La Spezia e Carrara, i primi nove mesi hanno il segno “più”
Vola l’import di Gnl, quota record di traffico via ferrovia

Il porto La Spezia, veduta dall’alto
LA SPEZIA. Cresce nei primi nove mesi dell’anno la movimentazione delle merci nel porto di La Spezia e tocca i 9,5 milioni di tonnellate, il 4,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2025. A trainare l’incremento sono le rinfuse liquide in import con una impennata del 61,6% dovuta quasi per intero al milione e passa di tonnellate di Gnl cresciute di quasi 58 punti percentuali.
Cresce ancor di più l’altro scalo del sistema del Mar Ligure Orientale, cioè Marina di Carrara. In questo caso da gennaio a settembre sono state movimentate 3,6 milioni di tonnellate di merci, e l’aumento a confronto con l’analogo periodo dell’anno scorso sfiora i 7 punti percentuali. In modo abbastanza equilibrato fra un po’ tutti i settori: più 4,5% le rinfuse solide, più 7,2% il general cargo (3,1 milioni di tonnellate) con il traffico ro-ro (più 6,9%) che corre più veloce del traffico containerizzato (più 3,3%), con i rotabili movimentati che hanno superato la soglia delle 41mila unità (più 7,9%). Al contrario, sulle banchine spezzine resta stazionario il flusso di general cargo (8,3 milioni di tonnellate).
Dunque, nel complesso – lo segnala la stessa Authority spezzina presentando i dati – «nonostante il quadro di incertezza geopolitica che ancora influenza complessivamente lo scenario mondiale del trasporto marittimo», fra Capodanno a fine settembre i traffici commerciali dei porti del Mar Ligure Orientale hanno registrato «una controtendenza».
È in previsione che sul fronte dei container i due porti possano raggiungere e anzi superare a fine anno quota 1,3 milioni di teu. Nella fattispecie, il porto della Spezia ha visto il traffico contenitori aumentare del 2,3% raggiungendo i 923mila teu, 73mila dei quali come trasbordo (più 5,1%). Il traffico container invece sfiora a Marina di Carrara gli 80mila teu, anche in questo caso con un incremento più significativo (quasi 5 punti percentuali) rispetto a quello del porto spezzino che è un po’ il “fratello maggiore”.
Vale la pena di segnalare che, come sottolineato dall’istituzione portuale, è «sempre molto alto il dato intermodale della quota che si serve della ferrovia: 5.628 treni svolti (4,3%) e 2,4 milioni di tonnellate di merci trasportate (6,1%): con il terminalista Lsct è arrivato a una quota del 36% al netto del trasbordo. A Marina di Carrara il traffico ferroviario ha visto sulle rotaie 248 convogli (più 15,8%) e 3.095 carri (più 19,5%): pure qui l’incremento è ben più elevato in percentuale di quanto accade a La Spezia ma riguarda una quota di traffico ancora distante dagli standard spezzini (un totale di 154mila tonnellate di merce complessiva, cioè il 22,2%).
Capitolo crociere: nel golfo della Spezia nei primi nove mesi sono passati 630 mila croceristi (più 10,2%). Marina di Carrara invece fa registrate un brusco arretramento: poco più di 11mila passeggeri, giù del 59% rispetto all’analogo periodo di dodici mesi prima.
Ecco cosa dice Bruno Pisano, da qualche mese al timone dell’Authority del mar Ligure Orientale (e da pochi giorni con i galloni da presidente): «I dati dei nove mesi sono molto soddisfacenti e dimostrano la capacità di tenuta dei porti della Spezia e Marina di Carrara, nonostante le difficoltà oggettive poste dagli attuali scenari geopolitici e socio economici. Abbiamo migliorato volumi del 2024 dove la crescita si era rilevata già molto interessante. In particolare, la sempre eccellente percentuale di trasporto su ferro, che ci conferma essere il sistema più avanzato nel panorama italiano, al pari di alcuni scali nordeuropei, conferma l’impegno dell’Autorità di sistema verso lo sviluppo dell’intermodalità».











