Pirati (o narcos) all’assalto di una portacontainer al largo del Portogallo
Blitz delle forze speciali lusitane, ancora molti aspetti da chiarire

La notizia riportata dal giornale portoghese “Diario de noticias”
LISBONA. Stavolta i “pirati” non sono houthi dalle parti del mar Rosso, miliziani islamisti nei mari della penisola arabica o gang nate dalla dissoluzione dello stato somalo che vanno a caccia di soldi: è ancora tutto da chiarire l’episodio che ha coinvolto una nave portacontainer battente bandiera liberiana, che stava viaggiando da un porto spagnolo all’altro, essendo partita dalle banchine di Vigo, in Galizia, e destinata allo scalo di Malaga, in Andalusia: di fatto ha percorso da nord a sud l’Atlantico lungo le coste portoghesi finché quando era al largo del litorale dell’Algarve, nel mare davanti a Lagos, ha mandato una richiesta di soccorso perché attaccata da uomini armati e incappucciati.
L’allarme è stato raccolto dalla Marina militare portoghese che ha inviato sul posto una nave, un elicottero e le forze speciali per andare alla riconquista della nave e metterla in sicurezza. Le informazioni sono ancora estremamente frammentarie (in Italia la notizia è stata ripresa dal “Secolo XIX” tramite il portale dedicato “Blueconomy”: la stampa portoghese ipotizza che possa trattarsi di un commando «legato al traffico internazionale di droga», come fa il “Correo de Manha”, mentre pur non escludendolo il “Diario de noticias” risulta più cauto e segnala che non ci sono ancora conferme definitive al riguardo. Secondo alcune fonti, i marittimi a bordo sarebbero stati sequestrati mentre altre riferiscono che è stato l’equipaggio a trovar rifugio autoconfinandosi in un locale sicuro e da lì poter dare l’allarme. Il quotidiano lusitano segnala la possibilità che due banditi possano essersi nascosti a bordo durante una delle soste in Colombia: non è chiaro se si tratti di una ipotesi giornalistica o di uno spunto seguito dagli investigatori che stanno indagando sul caso
Stando a quanto è stato possibile ricostruire sulla base delle informazioni raccolte, la richiesta di soccorso – come scrive il “Diario de noticias” è stata raccolta poco prima della mezzanotte di mercoledì scorso dal Centro do Controlo do Tráfego Marítimo (Cctm). Il responsabile marittimo di Portimao ha allertato l’Autoridade Marítima Nacional e ha chiesto che l’intervento della Marina Militare.
Prima dell’alba di stamani, venerdì 5, la nave – oltre 220 metri di lunghezza, 28.600 tonnellate di stazza lorda, costruita quasi vent’anni fa – ha raggiunto lo scalo portoghese di Sines. In precedenza aveva navigato in America Latina toccando i porti di Paita (Perù), Colon (Panama) e di Boca Chika (Repubblica Dominicana), oltre che gli scali colombiani di Buenaventura, Guayaquil e soprattutto Cartagena. In luglio aveva scalato il porto di Livorno.

Operazione delle forze speciali contro la pirateria
L’analisi del prof. Luca Bussotti che la Gazzetta Marittima ha pubblicato nei mesi scorsi indica che, «secondo i report dell’International Maritime Bureau, nel 2024 gli attacchi associati alla pirateria sono stati 116 in tutto il mondo». Il fenomeno riguarda principalmente «alcune, specifiche aree del pianeta»: «nei Caraibi, dove il fenomeno è tornato in voga a partire dal decennio scorso, nei pressi del Falcon Lake, un lago al confine fra Messico e Stati Uniti, nel Golfo di Guinea, nell’Oceano Indiano, all’altezza delle coste somale, nello Stretto della Malacca, in Indonesia, nel Mar di Sulu e Celebes, nel Pacifico Occidentale». Ma – viene spiegato – «neanche il Mediterraneo è esente da attacchi».
DALL’ARCHIVIO: qui il link all’intervento del prof. Bussotti sulla Gazzetta Marittima dal titolo “Cosa c’è dietro il business della premiata ditta Pirati & C.”