Questa è l’intelligenza artificiale che sta dalla parte dei lavoratori
Così il sistema evita gli incidenti sul lavoro: è installabile anche su macchinari esistenti

Il gruppo di lavoro dell’università di Pisa composto, da sinistra, da Andrea Motroni, Marco Palumbo, Paolo Bolettieri, Paolo Nepa, Roberto Gabbrielli, Emanuele Tavanti
PISA. L’intelligenza artificiale ne combina di tutti i colori, soprattutto rischia di incorporare in macchinari e software buona parte delle mansioni e dunque esser vista dai lavoratori come un nemico giurato. Ma stavolta no: “Aisafety” è il nome del progetto dell’Università di Pisa che mette in campo «un sistema di supervisione che combina sensori, telecamere e intelligenza artificiale per la sicurezza dei lavoratori addetti a macchine e sistemi produttivi», come è stato detto nella presentazione. La prova al Polo Tecnologico di Navacchio (Pisa) dove il test è stato compiuto su un piccolo sistema produttivo, composto da un tornio e un robot, sul quale è stato dimostrato il nuovo sistema.
L’hanno definito come un “sistema smart integrato basato sull’intelligenza artificiale per la gestione della sicurezza degli operatori in processi di produzione”: il progetto mette insieme i finanziamenti dell’Inail nell’ambito dei bandi Bric e si avvale della collaborazione degli atenei di Pisa e di Perugia con il Cnr.
«In ambito industriale – queste le parole di Paolo Nepa, docente di ingegneria nel settore dei campi elettromagnetici all’Università di Pisa – molti degli infortuni degli operatori addetti all’uso delle macchine sono legati in qualche modo al comportamento dell’utilizzatore. “Aisafety” si può integrare anche su macchinari già esistenti per ridurre i rischi legati ad errori e manomissioni da parte degli operatori e consentire loro di lavorare in sicurezza».
Sono state integrate diverse tecnologie per poter predisporre un dispositivo efficiente: ad esempio, i ricercatori hanno utilizzato «un sistema a radiofrequenza in grado di rilevare le posizioni di persone e oggetti, la visione artificiale per osservare e analizzare l’area di lavoro e la macchina, infine un modulo di intelligenza artificiale, che raccoglie i dati dai primi due e identifica potenziali situazioni di rischio per il personale legati ad errori e manomissioni».
«In caso di rischio – è la sottolineatura di Roberto Gabbrielli, docente di impianti industriali meccanici all’Università di Pisa e coordinatore del progetto – il modulo di intelligenza artificiale attiva comandi di arresto sul sistema di produzione per porlo in uno stato sicuro. Il sistema di supervisione invia anche notifiche ai lavoratori sugli smartphone, consigliando loro di non procedere con la produzione per ridurre il rischio a cui possono essere esposti».











