Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Attenti alle orche!

LONDRA – Le orche “assassine di barche” da diporto diventano un caso anche in Mediterraneo. Due importanti associazioni nautiche, il RYA (Royal Yachting Association) e la Cruising Association hanno ufficialmente diramato un comunicato in cui, con l’arrivo della bella stagione, sollecitano i diportisti che pianificano crociere in acque dove sono presenti orche di informarsi sul protocolli forniti da RYA e CA e osservare le necessarie precauzioni.

Le zone interessate sono, per ora, Golfo di Biscaglia, penisola iberica e Stretto di Gibilterra, costa settentrionale del Marocco, costa mediterranea della Spagna sino a Marbella.

L’allarme lanciato sarebbe reale: nell’ultimo anno le orche hanno affondato due barche e causato danni ad almeno una decina di barche, ben 28 le interazioni con le orche in Spagna nel 2023.

Clamoroso il caso di ben tre barche attaccate durante il trasferimento alla regata Copa del Rey a Palma di Maiorca.

Perché le orche (whale killer) attaccano le barche a vela? Gli esperti del RYA e del CCA brancolano nel buio: “Nonostante i danni alle barche – riferisce un loro studio – riteniamo che classificare le interazioni come “attacchi” sia fuorviante. Raramente le barche attaccate presentano segni di denti: i danni predominanti ai timoni e alle chiglie sono dovuti a colpi vibrati con la testa o il corpo. Le orche non fanno a pezzi i timoni, come farebbero se si trattasse di un comportamento di caccia: però colpiscono principalmente i timoni senza skeg e in secondo ordine le derive. Sebbene il comportamento possa essere spaventoso (e costoso) dal punto di vista umano, dal punto di vista delle orche sembra essere in qualche modo gratificante”. Insomma, si divertono: oppure si allenano caso mai si presentasse qualche balena con il cucciolo: quest’ultimo destinato a soccombere agli attacchi concentrati. Episodi già verificati anche in Mediterraneo, dove le balene frequentano storicamente il Nord Tirreno.

Pubblicato il
13 Aprile 2024
Ultima modifica
17 Aprile 2024 - ora: 12:45

Potrebbe interessarti

Proposta dal Bureau Veritas Italia come strumento di garanzia

“Safe container”, una certificazione

Per ridurre i costi della sinistrosità, 6 miliardi di dollari all’anno, l’attestato di sicurezza - Ogni 5 anni i controlli sui Teu dry e ogni 2,5 anni, per quelli cisterna per merci pericolose

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio