Questi sono i quattro scenari possibili per l’acquisizione (e il futuro) di Zim
Zim Integrated Shipping Services Ltd. (Zim), compagnia di navigazione quotata sul mercato Usa, è al centro di discussioni finanziarie riguardo alla sua composizione azionaria e ai possibili scenari di acquisizione. Al presente, non ha un singolo proprietario con una quota di controllo dominante. Il capitale è ampiamente distribuito. La sua composizione azionaria attuale è la seguente:
Gli investitori istituzionali (fondi, banche, ecc.) detengono circa il 40-53% del capitale.
- Il pubblico e gli investitori “retail” possiedono il resto, stimato tra il 45% e il 58%.
- Le prime 25-30 grandi entità (istituzioni e fondi) detengono complessivamente una quota significativa, stimata tra il 32% e il 42% del capitale sociale.
Scenari plausibili per l’acquisizione
- “Management buy-out” (Mbo): scenario più probabile
Proponenti: l’amministratore delegato Eli Glickman e l’imprenditore Rami Ungar.
Motivazione: è l’unica proposta concreta confermata; viene visto come il metodo più rapido per privatizzare un’azienda in un ciclo problematico e ristrutturarla.
- Acquirente strategico (gruppo marittimo internazionale)
Possibili candidati: giganti come Msc, Maersk, Cma Cgm, Cosco, o Hapag-Lloyd.
Motivazione: consolidamento del mercato, acquisizione di navi, rotte strategiche (come quelle Mediterraneo/Asia) ed eliminazione di un concorrente.
- Fondo di private equity (scenario molto realistico)
Possibili candidati: fondi globali infrastrutturali o di ristrutturazione.
Motivazione: acquisizione a un prezzo potenzialmente “depresso”, ristrutturazione dell’azienda e successiva rivendita a medio termine (3-6 anni).
- Investitore mediorientale
Possibili candidati: fondi sovrani o conglomerati logistici israeliani/regionali.
Motivazione/contro: forte legame storico di Zim con Israele; gli investitori locali potrebbero voler mantenere il controllo nazionale.
Al tirar delle somme
Lo scenario di “management buy-out” è considerato il più probabile ad oggi, avendo portato il consiglio di amministrazione ad avviare una revisione strategica. Tuttavia, gli scenari che coinvolgono un grande gruppo marittimo o un fondo di private equity rimangono altamente plausibili se il board dovesse ritenere possibile un’offerta superiore.
È da aggiungere che le operazioni di “management buy out” sono una delle principali aree di intervento degli operatori nel capitale di rischio in cui un manager, interno alla società, ne acquisisce la proprietà; tali operazioni sono spesso finalizzate al delisting, ossia alla revoca dalla quotazione di borsa. Con queste operazioni il manager, attraverso il lancio di un’offerta pubblica di acquisto, acquisisce i titoli disponibili sul mercato in una quantità sufficiente a garantirgli l’uscita dal listino e utilizza il suo know how strategico e manageriale per migliorare l’azienda e prepararla alla successiva cessione (ad un prezzo superiore al prezzo di acquisto della stessa) oppure a una nuova quotazione.
Angelo Roma
(Angelo Roma, consulente marittimo, è stato fino a poco tempo fa vicepresidente di Interporto Toscano di Guasticce, nel curriculum anche il periodo alla guida di Toremar e, in anni più lontani, il ruolo di port captain di Zim, la compagnia di navigazione israeliana)











