«Ineos, momento delicato ma alt a forzature dell’azienda»
Lavoratori in assemblea dopo l’allarme lanciato dal numero uno del colosso chimico

Ineos Manufacturing, Rosignano
ROSIGNANO (Livorno). «C’è una forte preoccupazione per la perdita di competitività della chimica europea rispetto a Stati Uniti e Cina: ed è un momento delicato anche per lo stabilimento di Rosignano». È quanto afferma Stefano Santini, segretario generale del sindacato Filctem-Cgil Livorno, dopo il faccia a faccia con la direzione del gruppo Ineos (di cui fa parte anche l’azienda Inovyn). I vertici del colosso chimico non hanno fatto altro che ribadire il grido d’allarme lanciato nelle scorse settimane dal fondatore e amministratore delegato del gruppo, Jim Ratcliffe. Il sindacato tiene fermo un punti: «Serve responsabilità condivisa e non decisioni unilaterali: all’azienda abbiamo pertanto chiesto di non prendere in considerazione alcun intervento che possa portare a riduzione di personale».
Dal quartier generale dell’organizzazione dei lavoratori si mette l’accento su quanto sta accadendo nelle varie fabbriche di questo che è uno dei gruppi chimici più importanti del Vecchio Continente: per correre ai ripari di fronte alle difficoltà annunciate, ad esempio, «dallo scorso settembre nello stabilimento di Tavaux (Francia) sono stati fermati temporaneamente gli impianti dei clorometani». Non basta: «In quello di Martorell (Spagna) – viene sottolineato – è stata disposta una riduzione temporanea dell’attività produttiva mentre in quello di Rheinberg (Germania) è stato definitivamente chiuso un ramo produttivo».
A Rosignano il sindacato chiede all’azienda di non fare forzature: se arrivassero decisioni unilaterali, verrebbe interpretato – evidenzia Santini – non come la volontà di affrontare insieme le difficoltà ma come un segnale di rottura e disimpegno, un alibi per giustificare tagli occupazionali». E aggiunge: «I posti di lavoro devono essere salvaguardati. L’azienda ha comunque rinnovato l’impegno a condividere con il sindacato tutti gli aggiornamenti sulla questione e a informarci prontamente sulla situazione e le prospettive del gruppo».
L’allarme lanciato da Ratcliffe – dice il sindacato – «è in linea» con i timori che da tempo la stessa Filctem-Cgil aveva messo in campo: «Senza una politica industriale europea che riduca i costi energetici, riveda i dazi e difenda il mercato interno dalle importazioni sleali, la chimica europea rischia di perdere non solo competitività, ma anche posti di lavoro, competenze e autonomia strategica».
A poche ore di distanza dall’incontro con i vertici, i sindacalisti l’esito del confronto con la direzione aziendale lo hanno riportato nell’assemblea dei lavoratori in agenda la mattina di giovedì 23 ottobre. La Filctem Cgil annuncia che «si attiverà tempestivamente per coinvolgere le istituzioni locali e regionali». Con uno scopo: aprire «un tavolo ministeriale che affronti in modo strutturale le criticità del settore chimico». L’obiettivo – viene sottolineato – è quello di «costruire, insieme alle imprese e alle istituzioni, una strategia condivisa per garantire il futuro produttivo e occupazionale del comparto in Italia e in Europa». Per Santini difendere la chimica europea significa «difendere il lavoro, le competenze e il futuro industriale dell’Europa».











