Con la “Carta metropolitana” nasce la rete della logistica etica
Al centro i valori di sostenibilità, benessere dei lavoratori e responsabilità sociale
BOLOGNA. Mettere insieme crescita economica, benessere collettivo e sostenibilità ambientale: impossibile? I promotori della “Carta metropolitana della logistica etica” dicono che invece è un obiettivo non solo auspicabile ma anche realistico: e con pragmatismo emiliano stanno lavorando per allargarne i confini, dopo averla presentata ufficialmente nel gennaio di tre anni fa definendo principi e valori che il settore logistico deve rispettare a livello metropolitano (a cominciare da valori condivisi come sostenibilità, benessere dei lavoratori e responsabilità sociale).
A darne notizia sono le “news” dell’Interporto di Bologna segnalando che alla “Carta etica” hanno «aderito finora 22 aziende» e che di recente «quattro nuove aziende» sono entrate nella community: si tratta di Elleci Service srl, Logistica Granterre srl, FelsineoVeg srl società benefit e Unilog Group Spa, che insieme rappresentano circa 400 addetti sul territorio metropolitano bolognese. A questo punto sono «circa 4.500 i lavoratori coinvolti». La società interportuale mette in evidenza che di queste aziende ve ne sono «15 che operano all’interno dell’Interporto di Bologna, confermando il ruolo strategico del polo logistico come punto di riferimento per una logistica sempre più etica e sostenibile».
La ratifica delle nuove adesioni – viene fatto rilevare – è avvenuta nell’ultima riunione del Comitato metropolitano per la logistica etica, presieduta da Stefano Mazzetti, capo di gabinetto della Città metropolitana di Bologna e delegato del sindaco per il settore lavoro. All’incontro hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni firmatarie, delle organizzazioni sindacali Cgil Cisl Uil, e dei principali nodi logistici del territorio, tra cui Interporto Bologna e Aeroporto di Bologna.