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IL FRONTE DELLE IMPRESE

Anche a Livorno l’autotrasporto farà pagare i costi extra per i terminal in tilt

Scatterà dal 1° luglio, nel mirino i ritardi per i disservizi dell’operatività portuale

LIVORNO. Se Assiterminal s’era anche solo lontanamente immaginata di aver messo il punto al braccio di ferro sulla “tassa” sul congestionamento dei terminal, a distanza di poche ore arriva – quantomeno nel porto di Livorno – la contromossa del fronte delle organizzazioni di rappresentanza dell’autotrasporto: dal 1° luglio applicheranno un costo extra. Quanto? «Un valore in linea con quanto già applicato nei porti di Genova e La Spezia» (e sarà «evidenziato in fattura con la seguente voce: “Port fee carico e/o scarico porto di Livorno”»). Fino a quando? «Tale forma di indennizzo verrà applicata fino a quando non verranno ristabilite le normali condizioni di completa funzionalità dell’operatività del sistema portuale e dei terminal».

Lo hanno comunicato le imprese di autotrasporto «nel rispetto della libera contrattazione tra le parti prevista dalle norme di settore» per «ogni trasporto di merce effettuato sulle tratte le cui origini/destinazioni comprendono il bacino portuale di Livorno»: la “port fee” sarà «applicata alle imprese committenti dei trasporti e per ogni livello di subvezione».

A mettere nero su bianco sono Anita, Assotir, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai e Trasportounito, dopo che si sono susseguiti i confronti associativi in relazione ai «continui blocchi operativi camionistici avvenuti negli ultimi mesi nel porto di Livorno», l’ultimo dei quali in un incontro che si è svolto il 27 maggio scorso nella locale sede della Cna.

Il fronte dell’autotrasporto tiene a metter in evidenza due cose che hanno a che fare con i ritardi. L’una: i tempi operativi del sistema portuale e dei terminal del porto di Livorno, «al momento dell’arrivo dei camion per l’espletazione dei processi documentali e autorizzativi, più in particolare per le attività di carico e scarico dei contenitori, – si afferma – non consentono la regolare programmazione ed effettuazione dei trasporti» (e questo causa disservizi «i cui oneri, allo stato, sono sopportati in via esclusiva dalle imprese di autotrasporto»). L’altra:  la perdita di produttività economica generata dai disservizi del sistema portuale e dei terminal del porto di Livorno «non può più essere sostenuta solo dalle imprese di Autotrasporto, ma deve essere condivisa da tutta la filiera di servizio alla merce».

Come dire: ci sono ritardi e intoppi, i contraccolpi non possiamo pagarli solo noi ma, visto che non si risolvono, deve farsene carico tutta la filiera. Le imprese di autotrasporto lo dicono così: «a tutela della continuità economica dei trasporti nel bacino portuale di Livorno (nel quale hanno investito importanti risorse)», dev’essere l’intero settore a condividere «una responsabile compartecipazione agli extra costi generati dai disservizi generati dall’operatività portuale dei terminal», perché al presente ne paga lo scotto e le diseconomie solo e soltanto l’autotrasporto. Anche perché – viene messo in rilievo – questi costi in più sono tali da mettere a repentaglio la sopravvivenza delle imprese («un grave pregiudizio alla continuità dei servizi di trasporto, all’economia territoriale ed all’occupazione») e, detto per inciso, da compromettere gravemente «i livelli minimi di sicurezza stradale».

Pubblicato il
10 Giugno 2025

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