Civitavecchia, Latrofa dal prefetto in nome della legalità da difendere
Grandi appalti e rischio di infiltrazioni, l'Authority cerca collaborazione sul “protocollo”

Da sinistra, il prefetto di Roma Lamberto Giannini e il commissario straordinario dell’Authority laziale Raffaele Latrofa
CIVITAVECCHIA. Il commissario straordinario Raffaele Latrofa, ex vicesindaco Fdi di Pisa, si è insediato solo da pochi giorni a Civitavecchia al timone dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, in ritardo rispetto all’infornata di colleghi in altri porti, e ha deciso di recuperare i tempi: non c’è vigilia di Ferragosto che tenga, ecco il faccia a faccia con il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, con Latrofa che è andato in visita istituzionale nella sede della prefettura della Capitale.
Qualcosa di più di una presa di contatto: da parte dell’ente portuale si segnala che l’incontro è stato «caratterizzato da un clima cordiale» ma soprattutto «da un approccio operativo». In particolare, è abbastanza fuori dai canoni delle liturgie di una visita di cortesia: nella nota ufficiale si mette l’accento sul fatto che, da un lato, sono stati «affrontati in maniera approfondita i temi della legalità e della prevenzione dei fenomeni illeciti in ambito portuale» e, dall’altro, che prefetto e authority si sono promesse massima collaborazione «con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il presidio di sicurezza nei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta».
Occhi puntati sul protocollo di legalità attualmente vigente: da non considerare – viene sottolineato – solo un adempimento formale in più ma uno strumento che, regolando la gestione dei grandi appalti in corso a Civitavecchia e Fiumicino, ed essendo «già ampiamente operativo», sta producendo «risultati concreti nella prevenzione di infiltrazioni criminali e nella tutela della regolarità delle procedure», come è stato sottolineato dal quartier generale dell’istituzione portuale a conclusione del colloquio.
È Latrofa a insistere su quest’elemento: il “protocollo” è «un metodo di lavoro che sta funzionando e che intendiamo proseguire e potenziare», anzi con il prefetto Giannini ci si è dati fin da ora l’obiettivo di «rendere questo strumento ancora più incisivo». Come? «Attraverso incontri periodici, snelli e operativi, che permettano di monitorare costantemente lo stato degli appalti e di intervenire tempestivamente in caso di criticità». Aggiungendo: «La legalità non è un valore astratto, ma una condizione concreta per garantire la qualità delle opere e la tutela dell’interesse pubblico».