Marina di Carrara passa con Livorno? L’altolà di quattro gruppi
Fhp, Perioli, Grendi e Tarros esprimono «perplessità e preoccupazione»
MARINA DI CARRARA. L’ipotesi di trasferimento che farebbe transitare il porto di Marina di Carrara dall’Authority di La Spezia (Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale) a quella di Livorno (Mar Tirreno Settentrionale) è indicata in «un piccolo emendamento inserito, insieme ad altre centinaia, nel Decreto Infrastrutture». È una eventualità contro la quale si schierano alcuni operatori come Gruppo Dario Perioli, Gruppo Fhp, Gruppo Grendi e Gruppo Tarros che sono «presenti con le loro attività terminalistiche nei porti di La Spezia e Marina di Carrara». Davanti a questa eventualità, i quattro gruppi imprenditoriali «esprimono la loro perplessità e preoccupazione». Anzi, qualcosa di più: «Questa proposta potrebbe compromettere lo sviluppo raggiunto dai porti di La Spezia e di Marina di Carrara negli ultimi anni».
Gruppo Dario Perioli, Gruppo FHP, Gruppo Grendi e Gruppo Tarros chiedono che sia garantito «un processo decisionale partecipato», tale da tener conto delle «esigenze degli operatori del settore che tanto stanno investendo per lo sviluppo dei traffici di questo sistema portuale».
A giudizio dei firmatari, si rischierebbero contraccolpi «su tutto l’assetto operativo e competitivo dell’intero cluster portuale del mar Ligure Orientale». Lo ribadiscono indicando le ragioni delle loro riflessioni. Eccole:
Sviluppo e investimenti consolidati: l’integrazione di Marina di Carrara con La Spezia nell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale «ha portato sin dall’inizio ad un significativo incremento dei traffici di questo scalo, triplicati fino a raggiungere 5,5 milioni di tonnellate annue, e ad investimenti per 95 milioni di euro» (e di questi, 57 sono stati finanziati con fondi propri da parte dell’istituzione portuale).
Sinergie operative e complementarietà merceologiche: la collaborazione tra gli operatori dei porti di La Spezia e Marina di Carrara – viene fatto rilevare – ha «permesso, da una parte, la diversificazione e specializzazione dei traffici con categorie merceologiche e mercati complementari e, dall’altro, l’avvio di nuove attività, come il project cargo e il traffico ro-ro». A ciò si aggiunga che «le sinergie operative e la prossimità geografica tra i due scali» hanno consentito di rendere più competitiva «tutta la logistica retroportuale, di fatto consolidando la posizione strategica dei due porti nel sistema logistico nazionale». A tal riguardo, va sottolineata anche «l’attenzione allo sviluppo dei traffici intermodali con collegamenti ferroviari di cui La Spezia è leader» (e dove anche Marina di Carrara, di conseguenza, «sta traendone beneficio aumentando le proprie quote, in un’ottica strategica condivisa di positivo impatto ambientale e sociale»).
Occupazione: l’attuale assetto amministrativo – si afferma – ha garantito «crescita e sicurezza per i lavoratori e le imprese operanti nel porto». Al contrario, le incertezze derivanti da cambiamenti gestionali potrebbero «produrre effetti negativi su modelli ben consolidati la cui programmazione pluriennale richiede stabilità e certezza delle regole amministrative».
Processo decisionale: gli operatori fanno notare che «è auspicabile e necessario che decisioni di tale rilevanza vengano adottate attraverso un adeguato dibattito pubblico per il quale le parti interessate si rendono disponibili a dare il loro contributo».