Livorno, finalmente l’accordo su traghetti e crociere
L'Authority di Guerrieri raggiunge l'intesa con Moby-Msc per sbloccare l'impasse
DALL’ARCHIVIO: porto passeggeri story – le anticipazioni e la telenovela del lungo impasse attraverso gli articoli della Gazzetta Marittima
LIVORNO. Alla fine la fumata bianca è arrivata: è stata necessaria una trattativa lunga e complicata ma finalmente nel porto di Livorno si è trovata la quadra sul fronte traghetti e crociere con l’accordo che è stato sottoscritto dall’Autorità di Sistema Portuale guidata da Luciano Guerrieri e la Porto 2000, cioè in realtà la società Livorno Terminals, controllata dalla “balena blu” di Moby della famiglia Onorato con una quota in mano a Marinvest (galassia Msc).

Luciano Guerrieri, presidente dell’Autorità di sistema portuale di Livorno-Piombino
Palazzo Rosciano annuncia che è stato sottoscritto tra le parti «l’accordo procedimentale che ridisegna il futuro delle banchine delle crociere e dei traghetti»: in tal modo – viene specificato – si dà «piena attuazione» alla privatizzazione che nel 2018 ha visto la compagine di Moby-Msc acquisire la maggioranza nella società che si occupa del servizio di assistenza ai turisti di traghetti e love boat.
LO SPRINT FINALE DEL MANDATO DI GUERRIERI
Siamo a pochi passi dal termine del mandato quadriennale affidato a Luciano Guerrieri e dal quartier generale dell’istituzione si rivendica con orgoglio che l’attuale presidente è riuscito a raggiungere «un altro traguardo della sua presidenza: quello di mettere fine alla stagione della guerra aperta sulla delicata materia dei servizi di accoglienza dei passeggeri e dei croceristi». In effetti, un progetto con un investimento da un centinaio di milioni di euro è rimasto nel freezer per un intrecciarsi di motivi talmente ingarbugliati da risultare a lungo inestricabili. Con un’unica conseguenza: lo stop a qualunque realizzazione. Alla privatizzazione era seguito un interminabile stallo: anziché il salto di qualità con i soldi degli investitori privati, ogni investimento era rimasto a galleggiare all’ombra del silos…
La soluzione è stata trovata disinnescando uno per uno le ragioni di conflitto. Sostanzialmente c’è un tris di binari nel percorso delineato nell’intesa che è stata confezionata da Roberta Macii, dirigente responsabile del procedimento amministrativo. Tre binari, due dei quali – viene spiegato – corrono in parallelo: sono relativi a interventi infrastrutturali così come all’aggiornamento e alla rimodulazione del piano economico finanziario che Moby-Msc avevano presentato in occasione della gara per la privatizzazione.
Ad esempio, ci sono lavori che l’Authority deve effettuare, talvolta prima e talvolta in parallelo, rispetto ai tempi con cui Moby-Msc devono metter mano ai propri investimenti. Palazzo Rosciano indica che l’accordo ha portato a «un cronoprogramma preciso delle opere», suddividendole in tre lotti. Con un obiettivo generale: la nuova infrastrutturazione arretrerà verso terra le banchine portuali che si affacciano sui bacini Cappellini e Firenze e ciò consentirà contestualmente di allargare gli specchi acquei. In particolare: alle navi da crociera sarà assegnato «l’accosto sulle banchine delle Calate Orlando e Pisa», invece le banchine della Calata Carrara «rimarranno destinate ai traghetti».

Sulla destra: il vecchio silos e, accanto, una nave alla Calata Sgarallino
I TRE LOTTI DI INTERVENTO
Da Palazzo Rosciano, sede dell’istituzione portuale, si indica gli anni 2027-2028 come orizzonte per il primo lotto d’intervento: un po’ più della metà (38,7) dei settanta milioni di euro indicati come spesa complessiva. Occhi puntati «sulla testata dell’Alto Fondale e sulla Calata Orlando», secondo quanto è stato reso noto. È poi previsto anche di sezionare il bacino Firenze come pure l’avvio delle attività di riempimento di esso. Come? Recuperando e riutilizzando i materiali derivanti dalle resecazioni. Da aggiungere: è in questa fase che viene messa in calendario la costruzione della darsena per piloti e ormeggiatori in testa all’Alto Fondale, oltre alla «predisposizione di un primo accosto crociere».
Secondo round, temporalmente collocato nel triennio fra il 2028 e il 2030: la chiave di volta è la realizzazione del secondo accosto delle crociere. Qui sono in ballo altri 16,6 milioni di euo.
Il terzo lotto si accavalla a quello precedente, almeno parzialmente: le opere di resecazione che riprofileranno la Calata Carrara completeranno fra il 2029 e il 2031 «l’assetto definitivo del bacino Capellini-Firenze e delle relative banchine portuali», dice l’Autorità di sistema segnalando che in questo caso si stima una spesa di 15,5 milioni.
DA COSA PARTIRE INTANTO
Nel frattempo, l’accordo fra le parti mette in evidenza qualcosa da fare presto, se non a tambur battente: «immediatamente attuabili indipendentemente dal completamento degli interventi pubblici». Il riferimento è a una serie di «azioni compatibili con la pianificazione urbanistica di dettaglio». Detto in modo un po’ meno generico, fra questi aspetti ci sono: 1) «lo stralcio dell’hotel 4 stelle e del sottopasso viabilità davanti alla Fortezza Vecchia»; 2) l’urgente realizzazione del «nuovo ponte mobile di collegamento tra il porto Mediceo e Calata Sgarallino»; 3) la necessità di «procedere quanto prima alle demolizioni previste sul molo Alto Fondale, tutte opere che interferiscono con i nuovi profili di banchina e che devono trovare attuazione prima dell’avvio dei programmati adeguamenti infrastrutturali».
IL “MASTERPLAN” E IL CRONOPROGRAMMA
Un ulteriore tassello – o per dirla con la metafora ferroviaria iniziale: il terzo binario – sul quale si muove l’intesa mette al centro la trasformazione della stazione marittima sull’Alto Fondale. Tenendo la barra dritta sull’obiettivo di giungere alla firma dell’atto formale di concessione, l’Authority prende l’impegno di farsi parte ancor più attiva nel dialogo con il Comune di Livorno: appena acquisirà efficacia il “Piano operativo comunale”, scatteranno gli ingranaggi del procedimento per la definizione del “masterplan”. Si parte adesso con una scadenza: da subito partono i 90 giorni entro i quali la società di Moby e Msc trasmetterà all’Autorità di Sistema Portuale «una proposta progettuale su cui basare il masterplan da trasmettere all’Amministrazione comunale».
Con l’ok al “masterplan” si accompagnerà l’aggiornamento del cronoprogramma degli interventi a carico dell’Authority: tutto da impacchettare e inviare alla società attuatrice nata dalla costola dell’alleanza fra Moby e Msc: avrà quattro mesi di tempo per mettere a punto «il piano economico e finanziario asseverato e aggiornato rispetto a quello presentato dall’aggiudicatario nell’ambito dell’offerta tecnica presentata in sede di gara nel 2016». Insiem a questo saranno definite: «le modalità di sviluppo degli investimenti finanziari e degli interventi ad essi relativi; le previsioni di traffico aggiornate sulla base di scansioni temporali corrispondenti ai cronoprogrammi degli investimenti;il piano tariffario aggiornato per il servizio di interesse generale di stazione marittima e assistenza ai passeggeri; il piano occupazionale».
Al tirar delle somme, secondo le cifre fornite dall’istituzione portuale, la concessione definitiva riguarderà «un’area complessiva di 216.352 metri quadrati» e regolerà anche «l’utilizzo delle superfici demaniali marittime di 21,5 milioni di metri quadrati». È ancora dal 2 maggio 2019, giorno della sottoscrizione del contratto di cessione, che decorreranno i tempi: nel bando si parlava di una durata massima di trent’anni, qui si segnala che «sarà stabilita in funzione del piano economico finanziario aggiornato».

Il presidente dell’Authority Luciano Guerrieri e la dirigente Roberta Macii, protagonisti delle trattative per sbloccare la situazione
I COMMENTI DEI PROTAGONISTI
- Il presidente dell’Authority Luciano Guerrieri parla di «giorno importante per il progresso competitivo ed economico del porto di Livorno». Il numero uno del governo della portualità labronica rivendica l’intesa sulla quale Palazzo Rosciano in questi mesi ha «lavorato con dedizione» mirando a «evitare ulteriori controversie giudiziarie e a convergere su un percorso condiviso di crescita». Non è un segreto che le capacità diplomatiche di Guerrieri lo abbiano visto primattore nella ricucitura di strappi, contrapposizioni e liti che hanno sempre dettato legge nel porto di Livorno: «L’efficienza amministrativa e il richiamo a principi di collaborazione tra gli operatori sono sempre stati i fari che hanno guidato la nostra azione istituzionale e devo dare atto ai nostri uffici e ai dirigenti di essersi assunti in questi anni un onere importante». Guerrieri li ringrazia («hanno dato un contributo determinante») così come plaude alla «leale collaborazione» con la Camera di Commercio e la Capitaneria di Porto, oltre alla Porto di Livorno 2000 («si è impegnata con ferma volontà al raggiungimento di questa intesa»).
- Da Palazzo Rosciano, la dirigente Roberta Macii sottolinea che «questa è stata una delle vicende più complesse che abbia affrontato nel corso della mia vita professionale»: è stato necessario «un lavoro lungo e articolato», con «una complessa ricostruzione cronologica della vicenda risalente nel tempo ed una serie di approfondimenti giuridici». A tal riguardo, ha colto la palla al balzo per spendere parole di ringraziamento i colleghi che hanno lavorato all’intesa (Simone Gagliani, Cinthia De Luca, Fabrizio Marilli e Andrea Carli) e la stessa società con il suo team di legali ( «siamo tutti riusciti, ciascuno per la propria parte a conseguire un risultato non scontato»).
- Riccardo Breda è il presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, che insieme all’Autorità di Sistema Portuale è socio di minoranza della Porto di Livorno 2000: a suo giudizio le ricadute dell’accordo, tratteggiando il futuro per crociere e traghetti, presenta ricadute positive non soltanto per Livorno ma anche per la Toscana: «La Porto 2000 è una grande risorsa per il territorio. Con questa intesa, le parti – afferma – hanno accantonato le proprie riserve e posizioni pregiudiziali, attivando sinergie positive per lo sviluppo e la crescita del porto».
- La parola a Matteo Savelli, al timone della Porto di Livorno 2000 come presidente: l’intesa proietta la società nello sviluppo futuro del porto passeggeri. «La materia – sostiene – è stata complessa e continuerà ad esserlo: dobbiamo comunque guardare avanti per implementare il nostro traffico e far crescere il porto di Livorno, la porta della Toscana sul mare».