Così il mare potrà “abbracciare” la Fortezza Vecchia
Finalmente parte la gara: una piazza la spalancherà alla città

L’elaborazione grafica del progetto per riportare la Fortezza Vecchia all’acquaticità originaria
LIVORNO. Adesso non è più solo una planimetria o un rendering con cui l’architetto trasforma volumi e superfici in qualcosa che streghi il pubblico. Decolla la gara che da qui all’autunno arriverà ad affidare i lavori per rimettere in acqua la Fortezza Vecchia, antichissimo fortilizio a difesa del primo embrione di porto quando Livorno non era manco un villaggio. Già, perché dal lato del varco portuale (e, più in là, del terminal crociere e dell’ex silos) la Fortezza è cinturata per metà da un magnifico piazzalone di cemento, che sarebbe triste e brutto se fosse nel Canale industriale, figuriamoci qui appiccicato a un capolavoro di architettura militare che per decenni è rimasto lontano dagli occhi e lontano dal cuore anche se a meno di 280 metri dal monumento dei Quattro Mori e a 150 dall’imbarco dei traghetti.
“Lavori di ripristino dell’originaria acquaticità della Fortezza Vecchia di Livorno, riassetto e riqualificazione dei piazzali antistanti la Fortezza Vecchia e della darsena posta sul lato nord”: questa la denominazione della gara che fissa lo sguardo su quello spicchio di interfaccia città-mare nel porto di Livorno che sta fra «Fortezza Vecchia, Calata Sgarallino e Piazzale dei Marmi».

Lorenzo Riposati, amministratore di Porto Immobiliare srl, società completamente pubblica (i soci sono l’Authority livornese con il 72% e la Camera di Commercio dell Maremma e del Tirreno)
L’inutile piazzalone di cemento assedia il capolavoro
La procedura di gara è in mano alla Porto Immobiliare guidata da Lorenzo Riposati: è la società che l’Authority (72%) e la Camera di Commercio si sono ben guardati dal privatizzare. Conserva alcune proprietà immobiliari: fra queste, il piazzale di cemento a lato della Fortezza e l’ex silos, per metà tesoro di archeologia industriale d’inizio Novecento che non è più solo un monumento al degrado e, anzi, campeggia nel marchio della società. L’iter è stato messo operativamente in moto.
La gara è aperta ed è in due round: la prima è una “esplorazione” fra gli operatori, per la quale è stato pubblicato un avviso che invita a manifestare eventuale interesse; gli operatori economici hanno tempo fino al 27 agosto per farsi avanti. Fra loro si compirà una scrematura selezionandone «almeno dieci» da invitare alla successiva procedura negoziata. Riposati spiega che «nell’ultima decade di agosto scadranno i termini per le eventuali adesioni. Subito dopo inizierà la procedura di gara, che dovrebbe concludersi entro ottobre con la scelta dell’impresa aggiudicataria e la successiva consegna del cantiere: da lì decorrerano i 18 mesi per portare a termine i lavori».
Il fortilizio torna in mezzo all’acqua: com’era…
A dire il vero, l’annuncio da parte dell’amministratore della Porto Immobiliare, Lorenzo Riposati, e dell’allora presidente dell’Authority, Luciano Guerrieri, l’avevano fatto già tre anni fa all’ombra dell’ex silos nel d-day dell’inaugurazione dei lavori che ne hanno mostrato la bellezza. Una volta avviato il recupero di questo gioiello di architettura industriale (rimasto abbastanza integro), – queste le loro parole – «adesso c’è da sistemare l’area fra la Fortezza e il varco: il sogno dell’acquaticità della Fortezza». Con una sottolineatura in più: a meno di un miglio da qui, c’è un altro luogo cult da rimettere in acqua, cioè la quattrocentesca Torre del Marzocco sulla cantonata dell’ingresso in Darsena Toscana.
Detto per inciso, anche quest’altra operazione di acquaticità non sembra poi lontana anni luce, visto che il microtunnel è stato realizzato, il riposizionamento dei tubi della raffineria è in corso e fra non molto si arriverà all’allargamento del canale. Però conviene intanto rimettere gli occhi sull’appalto che è effettivamente sulla rampa di lancio. Al posto di un piazzalaccio che spesso non è nemmeno un parcheggio bensì un non non-luogo, cioè neppure un anonimo spazio – solo transizione, niente funzione – fra l’over-flusso dei transiti e l’iper-identità della memoria.

La Fortezza Vecchia: l’area dell’intervento è nella fascia alta dell’immagine
Il primo round del primo round
L’intervento della Porto Immobiliare mette sul tavolo 3,2 milioni di euro per questa prima fase. I quattrini li tira fuori la Porto Immobiliare srl, società del tutto pubblica (come detto, i soci sono l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, che governa i porti di Livorno e Piombino più gli scali minori delle isole, e la Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno.
Quali aree riguarda in dettaglio l’intervento? Riposati ne disegna così l’identikit: «Il progetto Parco Fortezza – spiega dal quartier generale della Porto Immobiliare – coinvolge una superficie di circa 7.500 metri quadri, di proprietà della Porto Immobiliare, accanto la Fortezza Vecchia. Il progetto si estende anche ad alcune aree demaniali marittime e specchi acquei: con una delibera del comitato portuale del giugno di tre anni fa l’Authority di Palazzo Rosciano ne ha affidati alla Porto Immobiliare in concessione decennale per altri 1.800 metri quadrati».
Riposati precisa che l’intervento viene suddiviso in due lotti e che la prima parte riguarda proprio «le aree demaniali oggetto di concessione», oltre a parte del piazzale di proprietà. Tradotto: quest’ultimo è uno spazio che grossomodo si estende «dalla banchina sotto il Ponte di Santa Trinita fino al Mastio di Matilde».
Ma perché quel muro cancella il panorama?
Piazzale a parte, non è un paradosso che dall’accesso lato varco Fortezza la prospettiva sia sciupata da un muro senza qualità che semplicemente copre l’orizzonte fra fortilizio e mare? Questo è un altro degli aspetti che l’intervento sotto la regia di Porto Immobiliare vuol cambiare: il primo lotto di lavori si occuperà di riportare il fossato ai piedi della Fortezza al posto del cemento, ok, Ma senza dimenticare quel che dovrà esserci dall’altra parte del canale: dalla città una visuale spalancata su una piazza pedonale caratterizzata da una serie di gradoni.

La mappa delle aree di proprietà della Porto Immobiliare guidata da Lorenzo Riposati
La realizzazione del punto ristoro, inizialmente prevista nel primo lotto, dovrebbe restare per ora in sospeso: rischiava di diventare l’intoppo che blocca tutto e allora si è preferito mettere tra parentesi quest’aspetto del progetto. Così come sarà in pista in una fase 2 la seconda metà di questa trasformazione, quella relativa al fossato lato calata Sgarallino. Il fascino discreto dell’antico fortilizio ne guadagnerà anche agli occhi dei turisti che sbarcano dai traghetti o magari anche dalle crociere.
Le cronache locali, Gazzetta Marittima compresa, indicano che il dossier è sul tavolo da tre anni. Se a far partire il “motorino d’avviamento” c’è voluto tempo è anche per via del susseguirsi di progetti su alcune scelte tecnico-progettuali per arrivare all’acquaticità: forse un “miroir de eau”, un’ampia superficie ma con pochi centimetri d’acqua a fare l’effetto specchio come davanti a Palais de la Bourse di Bordeaux; forse uno stacco vero e proprio con un canale tutt’attorno; forse una soluzione intermedia con un fossato anziché un “miroir” e tuttavia non molto profondo e dunque non navigabile. In ballo considerazioni estetiche ma anche le preoccupazioni per la tenuta statica di un edificio che durante la guerra ha visto un deposito di esplosivi saltare in aria e schiantare uno dei bastioni…
L’ultima domanda per Riposati è semplice: perché questo progetto? «Credo che come società pubblica abbiamo dimostrato una particolare sensibilità verso il territorio grazie all’impegno unico dei suoi soci, i quali hanno accolto e finanziato (attraverso le risorse interne della società) un progetto volto alla valorizzazione della Fortezza Vecchia». Poi aggiunge: «Questa iniziativa rappresenta un prolungamento ideale della Venezia, ne estende il valore culturale e urbano fino al monumento. Il progetto intende migliorare il “waterfront” portuale mediante un investimento rispettoso del valore storico della Fortezza Vecchia e innovativo nelle soluzioni tecniche e progettuali adottate».
Un bel tassello nel puzzle del nuovo lungomare
Sia chiaro, una bella novità ma vale in quanto fa fare un passo in avanti al nuovo lungomare di Livorno: altrimenti non basterà la rondine della Fortezza Vecchia a far primavera. Come dire: sarebbe un bel tassello per un mosaico che riguarda l’interfaccia fra la terraferma e il mare nostrum. Pensateci, per la prima volta dopo la creazione della Terrazza Mascagni – e sono ora cent’anni esatti dal via ai lavori – potremmo avere davanti una sorta di “raddoppio”, diciamo quantomeno un grosso prolugamento, della passeggiata a mare che per cent’anni è rimasta quasi uguale a sé stessa. Salvo il restyling con le baracchine, le palme e l’acquario nell’era Lamberti.
A questo punto ci sarebbe solo da mettere unire i puntini: la nuova Porta a Mare con le ex Officine tramutate in galleria commerciale, il futuro porto turistico, quella meraviglia sconosciuta ai livornesi che è il Forte della Bocca in zona Piloti, l’ex silos che varrebbe da solo il prezzo d’una gita, la stazione marittima che verrà e, se vogliamo, il Forte di San Pietro d’Alcantara (ex Macelli alle spalle dei Bottini dell’Olio) e, lì a un passo, gli spazi del depuratore del Rivellino che si spera sia finalmente trasferito là dove è previsto, fra l’ex Trw e la raffineria.