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Ma chi è senza peccato?

Rodolfo Giampieri

LIVORNO – Premetto che stimo 👤 Rodolfo Giampieri da quando era presidente dell’AdSP dell’Adriatico Centrale da Ancona: concreto, sufficientemente scafato, capace di individuare i fatti reali dalle chiacchiere. E quando è stato nominato presidente di Assoporti mi sono augurato che riuscisse a far uscire la variegata associazione dalle sue tendenze centrifughe, e di farne un ascoltato interlocutore del governo.

Che ci sia o no riuscito, Giampieri sa di avere una bella gatta da pelare: e non dubito che faccia il possibile. Ma il linguaggio della sua intervista, qui a fianco, conferma che tutto e prima di tutto è politica. L’attesa riforma della riforma dei porti? Guanto di velluto, mentre avrei sperato pugni di ferro sul tavolino. Gli faccio gli auguri.

*

Le tempeste giudiziarie che si sono abbattute – e stanno abbattendo – sui porti italiani non aiutano.

Ma saremmo ingenui a credere che la logistica italiana fosse un settore di verginelle.

Come il tema dei contributi degli imprenditori ai politici: sarebbe prassi, dove le eccezioni sono “rara avis”, e gli stessi imprenditori – come del resto ha dichiarato Spinelli – qualche volta si troverebbero ad elargire i propri contributi in modo del tutto imparziale, in modo da mettersi al vento, chiunque vinca.

È solo la vulgata?

*

👤 Giuseppe Busia, presidente dell’Anticorruzione, di recente è stato chiaro: 🗣️ “In tempi di Pnrr l’Europa ci guarda. E siamo messi male. Sia la Corte dei conti Ue, sia la Procura europea vedono «l’Italia in una posizione ancora troppo arretrata». Eppoi siamo «il Paese con il valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio Ue per frodi e malversazioni, riconducibili anche alle mafie».

Anche questo è un parere “politicizzato” o sono fatti?

E qualcuno torna al refrain: non sarebbe meglio che i porti fossero gestiti come Spa, senza scudi pubblici? 

Antonio Fulvi

Pubblicato il
22 Maggio 2024
Ultima modifica
23 Maggio 2024 - ora: 10:24

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