Il futuro delle pale eoliche è in mare
Impianti galleggianti, il progetto Floatfarm
NAPOLI. Bruxelles ha deciso di finanziarlo con un contributo di 6 milioni di euro per la durata di quattro anni: il progetto si chiama “Floatfarm” e coinvolge un consorzio costituito da 18 partner fra enti pubblici e soggetti privati di diversa dimensione e differenti provenienze (otto diversi Paesi europei). Per l’Italia: l’università di Firenze, il Cnr e il consorzio di ricerca Seapower.
Quest’ultimo, che aveva preso parte anche al precedente progetto analogo Floatech, è un centro di ricerca pubblico-privato, che da circa 30 anni opera nel settore della ricerca applicata alle fonti di energia rinnovabile in collegamento con l’università napoletana Federico II, dove può contare su laboratori come la galleria del vento e la vasca navale per i test dei prototipi.
Seapower informa che, nell’ambito dell’euro-progetto Floatfarm, si sta occupando di sviluppare “un modello innovativo per la valutazione del costo di produzione dell’energia da turbine eoliche galleggianti”.
Già, perché in effetti il vento ha il fascino di rappresentare “una fonte rinnovabile pulita e sempre più strategica per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2030 e il 2050”. Ma c’è un “ma”: anzi, ce ne sono parecchi. A cominciare dal fatto che ci sono sempre meno spazi all’interno del paesaggio, sulla terraferma, mentre – si afferma – “cresce l’interesse per lo sviluppo di applicazioni in mare, favorito da venti più intensi, ma ostacolato da complessità tecnologiche e costi elevati”.
Ed è qui che entra in gioco la società collegata alla “Federico II” di Napoli, curriculum di attività nel settore dell’eolico galleggiante.
Cogliendo al balzo il fatto che il 15 giugno si celebra la l’edizione numero 18 si celebra la Giornata Mondiale del Vento, istituita da WindEurope e Gwec per “sensibilizzare le persone sulle potenzialità dell’energia eolica”.
Le potenzialità e al tempo stesso le problematiche sono “ancora più evidente per siti con fondali profondi, come nel Mar Mediterraneo, dove l’installazione è possibile tramite piattaforme galleggianti alla base delle torri e opportuni sistemi di ancoraggio per garantirne la stabilità”, spiegano i tecnici.
Con la propria esperienza nel settore dell’eolico galleggiante, Seapower collabora a migliorare il livello di maturità tecnologica delle attuali turbine eoliche offshore galleggianti. Come? Giocando su più fronti: ad esempio, viene indicata “la riduzione del peso del generatore in testa-torre” ma ancge “l’implementazione di nuovi sistemi di controllo delle onde” e “l’adozione di ormeggi condivisi”.
È da aggiungere che Seapower parteciperà al terzo Progress Meeting di Floatfarm, in programma a Nantes il 23 e il 24 giugno, organizzato in concomitanza con la Conferenza Wesc2025. Qui, il 25 giugno prenderà parte a un mini-simposio dedicato ai metodi di ottimizzazione delle turbine galleggianti.

Francesco Lioniello, vicepresidente di Seapower
Il vicepresidente di Seapower, ingegner Francesco Lioniello, spiega che, nell’ambito delle attività del progetto Floatfarm, “stiamo lavorando ad un modello innovativo per valutare in modo più preciso il costo di produzione dell’energia da turbine eoliche galleggianti”. Per questo motivo – aggiungere- si implementa “un codice di calcolo, basato su software di analisi e ottimizzazione delle turbine eoliche galleggianti (Weis, sviluppato da Nrel)”. Con un obiettivo: “migliorare l’affidabilità delle stime economiche e tecniche, garantendo una maggiore efficienza degli impianti e una migliore gestione finanziaria”.
Lo sviluppo, attualmente in corso, del codice di calcolo ha i seguenti scopi principali:
• migliorare la valutazione dei costi: in particolare, – afferma – è stato introdotto “un modello per la stima dei costi operativi connessi alle attività di manutenzione di un impianto offshore”. È basato su dati di letteratura e :consente di valutare l’effetto dei principali parametri di configurazione e di funzionamento di un impianto (tra cui la geometria del sistema e l’energia prodotta) sulle spese di gestione”.
• introdurre una modellazione più dettagliata dei parametri finanziari: il modello fornisce una stima del costo medio del capitale che interviene nel calcolo del costo dell’energia.
• introdurre una valutazione più accurata delle perdite di scia in un parco eolico, integrando nel software utilizzato le funzionalità del codice Floris, sviluppato da Nrel, per la stima delle interazioni di scia. Così – viene sottolineato – si aumenta l’affidabilità della stima di produzione energetica.
Gli sviluppi futuri di quel che si sta facendo permetterà “una valutazione dei contributi di costo dei diversi componenti di una turbina eolica galleggiante, – viene ribadito – fornendo indicazioni sulle possibili aree di intervento per migliorare la resa economica degli impianti”. Uno dei componenti più rilevanti nell’insieme dei costi totali per una turbina galleggiante è rappresentato dalla piattaforma: a tal riguardo, Seapower studia la configurazione ottimale per la struttura della piattaforma, avendo lo scopo di ridurre il costo complessivo.
L’attività di Seapower nel progetto Floatfarm terminerà nel dicembre del prossimo anno: l’intenzione contribuiranno alla definizione di uno strumento dedicato di simulazione e ottimizzazione per parchi eolici galleggianti, in supporto alle attività di ricerca e sviluppo mirate alla riduzione dei costi dell’energia. In tal modo Seapower potrà fornire un contributo al raggiungimento della sostenibilità economica degli impianti offshore e all’ulteriore sviluppo del settore delle energie rinnovabili.