La startup che ascolta i diportisti per migliorare la navigazione
Easysea: ecco come ripensiamo la progettazione di accessori

Il team Easysea
NAPOLI. Nell’industria dell’auto, nel ciclismo o l’elettronica di consumo l’innovazione è stata trainata da una crescente attenzione all’esperienza d’uso, al design e all’integrazione tecnologica. Ma non ovunque è così: esistono settori in cui invece le dinamiche sono più tradizionali e il cambiamento risponde più alle logiche produttive che ai bisogni reali delle persone. La nautica da diporto rientra in quest’ultimo gruppo, dicono dal quartier generale di Easysea, la startup italiana che progetta accessori nautici dal design intelligente. Eppure il report sui numeri della nautica dice che il settore conta «oltre 80mila imbarcazioni da diporto immatricolate in Italia, tra barche a vela e a motore, e un parco globale che supera i 34 milioni di unità».
L’idea-guida di Easysea è quella di puntare, nello sviluppo e nella progettazione di accessori per la navigazione, a cercare di «risolvere i problemi reali di chi il mare lo vive ogni giorno». La società campana sottolinea di aver «mosso i primi passi in bootstrap, senza investimenti esterni, e lontano dai poli tradizionali dell’innovazione, spinta dal desiderio concreto di risolvere un problema reale». Con un requisito iniziale: l’ascolto attivo coinvolgendo «una community online di oltre 600 tra velisti e diportisti». È questo «il punto di partenza per immaginare, disegnare e realizzare soluzioni pratiche e di ampio utilizzo in cui il design Made in Italy incontra i bisogni concreti dei marinai di tutto il mondo».
Easysea rivendica la scelta di scovare per la nautica da diporto soluzioni tecniche innovative a partire da un approccio orientato all’esperienza dell’utente. L’azienda è stata fondata sei anni fa a Monte di Procida, circondata dal blu del Golfo di Napoli da Giuseppe Scotto d’Antuono e Francesco Fascelli: oggi tiene a presentarsi come «una delle realtà più dinamiche dell’innovazione nautica in Europa». È nota per «prodotti come “Flipper”, la prima maniglia per winch pieghevole, “Olli” e “Olli Block”, anelli e bozzelli evoluti progettati per semplificare le manovre a bordo.

Giuseppe Scotto d’Antuono
Giuseppe Scotto d’Antuono, amministratore delegato di Easysea, spiega che «ci siamo trovati di fronte a un sistema che non voleva cambiare: le idee venivano apprezzate, ma senza reale volontà di ascoltare o innovare. È lì che abbiamo capito che non potevamo aspettare il cambiamento: dovevamo costruirlo». In concreto, l’obiettivo – viene spiegato – è «colmare il divario tra tecnologia, design e usabilità nella nautica, portando a bordo lo stesso livello di funzionalità che oggi diamo per scontato sulla terra ferma».
Dalla sede di Easysea dicono che «dal 2019 a oggi» l’azienda ha sviluppato «un catalogo di soluzioni brevettate e riconosciute a livello internazionale, raggiungendo un fatturato cumulato di 1,6 milioni di euro, con vendite in oltre 96 paesi». Con una novità datata 2024: è stato chiuso un “round” di investimento da 650mila euro supportato – viene fatto rilevare – da imprenditori di primo piano tra cui Simone Mancini (amministratore delegato di Scalapay) Marcello Segato (ex numero uno di Cinelli) e Maximiliano Donzelli (responsabile marketing di Scalapay) e ha ottenuto un finanziamento “Smart&Start” da 900mila euro per sviluppare nuovi prodotti ad alto contenuto tecnologico. Si è arrivati a ottenere, per due anni consecutivi, la “nomination” ai “Dame Design Awards”. A giudizio del team di Easysea tutto questo insegna che «portare innovazione è quindi possibile anche partendo da un piccolo paese di provincia, e senza capitali iniziali: con ascolto, ingegno e determinazione, e mettendo le persone prima dei processi».