Assiterminal, le banchine alle prese con i rischi della transizione
GENOVA. «Transizione significa cambiamento ma anche capacità di guidarlo. I porti non possono più essere semplici nodi logistici: devono diventare piattaforme evolute, in grado di integrare innovazione, responsabilità sociale e sostenibilità». Le parole di Alessandro Ferrari, direttore di Assiterminal, indicano la bussola con cui è stato organizzato al Blue District di Genova il convegno dal titolo “Le transizioni necessarie del fare impresa nei porti: strumenti, opportunità, soluzioni”. L’ha promosso Assiterminal mettendo sotto la lente le sfide-chiave che le imprese portuali devono affrontare: dalla transizione digitale e ambientale alla gestione delle risorse umane, dalla sicurezza operativa alla “compliance” normativa.

Il convegno organizzato da Assiterminal
Protagonista una sfilza di soggetti, moderati dal giornalista Leonardo Parigi:
- Formare (Fabrizio Monticelli) su formazione e competenze nei terminal portuali
- Toffoletto De Luca Tamajo (avvocati Ornella Patanè, Donatella Cungi, Andrea Bortoluzzi) sul divario di genere e la trasparenza negli stipendi;
- Assiterminal (avv. Lorenza Paletto) con una testimonianza aziendale su buone pratiche nelle risorse umane;
- Marsh (Alessandra Corsi) con un focus sui rischi in fatto di cybersicurezza e le soluzioni di trasferimento assicurativo in ambito portuale;
- Rina (Cristina Migliaro e Alessandro Venturin) con un approfondimento su Esg (i principi che al di là del profitto misurano l’impatto di un’azienda su ambiente, società e gestione aziendale) e canoni concessori;
- Sige (Stefano Mordeglia) che ha illustrato un modello efficace nelle operazioni portuali per la gestione di Dvr (valutazione dei rischi) e Duvri (idem ma allargata al fatto che più imprese operano in un unico luogo)
ForMare si è occupata di come allineare i profili professionali alle esigenze reali dei terminal: è il passaggio-clou per promuovere la crescita di risorse umane qualificate. Lo studio legale Toffoletto De Luca Tamajo ha richiamato, sul fronte del divario di genere, gli obblighi che la Direttiva Europea n. 970/2023 introdurrà a carico delle imprese, ma anche immaginando certificazioni per premiare le realtà virtuose nelle imprese che si impegnano a ridurre gli squilibri di stipendio fra uomini e donne. Parlando del rischio cyber è stato sottolineato che l’aumento della digitalizzazione e l’interconnessione delle infrastrutture espone i terminal portuali a una molteplicità di minacce: per Alessandra Corsi (Marsh Italia) la tutela sta in «una combinazione di tecnologie avanzate, formazione del personale e polizze assicurative specifiche».
Quanto al calcolo del canone minimo sulla base del decreto ministeriale del dicembre scorso, Rina ha messo a punto per conto di Assiterminal un modello di calcolo per determinare i costi minimi di utilizzo esclusivo delle aree demaniali. Obiettivo: avere un riferimento di fronte a quanto richiede la singola Autorità di Sistema Portuale.
Riguardo alla gestione dei rischi, Sige ha presentato un modello operativo efficace guardando al documento sulla valutazione dei rischi (Dvr) e a quello che si allarga alle interferenze con altre realtà produttive (Duvri): adattandosi alle esigenze tipiche dei terminal portuali, sono stati presentati insieme a metodi pratici per identificare tempestivamente e gestire con efficacia le anomalie.
Prossimo appuntamento: l’assemblea pubblica di Assiterminal in agenda per il 19 giugno in Unioncamere a Roma. Titolo: “I porti spina dorsale d’Italia. Il valore del terminal per l’economia nazionale”. Sarà un’occasione unica – viene spiegato – per mettere a confronto imprese e istituzioni, puntando a «favorire la crescita del settore in risposta alle reali esigenze del mercato».