I guai della navigazione satellitare: si moltiplicano le segnalazioni di disturbi
“Port & Shipping Tech”, si analizzano le contromosse a tutela di navi a aerei
GENOVA. Chissà se sono solo “incidenti” tecnologici o malfunzionamenti occasionali: fatto sta che negli ultimi mesi si sono «moltiplicate le segnalazioni di disturbi ai sistemi di navigazione e posizionamento satellitare, in particolare per navi e aerei». È un problema rimasto per anni sottotraccia ma ora esploso: sta portando a dubbi crescenti sull’affidabilità a breve e medio termine dei sistemi di navigazione basati su satellite, i “Gnss”. L’edizione 2025 di “Port & Shipping Tech” riprende la questione che aveva già preso in esame nell’edizione 2019. Lo fa spiegando che «i casi riportati evidenziano diversi tipi di interferenze, da quelle intenzionali (con la soppressione del segnale mediante trasmissioni radio sulle stesse frequenze) a quelle più sofisticate come lo “spoofing”».
In caso di “spoofing” – si spiega – vengono «alterati i dati di posizione senza interrompere la ricezione»: il segnale originale viene «affiancato da uno falso generato da una fonte vicina che contiene dati di posizionamento “spurii”»: se il bersaglio non si rende conto di quel che sta succedendo, si possono verificare «incidenti anche gravi, come spiaggiamenti o collisioni nei tratti di mare più trafficati».
“Port & Shipping Tech” mette in agenda l’edizione numero 17: appuntamento giovedì 16 e venerdì 17 ottobre al centro congressi del Porto Antico, nell’ambito della “Genoa Shipping Week”. I promotori dell’evento annunciano che buona parte della sessione “Intelligent Shipping”, in apertura il 16 ottobre, sarà dedicata a questo genere di argomento: ad aprire i lavori sarà nei panni di moderatore Marco Fermi, membro dell’advisory board della rivista “GeoMedia” ed esperto di navigazione satellitare, con un passato in Telespazio e Galileo; tra i partecipanti Luca Sisto, presidente dell’Istituto Italiano della Navigazione. L’incontro – viene specificato – offrirà una panoramica sulle contromisure oggi allo studio e sulle prospettive di sviluppo di sistemi di navigazione più resilienti.
È una questione oggi cruciale per chi naviga per mare o in volo: ed è «destinato a diventarlo sempre di più con l’estendersi delle aree a rischio e la diffusione di tecnologie di disturbo a basso costo», si sottolinea.
Va detto che rispetto alle attività di disturbo esistono rimedi e contromisure: solo che spesso non hanno applicazione universale. Senza contare che, per esempio, la cifratura dei dati ne risolverebbe alcuni, ma – si aggiunge – farebbe «aumentare in modo significativo il costo dei ricevitori almeno nel breve termine».
Si potrebbe pensare di incrementare la potenza del segnale: ad esempio, attraverso satelliti a bassa quota, magari ospitati in “piggyback” («cioè come carichi secondari all’interno di megacostellazioni già esistenti o in fase di realizzazione per altri scopi»): in tal modo si renderebbe «più difficile “annegare” il segnale con disturbi», ma – viene fatto rilevare – «priverebbe il ricevitore di un “warning” utile a individuare un tentativo di “spoofing”, dato che i segnali falsi sono molto più potenti di quello genuino».
Gli organizzatori, presentando questo round di approfondimento, mettono l’accento su un aspetto: la soluzione, con ogni probabilità, sarà «un approccio composito, che combini diversi metodi di elaborazione e l’integrazione con sistemi alternativi, terrestri o di bordo, come le piattaforme inerziali».