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GIANI E LENZI: LA SCELTA

La Regione Toscana in aiuto ai disoccupati con il “reddito di reinserimento”

Assegno da 500 euro per nove mesi. «Punto di riferimento al nuovo welfare»

Eugenio Giani e Alberto Lenzi, Regione Toscana

FIRENZE. L’hanno chiamato “reddito regionale di reinserimento lavorativo” ed è una scelta politica dells Regione Toscana che indica un orientamento differente rispetto al governo nazionale che ha cancellato il reddito di cittadinanza. Di fatto, è quanto viene sottolineato annunciando che «la Toscana si fa ancora protagonista sul fronte delle politiche del lavoro con un nuovo intervento che la pone come punto di riferimento nella costruzione di un moderno welfare italiano», come mette in risalto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

Il provvedimento è stato presentato a Firenze a Palazzo Strozzi Sacrati in tandem con l’assessore al lavoro Alberto Lenzi come una delle primissime misure del nuovo mandato poco dopo la conferma elettorale. «Una misura di politica attiva e inclusione sociale che sostiene il reddito dei lavoratori disoccupati favorendo il passaggio da un posto di lavoro che non c’è più a una nuova e buona occupazione»: così lo definiscono Giani e Lenzi, che parlano di misura introdotta «in via sperimentale e operativa dal prossimo gennaio».

«Stiamo parlando non solo di un sostegno economico minimo per il periodo di ricerca di una nuova occupazione, che non ha nulla a che fare con l’assistenzialismo, ma – afferma Giani – di uno strumento che favorisce percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro per reinserire persone in condizioni di particolare vulnerabilità sociale ed economica».

A chi andrà? Per poter avere il reddito di reinserimento occorrerà essere «lavoratori disoccupati residenti in Toscana con pregressa esperienza lavorativa e Isee inferiore a 15mila euro, che non possono più percepire sussidi di disoccupazione (Naspi o Dis-coll) o che pur avendo versato contributi non hanno i requisiti per l’indennità di disoccupazione».

Si tratta di un assegno da 500 euro mensili, durata massima di 9 mesi. L’erogazione è subordinata al fatto che il beneficiario si impegni «nella ricerca attiva di occupazione» e partecipi a «percorsi di politica attiva concordati con i Centri per l’impiego», oltre a sottoscrivere in tali strutture il “patto di servizio personalizzato” (cioè «l’accordo tra centri e beneficiario che definisce obiettivi e risultati attesi, sostegni e servizi necessari, impegni specifici e tempi di realizzazione»). Con una sottolineatura: questo sostegno di tipo regionale «non può essere cumulato e non si può sommare  ad altre misure nazionali come, ad esempio, l’assegno di inclusione».

Per reggere l’impatto finanziario sui proprio conti la Regione ha messo sul tavolo per il reddito di reinserimento un finanziato di quasi 23 milioni di euro (per la precisione: 22.994.642,20 euro). Sono reprriti stanziando «risorse proprie nell’annualità 2026 del bilancio finanziario gestionale 2025-2027». La gestione operativa del provvedimento sarà affidata in concreto all’Agenzia regionale Toscana per l’impiego (Arti), assicurando «l’omogeneità applicativa, la gestione delle domande, l’istruttoria e i pagamenti, il raccordo con i servizi sociali di ambito e la rendicontazione delle risorse». Secondo una stima firmata Irpet, l’istituto regionale di ricerca economica, il “reddito di reinserimento” dovrebbe «raggiungere una platea potenziale di oltre 11mila persone».

È stato reso noto che l’assessore Lenzi ha già incontrato tanto i sindacati quanto le organizzazioni imprenditoriali per presentare il provvedimento. È da ricordare che i corsi offerti saranno «calibrati rispetto anche ai posti di lavoro più richiesti dal mercato», è stato detto. Peraltro, non si escludono del tutto eventuali aggiustamenti del tiro: basti dire che, insistendo sugli aspetti sperimentali, si segnala che i report periodici del Settore Lavoro consentirà ogni tre mesi di osservare l’andamento della misura. «Valuteremo cambiamenti e aggiustamenti che si renderanno opportuni», dice Giani.

Come si diceva, la Regione Toscana non fa nulla per nascondere che l’intenzione è alzare il vessillo di un provvedimento che mostri, nei riguardi di chi perde il lavoro, un atteggiamento ben differente da quello del governo centrale di centrodestra (ma anche una differente strategia di risposta alle evoluzioni del mercato): «Dentro una quadro che mescola crisi e trasformazioni, proviamo a dare una risposta alla sfida di un mercato del lavoro, in cui le persone possono ritrovarsi a dover attraversare diverse posizioni lavorative durante la propria carriera», sottolinea l’assessore Lenzi. Occorre, a suo giudizio, offrire a chi perde il lavoro «una protezione e allo stesso tempo la possibilità di aggiornare ed evolvere le proprie competenze per rafforzare la propria occupabilità».

Il “reddito regionale di reinserimento” «va in questa direzione», dice Lenzi: «E si configura come un sussidio di secondo livello, assimilabile alle migliori pratiche europee già adottate in paesi come Francia, Austria, Svezia, Finlandia, Grecia e Portogallo», afferma l’assessore (che spende anche un plauso ai lavoratori della Direzione Lavoro per l’impegno profuso nella costruzione di questo strumento).

Pubblicato il
9 Dicembre 2025

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