Il viceministro Rixi in missione per il “Corridoio” fra noi e l’India
L’Italia (Trieste?) vuol essere il capolinea europeo della “direttissima per il Pacifico”

Incontro ufficiale fra i due premier Meloni e Modi in India, nel 2023
NEW DELHI (India). Mentre il vicepremier-ministro Matteo Salvini si ritrova finalmente in mano l’ok della commissione senatoriale che mette la parola fine alla telenovela delle nomine ai vertici della portualità made in Italy, il suo braccio destro, il viceministro Edoardo Rixi è volato a New Delhi per quella che nel quartier generale delle infrastrutture definiscono come «una missione istituzionale in India finalizzata a rafforzare la cooperazione bilaterale nei settori strategici della mobilità, delle infrastrutture e dello sviluppo urbano sostenibile». Con una sfilza di ministri da incontrare fra New Delhi e Mumbai: un gradino sotto Modi, si potrebbe dire. Ma, insomma, siamo al più alto livello: segno che anche da parte indiana una qualche strizzata d’occhio c’è…
Una formulazione abbastanza generica con i riflettori puntati apparentemente sul faccia a faccia con il ministro Tokhan Sahu per arrivare a un “memorandum of understanding”: una intesa che, come spiegano dal dicastero romano, riguarderà la collaborazione tra i due Paesi sotto il segno dell’edilizia e dello sviluppo urbano, puntando alla collaborazione su «tecnologie costruttive, rigenerazione urbana, pianificazione sostenibile e innovazione nel settore delle città intelligenti».
Ci sarà senz’altro anche quello nel menù ma in realtà è l’antipasto di qualcosa di assai più rilevante. La nota ufficiale si conclude con un accenno al fatto che Rixi si sposterà poi a Mumbai per partecipare alla “Indian Maritime Week” («dove è attesa la presenza del premier Narendra Modi). Ma il cuore di tutto è il faccia a faccia che Rii avrà con il ministro indiano dei porti Sarbananda Sonowal per arrivare a definire un altro “memorandum of understanding” (MoU) che accenderà un faro sulla cooperazione bilaterale nel settore marittimo in vista del “Corridoio Imec” che collegherà Europa, Medioriente e India.
Non è un segreto la forte attenzione (in chiave anti-cinese?) che la premier Giorgia Meloni presta all’India; basti ricordare che, appena insediata a Palazzo Chigi, il primissimo incontro con un leader mondiale è stato quello con Narendra Modi nel novembre 2022 e nel marzo successivo è andata in missione in India.
Ecco, è quello l’aspetto-chiave: il “corridoio Imec” che parte dall’India per andare verso Occidente passando dall’area del Golfo Persico e del Medio Oriente raggiungendo in Italia il continente europeo. È stato al centro di una intesa sottoscritta in occasione del “G20” a New Delhi nel settembre di due anni fa India, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Francia, Germania, Italia e Unione europea ma anche Stati Uniti: viene vista come una possibile alternativa al transito dal Canale di Suez e soprattutto come il contraltare geopolitico-economico della “Via della Seta” lanciata dalla Cina. Non a caso, è stato rispolverato il mito fondativo della “Via dell’Oro”, che sarebbe stato l’asse commerciale per secoli, diciamo dai tempi delle guerre puniche fra l’antica Roma e Cartagine fin quasi alla fine del medioevo. La ritroviamo ora anche in un libro di William Dalrymple uscito in questi giorni da Adelphi (con il sottotitolo “Come l’India antica ha trasformato il mondo”).
E siccome c’è un gran sgomitare per diventare in Europa il capolinea di questa nuova rotta strategica, chissà se la missione di Rixi mette in gioco anche questo o comunque è un passo in questa direzione. Lo sperano a Trieste; basti dire che nel nostro Paese è la stampa triestina a mettere la maggior attenzione sia su questo tour di Rixi. In effetti, al di là dei convenevoli («l’India è oggi un attore fondamentale nella logistica globale e un partner chiave per l’Italia»), secondo quanto riporta la testata online triestina “Adria Ports”, il viceministro ha sottolineato che «con questa missione intendiamo rafforzare la cooperazione su porti, trasporti e innovazione, valorizzando il ruolo dell’Italia come piattaforma mediterranea per i traffici tra Europa e Indo-Pacifico».
Dobbiamo ricordare anche l’annuncio del ministro degli esteri Antonio Tajani che in aprile aveva annunciato il “vertice di Trieste” come una sorta di candidatura, mentre nel frattempo giusto lunedì 27 ottobre si è fatto rivedere a Trieste l’ambasciatore cinese in Italia Jia Guide per un colloquio con il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Abbastanza riservato da esser tenuto al riparo da orecchie indiscrete, in primis quelle dei cronisti, ma non riservato abbastanza da non esser diventato una mossa esplicita sullo scacchiere geopolitico.
Resta il fatto che il “corridoio Imec” è ancora una intenzione più che un asse commerciale effettivamente esistente: vedremo quali sviluppi avrà. È da aggiungere che nel frattempo l’interscambio fra Italia e India è cresciuto parecchio. In cifre: da uno standard attorno ai 9 miliardi di euro nella seconda metà del decennio scorso ai 14-15 degli ultimi anni. Con l’export italiano in India che, secondo i dati del ministro degli esteri italiano, è focalizzato principalmente sui macchinari (39,2%) mentre l’import italiano dall’India si sventaglia soprattutto fra metalli di base (17,7%), prodotti chimici (15,9%) e tessili (12,7%).

L’Ispi, l’istituto che si occupa di politica internazionale, in un dossier del 2023 indicava in «un ponte per le startup e una rinnovata cooperazione nei settori della difesa e delle energie rinnovabili» il frutto economico dell’intesa che la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha raggiunto con il primo ministro indiano Narendra Modi: un balzo in avanti nei rapporti fra le due economie, visto che la premier italiana – riporta l’Ispi – già dal suo debutto sulla scena internazionale «ha deciso di elevare a “partenariato strategico”, sigillato anche dall’adesione dell’Italia alla “Indo-Pacific Oceans Initiative”, piattaforma di cooperazione per la sicurezza nell’Indo-Pacifico promossa dal governo indiano». Se pensiamo che nella prima metà del decennio scorso Italia e India se l’erano dette di tutti i colori per la vicenda dei due fucilieri della Marina Militare arrestati dalla polizia indiana per aver sparato a pescatori indiani…

Il viceministro Edoardo Rixi con il ministro indiano Harsh Malhotra
Se son rose fioriranno, se sono photo-opportunity no. Torniamo all’oggi e alla missione del viceministro. Lo facciamo per segnalare che ha incontrato il ministro per il trasporto stradale Harsh Malhotra e gli ha promesso collaborazione «per una mobilità più efficiente, connessa e rispettosa dell’ambiente». Idem nel colloquio a tu per tu con un altro ministro, quello delle ferrovie, Ravneet Singh: obiettivo lo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria in India e sinergie industriali e tecnologiche tra le imprese.











