Vite operaie e lotte di fabbrica raccontate in forma di podcast e di radio
Controradio più Fiom e Cgil: dalle acciaierie di Piombino per riprendersi la voce

Corteo operaio di protesta
PIOMBINO (Livorno). Nell’anno che sta per cominciare la Fiom, l’organizzazione sindacale Cgil dei metalmeccanici, spegnerà le sue prime 125 candeline nel ricordo del giorno in cui è stata fondata a Livorno. E dall’industria del territorio provinciale livornese parte un ciclo di dieci podcast dal titolo “Lavorare la vita”: è un progetto della Fiom sia nazionale che toscana in collaborazione con la Cgil regionale e in tandem con Controradio per «raccontare il lavoro nell’industria attraverso alcune delle vertenze simbolo della Toscana degli ultimi anni», com’è stato detto nella presentazione.
Se la prima metà della serie dei podcast, già disponibile da lunedì 22 dicembre, mette sotto i riflettori le acciaierie di Piombino e le lotte operaie di quel comprensorio, nelle settimane successive si aggiungeranno i casi di Breda (a Pistoia), Beko (nella zona di Siena), Baker Hughes (con sedi a Firenze e a Massa), Bekaert (situata a Figline Valdarno), Gkn (fabbrica di Campi Bisenzio).
Le puntate del podcast saranno disponibili all’ascolto sulle piattaforme Spotify, Speaker e Amazon di Controradio. Occorre precisare che tali podcast saranno messi in onda tutti i lunedì, ore 9,35, su Controradio in fm (province di Firenze, Prato, Pistoia, Pisa, Lucca e Livorno), in Dab, il digitale terrestre in tutta la Toscana, in streaming sulla app Controradio; le potrete comunque trovare anche sul sito controradio.it nella pagina dedicata. Obiettivo: ridare la parola ai veri protagonisti della storia, ma dal basso: è l’ intendimento di questo podcast che è ideato e curato da Domenico Guarino. «Vogliamo dare voce – è stato sottolineato – al lavoro reale, alle persone che ogni giorno tengono in piedi l’industria toscana e che troppo spesso restano invisibili nel dibattito pubblico: la Storia sono loro».
L’ambizione è proprio questa, dicono dal quartier generale del sindacato: riaccendere i riflettori sulla classe operaia contemporanea. Lo si fa partendo da una idea guida: il lavoro operaio – viene rimarcato – rappresenta ancora una spina dorsale dell’economia italiana. «Solo che nessuno ne parla: anzi, negli ultimi anni abbiamo assistito, in un quadro di generale svalutazione del lavoro, ad una vera e propria “estromissione” della figura degli operai dai contesti narrativi, sia di cronaca che di fiction». Illustrando l’iniziativa il sindacato e l’emittente radio mettono sul tavolo una doppia domanda: perché questo è avvenuto? e si è trattato di un fatto casuale? Comunque si voglia rispondere, c’è intanto da «raccontare le storie di chi lavora nelle fabbriche, le loro aspettative, le loro lotte, le sconfitte, ma anche i successi».
La prima vicenda, come detto, riguarda le acciaierie di Piombino: è articolata in cinque puntate e presenta le voci di lavoratori, sindacalisti, società civile, politici, scrittori. Titolo: “Pane e fumi, Piombino e la storia della siderurgia italiana”. I promotori dell’iniziativa lo descrivono come «un vero e proprio case-history sulla città-fabbrica per antonomasia». Nel dettaglio:
- prima puntata, “Dagli albori ad oggi: Piombino nella storia della siderurgia italiana”;
- seconda puntata, “La città che si fa fabbrica”;
- terza puntata, “Gli anni del boom”;
- quarta puntata, “La crisi e le lotte dei lavoratori”;
- quinta puntata, “Il presente che chiama il futuro, tra nuove prospettive e vecchi timori”.
La seconda metà della serie di podcast, cioè gli altri cinque – viene messo in luce – sono pensati per «illuminare, attraverso il racconto di una vertenza, un aspetto specifico del lavoro in rapporto con la società, l’economia, la politica». Titolo: “L’industria toscana nel Ventunesimo Secolo tra crisi e nuovi orizzonti”.

Manifestazione sindacale dei lavoratori metalmeccanici a Piombino
Come preannunciato, le vertenze da passare ai raggi x saranno:
- la Breda di Pistoia (sesta puntata, “Una storia di amianto”, sul conflitto lavoro/salute);
- la Beko di Siena (settima puntata, “L’ultima riserva industriale in terra di Siena”, sul rapporto tra fabbrica e territorio);
- la Baker Hughes di Firenze e Massa (ottava puntata, “L’eccellenza paga”, una storia di successo);
- la Bekaert di Figline Valdarno (nona puntata, “La fabbrica che non volle chiudere”);
- la Gkn di Campi Bisenzio (“La Gkn e il sogno della fabbrica socialmente integrata”, una vertenza politica che dà corpo a tutte le contraddizioni della contemporaneità).
Queste le parole di Gabriele Polo, responsabile comunicazione Fiom Cgil nazionale: «Per il sindacato la comunicazione negli ultimi anni è diventata sempre più importante. Far emergere dal cono d’ombra in cui erano piombati, a partire dagli anni ’90, lavoratrici e lavoratori, nell’oscuramento delle loro condizioni materiali e dei loro punti di vista, è diventata una priorità. In particolare si tratta di raccontare il lavoro nella sua realtà quotidianità, superando la logica dell’emergenza secondo cui fanno notizia soltanto i drammi personali o le crisi industriali, ignorando il ruolo generale che il lavoro ha come parte della partecipazione non solo economica ma anche politica e culturale alla vita del Paese». Poi rincara: «Con questi obiettivi il sindacato ha dovuto anche misurarsi con una radicale trasformazione dei mezzi di comunicazione, imparando a utilizzare la pluralità dell’attuale panorama dei media». Polo ricorda che un mezzo come la radio, «pur essendo uno dei più antichi e consolidati strumenti di comunicazione, mantiene intatta la sua freschezza e continua a essere ancor oggi, in tempi dominati dalla comunicazione frettolosa e inverificabile dei social, uno degli strumenti più efficaci per il racconto sociale».
Così commenta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom Cgil: «Senza acciaio non si può stare. La discussione che c’è oggi sul futuro della siderurgia è tra una società dove la finanza è al centro e una società dove c’è ancora lo spazio per il lavoro industriale. Questa contraddizione non è ancora sciolta. Con questo lavoro vogliamo raccontare una storia che non è finita e soprattutto che i lavoratori dell’acciaio non si arrendono».
Ecco le dichiarazioni di Daniele Calosi, segretario Fiom Cgil Toscana: «Raccontare le vertenze simbolo della nostra regione attraverso un podcast significa scegliere un linguaggio accessibile e contemporaneo per spiegare cosa c’è dietro una fabbrica, una crisi industriale, una lotta sindacale: vite, competenze, territori, futuro. Nelle vertenze raccontate, affrontiamo storie diverse ma unite da un filo comune: la necessità di una politica industriale che metta al centro il lavoro, la dignità e la sostenibilità. Questo progetto è uno strumento in più per costruire consapevolezza, partecipazione e solidarietà attorno alle vertenze che segnano il presente e il futuro della Toscana».
Il pensiero di Rossano Rossi, leader della Cgil Toscana. è questo: «Siamo di fronte a un progetto importante perché rimette al centro il lavoro come esperienza collettiva, sociale e democratica. Raccontare le grandi vertenze industriali della Toscana attraverso le voci di chi le vive ogni giorno significa restituire dignità e profondità a storie che non sono solo crisi aziendali, ma questioni che riguardano intere comunità, territori e il futuro del nostro sistema produttivo. Senza il protagonismo del lavoro non c’è sviluppo possibile. Va battuta questa strada che intende costruire informazione, consapevolezza e partecipazione, perché il lavoro è una sfida centrale per il presente e per la Toscana di domani».
La parola, infine, all’emittente Controradio: qui parla Domenico Guarino, curatore dei podcast: «Da operatore dell’informazione, mi sono accorto che, quasi esistesse un disegno preordinato, le figure dei lavoratori, e quelle dei lavoratori operai in particolare modo, negli ultimi anni sono state completamente espunte dall’immaginario collettivo. Come se fossero effettivamente scomparse. Mentre, invece, i lavoratori dell’industria sono ancora tantissimi in Italia e garantiscono ancora al nostro Paese il rango di seconda nazione manifatturiera d’Europa, ottava potenza industriale nel mondo. Da qui l’idea di raccontare le loro storie, le loro aspettative, la loro dimensione “politica” e “sociale” nell’abito delle vertenze più significative (nel bene o nel male) nella nostra regione. Il risultato sono questi 10 podcast che certamente non hanno la pretesa di esaurire il racconto del mondo operaio oggi, ma l’ambizione di suscitare un dibattito da troppo tempo sopito: che futuro vogliamo per il nostro Paese?».
Sempre dalla sponda di Controradio, ecco il direttore generale Marco Imponente: «Controradio ha avviato da tempo la produzione di cicli di podcast che raccontano storie importanti del nostro territorio. Storie che vengono diffuse sulle piattaforme per essere ascoltate dai cittadini toscani, ma che al tempo stesso vengono in tal modo conservate nel tempo, diventando archivio di una memoria collettiva. E’ interessante ricordare il “plus” che Controradio mette a disposizione del progetto: alla pubblicazione sulle piattaforme podcast, viene associata la messa in onda radiofonica, che ha il pregio di garantire importanti ascolti supplementari. Il ciclo realizzato per Fiom Cgil, in particolare questa prima serie su Piombino, racconta la storia di una città e del lavoro legato alle vicissitudini delle sue acciaierie, un argomento che Controradio ha sempre seguito, a livello giornalistico, con interviste, dirette ed approfondimenti».











