Porti laziali, traffici in lieve arretramento ma le auto crescono
Civitavecchia, nel primo trimestre contenitori col vento in poppa
CIVITAVECCHIA. Nel primo trimestre di quest’anno i “porti di Roma” – cioè il network di scali laziali (Civitavecchia più Fiumicino e Gaeta) sotto l’ombrello dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale – non ce la fa a superare la soglia dei tre milioni di tonnellate che nell’analogo periodo dello scorso anno era stata sfiorata d’un niente. Invece i dati statistici relativi ai traffici fra Capodanno e fine marzo dicono che, nonostante gli imbarchi siano aumentati di 40mila tonnellate, il dato complessivo marca un arretramento di quasi due punti percentuali (meno 1,9%) e mette a segno un totale di 2.936.430 tonnellate movimentate. È un calo che a giudizio dell’Authority civitavecchiese è «fondamentalmente dovuta alla significativa flessione dei prodotti raffinati (jet fuel) in arrivo al porto di Fiumicino».
A giudizio del commissario straordinario Pino Musolino da questi primi dati sull’andamento di quest’annata emerge che «il sistema portuale laziale continua la sua fase di crescita: diventerà ancora più evidente grazie al completamento delle infrastrutture che stiamo realizzando e che renderanno i nostri scali ancora più competitivi». E aggiunge: «Per il momento, è già importante la grande ripresa, dopo una lunga fase di stallo legata essenzialmente a fattori esogeni, di uno degli asset trainanti per il porto di Civitavecchia, ovvero il settore dell’industria dell’auto».
Appunto, guardando al traffico di automezzi, il conto raggiunge quota 152mila, quasi 19mila in più rispetto a dodici mesi prima (più 14,1%), ma l’importante è che fra questi – viene fatto rilevare – si evidenzia «la significativa crescita della sottocategoria “autovetture in polizza” (più 53,8%) per un totale di 51.964 autovetture movimentate».
Guardando porto per porto, l’Authority laziale si sofferma sul fatto che il dato complessivo del porto di Civitavecchia chiude il primo trimestre dell’anno in corso con un incremento del 2,4% (con un totale di 1,78 milioni di tonnellate), in aumento del 2,1% anche il numero complessivo di accosti (da 438 a 447). Al di là di quel che dice la nota ufficiale dell’istituzione portuale, si potrebbe rilevare un rimescolamento nei traffici di rinfuse solide: cresce del 56% il traffico relativo a “prodotti metallurgici, minerali di ferro, minerali e metalli non ferrosi” già abbastanza rilevante, dimezza invece quello riguardante “minerali grezzi, cementi, calci”, sparito quel po’ di prodotti chimici che c’erano e soprattutto quasi azzerato il carbone, che pure presentava un tonnellaggio significativo (l’Authority sottolinea che pesa «il progressivo azzeramento del carbone legato alla centrale di Torrevaldaliga Nord»).
Sul versante dei contenitori, fra gennaio e marzo sono arrivati quasi 28mila teu, e questo vale una impennata del 34,2%, trainato da quelli pieni (che sfiorano una percentuale di crescita del 40%). Quanto ai ro-ro, cioè camion e semirimorchi spediti via nave, si registra una limitata crescita: in milioni di tonnellate si passa da 1,09 a 1,11, cioè un incremento di quasi due punti e mezzo.
Dal quartier generale dell’ente portuale si guarda all’ «incremento delle rinfuse liquide (essenzialmente prodotti raffinati) dell’11,1%» con le tonnellate movimentate che superano di poco quota 237mila. Capitolo passeggeri: in leggero aumento l’andirivieni di crocieristi (più 0,7%) che arrivano a un pelo da 254mila (con 62 navi arrivate). Anche qui vale però la pena di aggiungere che la spinta arriva dal numero dei vacanzieri in transito (6,3 punti in più) mentre calano (di oltre 7 punti) quelli che qui iniziano o finiscono la crociera. Da segnalare che in fatto di traghetti di linea si sono contati quasi 145mila passeggeri, cioè giù per poco meno di otto punti percentuali.
Passiamo agli altri due porti del network laziale, è da registrare che nei primi tre mesi del 2025 il porto di Gaeta super le 467mila tonnellate movimentate: a un passo dall’incremento in doppia cifra (più 9,9%). A fare da locomotiva che traina l’incremento è – viene messo in evidenza – «essenzialmente la crescita delle merci solide (più 36,5%)», in significativo aumento (più 43,9%) il numero degli accosti.
Nel porto di Fiumicino la movimentazione complessiva delle merci oltrepassa la soglia delle 690mila (meno 17,1%): è rappresentata per intero dai prodotti raffinati (jet fuel) che servono il vicino aeroporto internazionale Leonardo da Vinci.