Occhio allo smog dalle navi: a Livorno una centralina per misurarlo
Sarà in un parcheggio a 300 metri dalla banchina delle navi da crociera: ecco dove

Uno dei mezzi mobili per la rilevazione dell’inquinamento atmosferico
LIVORNO. Le navi, soprattutto da crociera, hanno bisogno di mantenere in funzione i motori anche durante la sosta in porto: devono avere l’elettricità per far funzionare gli apparati di bordo di queste “città galleggianti”. Ma se è fastidioso lo smog generato da una coda di utilitarie ferme al semaforo per 30-40 secondi, figuriamoci l’impatto in termini di inquinamento atmosferico che può avere una love boat che può contare su 4-5 motori diesel con una potenza che equivale a un migliaio di utilitarie e magari restano accesi per 10-12 ore filate.
È un problema da non sottovalutare e Livorno lo sa: del resto, è uno dei primi 5-6 porti del Paese per numero di crocieristi. Non è tutto: c’è attenzione sociale a questi aspetti, vista la vicinanza delle banchine del porto crocieristico al centro della città ma stante soprattutto la mobilitazione che a più riprese ha visto iniziative di lotta su questo versante.
La nuova centralina: ecco dove
È per questa ragione che il Comune di Livorno ha deliberato di installare una ulteriore stazione «per la rilevazione della concentrazione degli inquinanti atmosferici nell’area limitrofa al porto». Nella fattispecie: la centralina – viene precisato – sarà piazzata nell’area di parcheggio in via della Cinta Esterna nei pressi del Varco Fortezza. Cioè assai vicino alle banchine solitamente utilizzate dalle navi da crociera: meno di 300 metri dalla calata Sgarallino e quasi 550 dall’Alto Fondale. Da Palazzo Civico spiegano che «sarà munita di analizzatori che permetteranno la rilevazione in continuo anche del “black carbon” e delle microparticelle». Aggiungendo: è «previsto nella Direttiva Ue ancorché non ancora recepita dal governo italiano».
L’assessora Silvia Viviani, titolare della delega all’ambiente (oltre che all’urbanistica, all’edilizia e agli interventi strategici), parla di «impegno congiunto di tutti gli enti coinvolti» e specifica che «la centralina individuata permetterà di avere i dati della qualità dell’aria nello scambio città/porto». Saranno resi disponibili i dati? L’assessora annuncia che «faciliteremo l’accesso a tali dati tramite la nostra rete civica». Poi spende un ringraziamento per gli altri enti coinvolti: «Desidero ringraziare l’Autorità di Sistema Portuale, la Capitaneria di Porto, la Regione Toscana, l’Arpat, con le quali abbiamo condiviso l’intento e fatto ogni sforzo per arrivare a dotare la città di una ulteriore stazione di monitoraggio della qualità dell’aria delle zone adiacenti all’area portuale, individuata come area di potenziale impatto ambientale». Lo ripete rivendicando di averlo fatto «in anticipo rispetto all’applicazione delle prossime direttive europee».

Estate 2025: lo scavo del cavidotto per la posa dei cavi elettrici a servizio dell’elettrificazione delle banchine nel porto di Livorno
Una delle stazioni previste per monitorare la Darsena Europa
Nel tavolo tecnico, al quale hanno partecipato il Comune di Livorno, la Regione Toscana (Settore Economia Circolare e Qualità dell’aria), l’Arpat (Centro Regionale Tutela Qualità dell’aria), l’Authority di Palazzo Rosciano e la Capitaneria di Porto, è stata verificata la possibilità di «utilizzare i dati rilevati da una delle stazioni previste per il monitoraggio della qualità dell’aria relativo ai lavori di costruzione della Darsena Europa a cura dell’Authority», secondo quanto fissato dalle prescrizioni rilasciate dall’autorità competente in sede di “valutazione di impatto ambientale. A seguito di un un sopralluogo nell’area individuata (parcheggio di via della Cinta Esterna, nei pressi del Varco Fortezza in area portuale), l’Arpat ha dato semaforo verde: la collocazione è tecnicamente idonea.
Per sconfiggere l’inquinamento in questo modo è stata utilizzata una certa qual fetta degli euro-quattrini targati Bruxelles: all’Authority livornese è attivato qualcosa come qualcosa «77,5 milioni di euro provenienti dal Pnrr e dal relativo Fondo complementare». Destinati a Livorno ma anche a Piombino e Portoferraio. A fine luglio da Palazzo Rosciano, sede dell’istituzione portuale labronica, si era sottolineato che i lavori «affidati a dicembre 2023 dopo gara al Consorzio Integra» procedono «speditamente».
Nel porto di Livorno si è mirato a costruire una sottostazione all’interno dell’area Enel dell’ex centrale del Marzocco in tandem con tre cabine di conversione a servizio rispettivamente dei passeggeri (crociere incluse) e container: l’una, «all’interno degli attuali silos»; l’altra, «nell’area destinata al futuro terminal crociere in prossimità della Calata Alto Fondale»; l’ultima, in zona Darsena Toscana.
In estate «sono inoltre partiti i lavori di trivellazione orizzontale controllata del sottosuolo per la posa dei cavidotti nei pressi del ponte girevole nella zona della Fortezza Vecchia e sul Canale dei Navicelli»; a ciò si aggiungano gli interventi per la «realizzazione delle cabine di conversione sulla Calata Sgarallino e in Darsena Toscana».
Livorno apripista già 10 anni fa: con troppo anticipo
Vale la pena di ricordare che Livorno aveva fatto da apripista in questo campo, ma si era ritrovata a fare in conti con un “eccesso di anticipo” – dieci anni buoni – sulla maturazione dei tempi. Figurarsi che alla calata Sgarallino è stato già da lungo tempo realizzato un impianto che sembra una sorta di grande prolunga con una maxi-presa per collegarsi agli apparati di bordo. Ma è rimasta sostanzialmente inutilizzata: perfino trovare una nave per il collaudo era stato complicato. Anche perché nel frattempo, stanti gli alti costi di fornitura di elettricità, gli armatori si erano indirizzati in altre direzioni: gli “scrubber”, qualcosa di paragonabile a una marmitta catalitica per abbattere gli elementi inquinanti; il combustibile a basso tasso di zolfo.
L’Authority, in tale circostanza, aveva pronosticato che che nel 2026 la questione dei fumi durante le soste in porto sarebbe stata risolta definitivamente sia a Piombino e Portoferraio che, a seguire, a Livorno. Nel fratello i vertici dell’ente avevano segnalato che Transport & Environment (T&E), realtà europea impegnata nella trincea della decarbonizzazione dei trasporti, guardando allo stato di avanzamento dei vari piani per elettrificare le banchine di in una trentina di scali del Vecchio Continente. Risultato: Livorno era nel gruppo di quelli allo stadio più avanzato di realizzazione.
Nei giorni scorsi il numero uno di Palazzo Rosciano, Davide Gariglio, ha firmato il rogito dal notaio per ottenere dal Comune di Portoferraio un’area dove realizzare la cabina di conversione elettrica. I lavori pubblici – è stato detto – è «ormai vicino alla sua ultimazione»: oltre alla cabina di distribuzione, prevede una serie di impianti «costituita da cavidotti e cavi tra cabine e prese di banchina, realizzati completamente interrati e non visibili».
È da aggiungere, infine, tornando a occuparci di Palazzo Civico, che nell’ultima seduta la giunta municipale ha analizzato la “Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria in Toscana – monitoraggio 2024” elaborata da Arpat. Secondo quanto riferito, lo stato della qualità dell’aria mostra «un panorama che a livello regionale e nell’area livornese conferma una situazione complessivamente positiva». Stessa formula («complessivamente positiva») viene riservata anche per la valutazione di quanto emerso anche dalla specifica campagna indicativa di rilevamento della qualità dell’aria che è stata effettuata nel periodo compreso fra il giugno 2023 e il maggio successivo con un mezzo mobile collocato a Livorno in piazza Grande, in piazza Cavour e nella zona del Mercatino Americano.
Bob Cremonesi











