugne, fischietto, kit di riparazione (toppe e mastice), 24 contenitori d’acqua potabile da 1/4 di litro ciascuno. Il kit è sigillato, non può essere aperto se non nell’emergenza, e dura 3 anni. Dubbio: la sassola su un gommone è ridicola, meglio una pompa di esaurimento a mano, con il pescante che arriva anche in sentina. Il kit di riparazione va bene a terra, ma in mare, in emergenza, toppe e colla servono a poco: sfido chiunque a piazzare le toppe con il gommone che salta, il tessuto si sgonfia, la colla non fa presa istantanea…
Le critiche maggiori riguardano, secondo le varie riviste specializzate, le scadenze delle dotazioni, che sono adesso decise dai produttori e non decorrono più dalla data di acquisto: un potere commerciale elevato a chi costruisce ed omologa, che può configurarsi in una notevole imprevista spesa. Inoltre l’obbligo viene stampato sulle dotazioni solo per quelle costruite dopo metà gennaio scorso: per tutte quelle acquistate prima, d’obbligo dobbiamo andarci a cercare indicazioni del costruttore e norme relative nel sito del suddetto costruttore e poi riportarle a bordo. Sembra complicato e poco sicuro. E chi non bazzica internet?
Per adesso fermiamoci qui: ce n’è abbastanza…
A.F.