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SCUOLA NORMALE

Come ti salvo i colori dei capolavori dell’arte dal degrado dei secoli

Al progetto di Francesca Di Turo gli euro-fondi dell’”Erc Starting Grant”

Francesca Di Turo

PISA. Come farcela a contrastare il degrado dei colori nell’arte? È la domanda alla quale prova a dare risposta il progetto “Shades”. Avendo di fronte come “nemico” un processo complesso «ancora oggi difficile da prevedere» ci si è basati sull’utilizzo di una tecnologia all’avanguardia, la “Fluorescence Lifetime Imaging Microscopy” (Flim), che di solito viene impiegata in campo biofisico e biomedico. Questa idea a difesa della conservazione dei colori delle opere d’arte porta la firma di Francesca Di Turo (Scuola Normale Superiore di Pisa) ed è tra i vincitori dell’ultima tornata degli “Erc Starting Grant”, i finanziamenti europei alla ricerca altamente innovativa proposta da giovani dottorandi.

Questa tecnologia – viene fatto rilevare dal quartier generale della Normale – verrà  applicata «in modo del tutto innovativo» alla conservazione dei beni culturali. Obiettivo: rilevare e predire l’alterazione cromatica delle opere «prima che questa diventi visibile ad occhio nudo», secondo quanto viene sottolineato.

Francesca Di Turo è assegnista di fisica per le scienze della vita, l’ambiente e i beni culturali della Classe di Scienze, ha conseguito il dottorato in Ambiente e beni culturali all’Università La Sapienza di Roma, e ha svolto un’esperienza di ricerca presso l’Istituto Italiano di Tecnologia. Nel 2020 è approdata a Pisa, alla Scuola Normale Superiore: nell’istituzione universitaria d’eccellenza si è dedicata alla diagnostica per i beni culturali e in tale contesto ha messo a punto «nuove metodologie ottiche e molecolari per lo studio non invasivo dei materiali artistici», come viene spiegato presentando il successo agli “Erc Starting Grant”. Di Turo è autrice di oltre 25 pubblicazioni scientifiche nel campo della “conservation science”.

Il suo progetto “Shades” apre una nuova prospettiva, offrendo a conservatori e restauratori – viene messo in risalto – «la possibilità di intervenire in modo tempestivo prima che il processo di fotodegrado diventi irreversibile, anticipando e comprendendo i cambiamenti invisibili che avvengono nel corso del tempo».

Pubblicato il
15 Settembre 2025

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