Il mistero delle banche che spariscono dal territorio
Sos marginalità: in un comune toscano su dieci non c’è neanche uno sportello
La desertificazione delle banche, con la chiusura degli sportelli nei piccoli centri, si aggrava anche in Toscana di mese in mese, di anno in anno. Abitano in territori municipali del tutto privi di sportelli bancari 52mila persone, tre volte e mezzo rispetto quante erano dieci anni fa (15mila) e altre 130mila si sentono a rischio perché risiedono in zona in cui è rimasto aperto un solo sportello in tutto il Comune. Non è tutto: questo “deserto” bancario riguarda anche 3.300 imprese toscane insediate in aree senza più banche (sono diventate 400 in più negli ultimi 12 mesi) e altre 9-200 operano in territori comunali in cui è rimasto a malapena un solo sportello. Oer capirci: negli ultimi tre anni è sparita l’ultimo ufficio bancario in ben 11 Comuni.
E non è vero che si tratti sempre di realtà con un pugno di abitanti: basti pensare che in Toscana sono rimasti senza sportelli bancari Comuni come Capraia a Limite (quasi 8mila residenti), Capolona (oltre 5.200), Montecarlo (quasi 4.400) e, al di sopra di quota 2mila cittadini, anche Marliana, Cantagallo, Stazzema, Podenzana.
Se guardiamo poi ai borghi in cui non c’è che un solo ufficio bancario troviamo Montignoso , che pure ha oltre 10mila abitanti e, al di sopra di quota 5mila residenti, anche Pelago, Calci, Vernio, Uzzano, Buti e Coreglia Antelminelli.
E’ da tener presenta il fatto che la Toscana è una delle regioni in condizioni meno drammatiche: Grosseto e Pisa sono al primo posto fra quelle in cui le banche hanno conservato un radicamento, Livorno al secondo e Siena al quarto, tutte comunque nella metà alta della classifica delle oltre cento province. Questo dipende anche dal fatto che la Toscana ha ereditato fin dai tempi del Granducato una articolazione territoriale in Comuni diffusi sì ma con un ritaglio amministrativo non così spezzettato come in altre regioni.
Questi dati sono emersi nell’ultimo round dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria promosso dal sindacato First Cisl attraverso la Fondazione Fiba: i dati aggiornati alla fine del giugno scorso sono stati al centro di un appuntamento di riflessione organizzato a Pistoia dal livello regionale del sindacato cislino in tandem con le Acli toscane. Secondo quanto viene sottolineato, la Toscana conta su 40 sportelli ogni 100mila abitanti: è il settimo dato in Italia. Meglio della media nazionale, dicevamo: ma il 10% dei comuni non ha sportelli e il 19% ne ha solo uno, stando a quanto riporta T24, il giornale economico online del mondo confindustriale toscana.
«Dove c’è uno sportello bancario c’è un presidio di legalità e socialità finanziaria, dove manca cresce il rischio di emarginazione»: queste le parole di Marco Lenzini, numero uno di First Cisl Toscana riportate dalla testata web: «La Toscana – è la sua osservazione – è la terza regione in Italia per presenza di aree interne. La banca deve essere considerata un servizio essenziale, al pari di sanità, scuola e trasporti».
Colpa della diffusione dell’home banking con i clienti che se la cavano da casa propria grazie al pc o allo smartphone? Lenzini scuote la testa: «Non è vero – dice al taccuino del cronista di “T24” – che la chiusura delle filiali bancarie sia causata dall’avanzata dei servizi online. L’indice Desi, che misura il livello di digitalizzazione dei Paesi Ue, colloca l’Italia oltre la metà della classifica, quindi non in una posizione positiva. Inoltre, osserviamo che le aree più colpite dalla desertificazione bancaria sono spesso anche quelle con i livelli più bassi di digitalizzazione».
Ecco perché per il sindacato cislino il “rating” dovrebbe basarsi «non solo sui numeri di bilancio, ma anche sul grado di inclusione, sull’impegno a favore dell’educazione finanziaria e sul contributo alla coesione sociale».