L’assemblea dei lavoratori del porto si schiera al fianco della missione umanitaria
Chiamato in causa il governo (ma anche gli enti locali, l’Authority e gli operatori)
LIVORNO. I portuali di Livorno si schierano al fianco della missione umanitaria della “Global Sumud Flotilla”: lo fanno all’indomani del doppio attacco che ha messo nel mirino a Tunisi le barche dell’operazione di solidarietà dal basso «colpita – si afferma – in queste ultime notti dai droni israeliani nell’indifferenza del governo italiano e degli altri governi occidentali».
Nell’ordine del giorno messo nero su bianco nell’assemblea sindacale che si è tenuta nella giornata di oggi, mercoledì 10 settembre, dopo aver usato parole dure contro «il genocidio che sta perpetrando Israele nei confronti del popolo palestinese» e contro «lo sterminio che si attua utilizzando anche la fame e la sete come strumenti di guerra», l’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici del porto di Livorno chiede al governo nazionale di «attivare tutte le misure di protezione necessarie al buon esito della missione umanitaria Global Sumud Flotilla». Non basta: perché la loro voce non rimanga isolata, guardano alla comunità dei soggetti locali per invitare «i sindaci di Livorno e di Piombino, la presidente della Provincia di Livorno, il commissario dell’Authority livornese e tutti gli operatori portuali ad avanzare analoga richiesta al
governo nazionale».
L’assemblea ha detto anche sì allo stato di agitazione proposto dalle organizzazioni sindacali di categoria. Obiettivo: la «prosecuzione della mobilitazione dell’intera comunità livornese».
I lavoratori in assemblea ricordano che «in tutto il mondo le manifestazioni si moltiplicano giorno dopo giorno con una reazione dal basso che sta inondando le piazze di tutto il Paese» e che «le mobilitazioni a sostegno della causa palestinese stanno assumendo una rilevanza internazionale». Nel frattempo, alla “Flotilla” viene rivolto l’auspicio che «il suo viaggio sia accompagnato da buon vento: noi siamo il suo
“equipaggio terrestre”».