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IL 10° “COMPLEANNO”

“Livorno port center”, ecco le prime dieci candeline sulla torta

Un polo tech per raccontare le banchine, il lavoro, le navi e il resto

10° anniversario, evento celebrativo di Livorno Port Center

LIVORNO. Un laboratorio tech sotto il segno della modernità all’interno di una architettura militare medicea con secoli e secoli di storia: è l’identikit del Livorno Port Center che ha spento le prime dieci candeline sulla torta di compleanno  con un evento nel quale il presidente dell’Authority labronica, Davide Gariglio, ha fatto gli onori di casa e il direttore generale dell’Associazione Internazionale Villes et Ports (Aivp), Bruno Delsalle, l’ospite principale. Insieme hanno firmato la Carta aggiornata dei “port center”, una struttura che ha un obiettivo: «rafforzare la cooperazione tra la città e il suo porto» promuovendo «una convivenza armoniosa delle attività portuali nei territori che li ospitano».

Era questa l’idea guida che ha portato nel 2015 l’allora presidente dell’Autorità Portuale di Livorno, Giuliano Gallanti, a dar vita al secondo “port center” in Italia – Genova l’unico esempio fino a quel momento – per farne «un mini-museo» attento agli aspetti delle più moderne tecnologie e, al tempo stesso, «incastonato nel cuore della Fortezza Vecchia».

È nato così – è stato fatto rilevare nell’evento in Fortezza – «un laboratorio multimediale e tecnologico che in questi due lustri ha permesso a studenti, cittadini e turisti, di conoscere la storia, le funzioni dello scalo labronico e le sue professioni». Qualcosa di più di «una semplice esposizione multimediale delle banchine livornesi, con tanto di touch screen e schermi scorrevoli»: semmai un modo per far avvicinare alla realtà portuale i cittadini.

È stata anche l’occasione per non limitarsi a un evento che contrassegnasse la ricorrenza celebrativa ma anche il modo per fare il punto della situazione: a cominciare dalla verifica di quel che è stato fatto con il  “progetto Porto Aperto”, che «da diciassette anni promuove la conoscenza delle aree e delle strutture portuali», com’è stato messo in rilievo.

Non c’è stato solo quello. E qui i riferimenti sono andati, ad esempio, a:

  • i “giovedì del Port Center” («una serie di appuntamenti tematici che spaziano dalla storia alla cultura portuale in genere»);
  • la biblioteca tematica («realizzata nel 2022 nello stesso edificio dove ha sede il “port center”, cioè la Sala del Capitano»);
  • il circuito didattico-espositivo che include l’esposizione delle imbarcazioni storiche presso il Magazzino ex Collettame delle FS;
  • la gestione della Fortezza Vecchia («di cui è stata garantita l’apertura al pubblico, promuovendone la funzione di cerniera tra porto e città quale patrimonio fondamentale di attrazione per turisti e passeggeri e cittadini»).

Sono questi i tasselli di un mosaico di iniziative e di realtà attraverso le quali – è stato sottolineato – l’Autorità di Sistema Portuale ha puntato a mettere in piedi «un eco-sistema integrato» che aiutasse la comunità a «conoscere la realtà portuale, a comprenderla e viverla in modo consapevole».

«In un contesto nel quale la coesistenza di funzioni portuali e funzioni urbane crea spesso frizioni e attriti, diventa fondamentale mettere in campo strategie virtuose che contemperino le esigenze di sviluppo infrastrutturale con quelle di qualità urbana e ambientale»: parole e musica di Davide Gariglio, attuale numero uno dell’ente portuale che governa la portualità di Livorno e Piombino, che ha ripercorso la storia dell’istituzione: a testimonianza dei periodi precedenti, erano stati invitati i predecessori; in sala erano presenti gli ex presidenti Stefano Corsini e Luciano Guerrieri così come l’ex commissario Pietro Verna.

Per Gariglio il “port center” va visto come «parte di un progetto molto più ampio» che ha come finalità «la creazione di un percorso condiviso per favorire una reale integrazione tra due realtà,  quella portuale e quella cittadina,  che hanno interessi diversi e talvolta divergenti».

A giudizio del presidente, l’Authority labronica ha centrato l’obiettivo di «creare un clima di comunità grazie ad iniziative tese a far percepire il porto non come una presenza estranea ma come un volano di crescita economica per il territorio»: in sostanza, un «polo strategico per il futuro dei giovani, una fonte di reddito e ricchezza». Da tradurre così: la comunità locale può vedere nella propria identità marittima «le risorse utili alla costruzione di un nuovo futuro». E questo in tandem con idee guida di sostenibilità ambientale (si pensi all’elettrificazione delle banchine per ridurre drasticamente l’inquinamento atmosferico), di valorizzazione del patrimonio storico (si tenga presente l’appalto per ripristinare la via d’acqua attorno alla Fortezza Vecchia e l’analogo progetto relativo alla Torre del Marzocco); la rigenerazione delle aree di “waterfront” (si faccia riferimento al rilancio del porto turistico): ecco, in un contesto di questo tipo i “port center” sono un valore aggiunto in termini di consapevolezza.

Ne consegue che a Palazzo Rosciano, sede dell’ente portuale, si sta mettendo a punto l’idea di diffondere i “port center” e farne una rete per «diffondere cultura e avvicinare le persone ai porti attraverso l’uso della tecnologia». In tale prospettiva sono stati individuati gli spazi idonei per crearne uno a Piombino («all’interno del Centro Integrato Servizi Portuali, in prossimità della Stazione Marittima») e uno a Portoferraio (dentro «i Magazzini del Sale in via di riqualificazione»: destinati a ospitare anche l’Ufficio Amministrativo Decentrato dell’Autorità di Sistema, inaugurato nell’aprile dei due anni a).

Lo ricorda il sindaco di Livorno, Luca Salvetti: «Livorno non è una città “con” il porto ma una città “di” porto». Dev’essere per quest’aspetto che ha molti a che vedere con l’identità che l’idea innovativa del Port center ha saputo «inserire il porto in una dimensione narrativa che ne ha facilitato l’integrazione nel tessuto urbano».

Il capo reparto tecnico-amministrativo della Direzione marittima della Toscana, capitano di vascello Armando Ruffini, ha fatto presente come la pianificazione delle aree con funzione di interazione porto-città sia stata istituzionalizzata con la legge di riforma dell’ordinamento portuale, mentre il direttore dell’Aivp, Bruno Delsalle, ha insistito sulla funzione strategica dei “port center” come «veri e propri laboratori attraverso i quali sperimentare forme di coesistenza virtuosa tra le città e i porti».

L’evento del decennale messo in campo dall’Authority livornese e dall’associazione internazionale Aivp ha visto la partecipazione di esperti e speaker internazionali: coordinati dalla moderatrice Tiziana Murgia, responsabile comunicazione di Assoporti, hanno raccontato le proprie esperienze di integrazione tra porto e città, soffermandosi anche sul tema della valorizzazione smart del patrimonio culturale-portuale. Particolare attenzione è stata data al “progetto Miglio Blu di Livorno”: l’ha predisposto l’Authority nel 2024, finalizzandolo alla messa in rete e alla promozione digitale del patrimonio culturale dello scalo labronico.

Pubblicato il
12 Dicembre 2025

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