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POLO SCIENTIFICO

Scoglio della Regina e Dogana d’Acqua, è qui la ricerca tech dedicata al mare

La blue economy formato innovazione: a cosa lavorano i centri di ricerca che cambiano Livorno

Il centro di ricerca allo Scoglio della Regina sul lungomare di Livorno

LIVORNO. C’era una volta il polpo che provava a indovinare i risultati delle partite del mondiale di calcio. Forse non era la Sibilla Cumana ma magari era più divertente della Sfinge egizia: se non altro servì a far capire ai livornesi che il polpo non è solo un coso da sbatacchiare sul marmo per poi mettere nel menù con le patate ma, chissà, potrebbe essere perfino quasi più intelligente di parecchi umani. Quantomeno quello che nuotava nelle vasche dell’istituto di biorobotica della Scuola Sant’Anna agli ex Bagnetti dello Scoglio della Regina, sul lungomare di Livorno: riusciva a infilarsi in qualsiasi buco con una tale iper-destrezza nei movimenti che neanche il mago Houdini. Merito della tripla fascia di muscolatura incrociata e del fatto che il cervello sta solo in piccola parte nella testa ed è in gran parte disseminato nelle varie parti del corpo.

Fatto sta che da lì Livorno ha imparato a fare i conti con cosa significa la ricerca universitaria avanzata di base. Senza quell’avamposto, nato dall’alleanza fra lo scienziato Paolo Dario e l’assessora Giovanna Colombini negli anni di Cosimi sindaco, probabilmente adesso non ci sarebbe quell’incrocio di poli di ricerca che operano allo Scoglio della Regina, alla Dogana d’Acqua e al Polo dei Sistemi Logistici: i cui risultati, relativamente alle attività svolte quest’anno, sono state presentate a Livorno per iniziativa del Centro per l’Innovazione delle Tecnologie del Mare (Citem).

Dopo l’introduzione dell’assessore all’innovazione Michele Magnani, all’iniziativa che ha messo in vetruna le attività sono intervenuti come relatori :

  • Francesco Serafino (Ibe-Cnr)
  • David Pellegrini (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale)
  • Paolo Sartor (Centro Interuniversitario di Biologia Marina ed Ecologica applicata di Livorno)
  • Rossella Mocari (Consorzio Lamma)
  • Paolo Pagano (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, Cnit)
  • Simone Libralato (Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Ogs)
  • Nicola Castellano (Polo dei Sistemi Logistici dell’Università di Pisa)
  • Marcello Calisti (Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna)

È stato sottolineato che il Citem, promosso dal Comune di Livorno, ha al proprio interno le competenze di numerosi centri di eccellenza nell’ambito della ricerca marina: «Può dare a Livorno, alla Toscana e al nostro Paese – questo l’aspetto chiave – un contributo importante in termini di ricerca sull’impatto dei cambiamenti climatici e delle attività generate dalla presenza umana sul mare, le coste, e il capitale naturale che le caratterizza.

È da aggiungere che in questo contesto da parte del Citem si mettono in campo «conoscenze e strumentazioni innovative integrate per il monitoraggio e l’analisi, la fornitura di servizi, e la ricerca applicata, attraverso approcci olistici per l’economia blu e la salute del mare». E non è tutto: l’economia del mare resta «uno dei pilastri dello sviluppo nazionale». Parola del report del centro studi Srm: è un settore che «genera 76,6 miliardi di euro di valore aggiunto, che diventano 216,6 miliardi considerando l’indotto, pari all’11,3% del Pil italiano».

Nel corso dell’anno che si sta concludendo vale la pena di notare che i centri di ricerca di Citem hanno lavorato «complessivamente su ventuno progetti»: sono numeri – viene messo in evidenza – che «confermano la centralità strategica della blue economy e che trovano a Livorno uno dei laboratori di ricerca e sviluppo più dinamici del Paese». Tra Scoglio della Regina (sul lungomare non lontano dai cantieri Azimut Benetti) e Dogana d’Acqua (in via della Cinta Esterna, accanto al rione di San Marco) in questo 2025 si è consolidato «un vero e proprio distretto della ricerca marittima»: qui istituti nazionali, università e centri di eccellenza «lavorano fianco a fianco su robotica, monitoraggio ambientale, logistica, biodiversità e sicurezza marittima». Moltissime le collaborazioni tra gli enti dei due poli di ricerca targati Livorno.

Ad esempio, riguardo al progetto Interreg Francia Italia Marittimo si chiama “Aquabios” il progetto che vede coinvolti Ispra e Ogs. Di cosa si tratta? Di una «fattoria del mare per l’acquacoltura biologica e sostenibile». A ciò va sommato il fatto che Ispra, in collaborazione con Ogs, Università di Pisa e l’Acquario di Livorno ha ospitato il terzo Workshop bilaterale italo-cinese per la ricerca e l’educazione in ambito scienze del mare. Ancora l’Ispra, in tandem con l’Istituto di Biorobotica della Scuola Sant’Anna, si è occupata del progetto Interreg Francia Italia Marittimo denominato “Ammirare”: è dedicato al miglioramento della resilienza degli arenili. Non basta: sempre l’Ispra, ma con il Cnr-Ibe ha lavorato al Progetto Prin Ecomar per utilizzare tecniche di telerilevamento per il monitoraggio di isole di plastica galleggianti.

Cibm e Ogs quest’anno hanno consolidato la loro collaborazione per il progetto “National Biodiversity Future Center” coordinato da Cnr Ismar. Scopo: promuovere l’integrazione della biodiversità nella gestione dello spazio marittimo e ideare soluzioni per preservare gli ecosistemi marini.

Lamma ha sviluppato collaborazioni con Cnr Ibe nell’ambito di modelli per la risoluzione di fase, mentre insieme a Ispra e Cnr si è occupata dello sviluppo di sistemi modellistici per la previsione eventi di inquinamento a breve termine. Di più: con Ogs e Cnr ha studiato lo «sviluppo di un sistema modellistico bio-geo-chimico accoppiato con modelli oceanografici».

La zona della Dogana d’Acqua e, a destra l’edificio del nuovo polo di ricerca a Livorno, zona Cinta ESterna

Il Citem sente l’esigenza di aprirsi ulteriormente alla città e al territorio così da divulgare il proprio lavoro: lo farà mettendo in programma eventi con le scuole e i cittadini al fine di mostrare il frutto delle propie ricerche. A tal riguardo, va detto che l’Ispra ha già in programma un’apertura al pubblico, è in agenda per il prossimo 25 settembre ma il calendario anche degli altri centri di ricerca si amplierà nei prossimi mesi: ad esempio, nel frattempo è stato annunciato per il prossimo 20 marzo alle 14.30 un workshop su “Innovazione in logistica” del Polo Sistemi Logistici a Villa Letizia.

Robotica e ambienti estremi: l’Istituto di BioRobotica. Questo centro appartenente alla galassia della Scuola Superiore Sant’Anna – viene sottolineato – ha portato a Livorno attività di frontiera: robot bioispirati per il monitoraggio ambientale, sistemi autonomi per il soccorso in mare e sperimentazioni sul campo con studenti e ricercatori internazionali. Ai quattro progetti attivi finora (“Real Ice”, “Ammirare”, “Erasmus+”, “Drone Bagnino”) si aggiungeranno nel 2026 nuove ricerche dedicate alla robotica in ambienti estremi e al coordinamento di sciami robotici.

Navigazione digitale e logistica intelligente: il ruolo del Cnit. Questo polo ha collaborato con la Guardia Costiera per la navigazione autonoma e con l’Autorità Portuale per il riuso dei sistemi Port Community System. Sono due i progetti strategici che il prossimo anno arriveranno a conclusione:

Sat5GCon: è finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana e serve a monitorare i container “Iso” tramite tecnologie satellitari e 5G così da «migliorare tracciabilità e sicurezza delle merci lungo l’intera catena logistica».

Logica (Logistic Innovative ChaAin): si avvale di un cofinanziamento del Fesr Toscana 2021-2027 e ha lo scopo di «potenziare la logistica multimodale con soluzioni IoT, in partnership con un’azienda livornese».

Il Polo Universitario dei Sistemi Logistici: IA, turismo, sostenibilità e idrogeno. Il Polo dei Sistemi Logistici dell’Università di Pisa ha lavorato su sei progetti che spaziano dall’intelligenza artificiale applicata alla viticoltura alla “gamification” per il turismo, fino alla sostenibilità ambientale, al recupero efficiente di materie prime contenute dei rifiuti elettrici ed elettronici e alla mobilità a idrogeno.

Ispra: tutela degli ecosistemi e monitoraggio costiero. Ispra è impegnata in progetti di ricerca nazionali (Interreg, Life, Euromed) e ha operato su numerosi fronti nelle aree portuali e costiere toscane: dalla Laguna di Orbetello alla Gorgona, da Capraia a Calafuria, fino alla costa livornese ed elbana. Le attività hanno riguardato contaminazioni, reti fantasma, plastiche, posidonia e interventi di ripristino ambientale.

Lamma e Cnr-Ismar: “digital twin” e resilienza climatica. Le attività di quest’anno – viene messo in rilievo –hanno puntato su «droni, radar, satelliti e modelli avanzati per monitorare le acque marine e costiere e prevedere eventi critici come inquinamento, erosione e rischi meteo-marini». Centrale lo sviluppo di “gemelli digitali” per supportare decisioni strategiche su energia, sicurezza e gestione costiera.

Ogs: modelli oceanografici e biodiversità. Ogs Livorno ha sviluppato modelli per descrivere la circolazione costiera e le dinamiche oceanografiche ed ecologiche del Mar Tirreno, con applicazioni future sul tracciamento degli inquinanti, in particolare nel mercurio. Nell’ambito del Centro Nazionale Biodiversità (Nbfc) ha studiato anche il “ranchio blu, specie aliena invasiva sempre più diffusa.

Cibm: pesca sostenibile e valutazione delle risorse. Il Cibm ha proseguito le attività del “Programma comunitario sulla raccolta dati della pesca” e partecipato a progetti europei come Ecoefishent e DecarbonyT, oltre a collaborare con Ogs in un progetto.

Cnr Ibe: onde, batimetrie e qualità dell’aria.  Questo istituto ha lavorato su modelli 3D delle onde, studi batimetrici, analisi delle scie navali e monitoraggio ambientale. Tra i progetti più rilevanti: Pon S4E (che comprende tre progetti di social innovation) e Prin Ecomare (di cui Cnr Ibe è responsabile scientifico), dedicato alle isole di plastica galleggianti.

Queste le parole dell’assessore Michele Magnani: «Sono cresciute le attività nel 2025 di ogni centro di ricerca, e continuano le collaborazioni tra di loro su progetti di ricerca condivisi. Un altro passo importante sarà l’implementazione dell’apertura all’esterno per fare conoscere alla cittadinanza, alle scuole a alle aziende il lavoro dei centri di ricerca a tutela e salvaguardia delle coste e del mare».

Pubblicato il
23 Dicembre 2025

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