“Fermo pesca, insostenibile lo stop delle attività per 2 mesi”
L'appello di Bartoli: indispensabili sostegni immediati

Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana
FIRENZE. «Un blocco della pesca a strascico per due mesi consecutivi è economicamente e socialmente insostenibile per le marinerie toscane». Non usa mezzi termini Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana appartenente alla galassia di Confcooperative, per giudicare negativamente il nuovo stop obbligatorio alle attività deciso dal ministero dell’agricoltura in applicazione del regolamento Ue 2025/219. Per questo motivo l’organizzazione di categoria chiede alle istituzioni nazionali e regionali «l’attivazione immediata di strumenti di sostegno, ristori adeguati e liquidità rapida per salvaguardare il futuro di un settore che rappresenta un presidio economico e sociale fondamentale per le nostre comunità costiere».
Il provvedimento è in vigore fino a fine novembre – viene fatto rilevare – arriva «dopo un mese di fermo biologico e riguarda oltre cento imbarcazioni e centinaia di lavoratori lungo la costa toscana». Secondo Bartoli il settore rischia il collasso se non avrà «sostegni immediati».
L’impatto è devastante, spiega Bartoli: «E non solo per le imprese di pesca, ma anche per le cooperative che gestiscono i mercati ittici, i servizi di filiera e, a cascata, per la ristorazione e il commercio locale».
Quel che ingarbuglia ancora di più la situazione è anche il fermo della pesca del nasello, che è in calendario per il mese di novembre e relativo alla pesca artigianale: stiamo parlando di un comparto «già duramente colpito durante l’estate dall’emergenza del granchio blu – ricorda il vicepresidente di Fedagripesca Toscana – e che oggi si trova a fare i conti con un’ulteriore interruzione di reddito».
Bartoli segnala che «siamo i primi a riconoscere gli sforzi del ministero per evitare un blocco totale fino a fine anno», tuttavia – aggiunge – questa situazione doveva e poteva essere gestita in modo diverso. Le motivazioni di questo nuovo fermo erano note da tempo: per il dirigente di Fedagripesca, era necessaria «una pianificazione più attenta e un piano di gestione calibrato sui singoli areali di pesca e sulle flotte locali, per evitare che decisioni generali penalizzassero indiscriminatamente tutto il comparto».
«Le nostre imprese – afferma Bartoli – hanno un’assoluta e impellente necessità di poter programmare il proprio lavoro, senza subire le conseguenze di fattori esterni che nulla hanno a che fare con la pesca locale».











