Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Pensioni e welfare, basteranno?

ROMA – Cosa accadrà al futuro di pensioni e welfare, da qui a vent’anni? Per molti giovani che stanno lavorando, la domanda è legittima: saranno socialmente efficaci? Domande da porsi, dato che nel 2045/2050 l’Italia raggiungerà il picco dell’invecchiamento della popolazione e sarà nel pieno della più grande transizione demografica di tutti i tempi.

La Cassa pensionistica degli psicologi ha portato questi interrogativi al Convegno ENPAP.

Come riferito, ENPAP gode di ottima salute, è ancora una cassa con una popolazione giovane e in fase di accumulo di contributi.

Nonostante le buone notizie – è emerso dal convegno – le difficoltà un po’ per tutti i giovani che lavorano sono a vista d’occhio. Il sistema contributivo italiano che coinvolge tutti i lavoratori dal 1996, pur garantendo una migliore auto-sostenibilità, rischia di non essere altrettanto efficace in termini di adeguatezza delle pensioni. Perché mette sulle spalle di ciascun lavoratore l’onere di costruire interamente la propria pensione attraverso l’accantonamento di una quota importante dei propri redditi. Onere esposto all’attuale incertezza e discontinuità del lavoro, anche per i liberi professionisti, che rischia di far raggiungere solo parzialmente l’obiettivo di proteggere la società da una povertà diffusa quando si cessa l’attività lavorativa.

Fin qui il comunicato della cassa psicologi. Le conclusioni, riassume dalla lunga nota, sono: monitorare con attenzione l’andamento del welfare della propria categoria, ed eventualmente intervenire sulle casse integrative. Oppure, come suggeriscono molti, integrare con una assicurazione finalizzata ad aggiungere un trattamento aggiuntivo. Per garantirsi comunque una vecchiaia serena in un mondo certo più green e sostenibile, ma non per questo meno legato al tenore di vita cui si è abituati.

Pubblicato il
7 Dicembre 2024

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio