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INFRASTRUTTURE

Uggè: vi spiego come l’Austria azzoppa la nostra competitività

Nel mirino anche la Corte dei Conti: è la politica del "non fare"

Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto

MILANO. Paolo Uggè, storico leader dell’autotrasporto (e presidente di Fai-Conftrasporto) se la prende – schierandosi di fatto al fianco delle governo Meloni – con quanti accusa di “provarle tutte per impedire che il nostro Paese possa dotarsi di un sistema infrastrutturale in grado di incrementarne la competitività”.
Con chi ce l’ha? Il penultimo attacco riguarda “gli interventi a gamba tesa della Corte dei Conti”: alla quale si imputa di voler  provare a “bloccare la realizzazione di una opera europea (Ponte sullo Stretto) immaginata per incrementare la competitività del sistema europeo, attraverso la realizzazione dei corridoi, le reti Ten”. Per l’ultimo atto fa riferimento alla notizia pubblicata dal quotidiano confindustriale “Sole 24 Ore”: si tratta della decisione dell’Austria di prevedere un piano di interventi sulle reti ferroviarie.
Perché Uggè la indica? Il presidente di Fai giudica “non peregrina” l’idea che  la scelta sia “legata alla possibilità che il pronunciamento della Corte europea sugli ostacoli che l’Austria, in totale dispregio del principio sul quale l’Unione si è costituita (la libera circolazione di merci e persone) continua ad applicare, non sarà favorevole al mantenimento dei divieti”. Proprio a questa ottica – afferma –  sembra appartenere “la decisione di chiusure delle linee ferroviarie, alternativa al trasporto su strada”.
È un tema sul quale Uggè dà battaglia da tempo: le Alpi rischiano di essere uno sbarramento che azzoppa l’export italiano o comunque lo rende meno competitivo. “È bene ricordare – sostiene il numero uno della Fai – che nelle motivazioni addotte dal governo austriaco per supportare la scelta di introdurre divieti al traffico pesante, è presente proprio l’utilizzo al trasporto su ferro”. Poi aggiunge: “In modo  contradditorio ecco la decisione di intervenire su quaranta corridoi ferroviari con un piano di risanamento. Il risultato è facilmente intuibile”.
Per Uggè risultano del tutto evidenti le conseguenze: “La competitività del nostro Paese, senza dubbio, verrà ulteriormente ridotta”.  Ecco perché la Fai-Conftrasporto non può che “rilanciare la richiesta di porre al centro delle richieste del governo italiano il processo decisionale previsto dalla Convenzione delle Alpi con particolare riferimento al protocollo trasporti”.

Pubblicato il
20 Novembre 2025

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