Mancano lavoratori, i mestieri del mare a caccia di giovani
Iniziativa di Assagenti per parlare a 700 giovani dal fronte del porto

Platea dei giovani all’incontro di “Genoa Shipping Week”
GENOVA. In tutte le principali città di mare l’economia del mare ha «tutte le caratteristiche e le potenzialità per diventare un polo di sviluppo dell’occupazione giovanile» ma anche di suscitare negli under 30 l’attenzione per farne qualcosa sul quale scommettere un (bel) pezzo della propria vita. Lo si è visto all’iniziativa organizzata a Genova da Assagenti e da Consorzio Global all’interno del contenitore della “Genoa Shipping Week”. potrebbe essere sintetizzato in questo numero. Protagonisti, come dicono i promotori della manifestazione, «settecento giovani in cerca d’autore su un palcoscenico di mare»: gran parte di loro provenienti dall’Istituto Nautico San Giorgio, dall’Accademia Italiana Marina Mercantile e dall’Università di Genova.
È emerso che, in effetti, «in alcuni settori e per numerose figure professionali», proprio all’interno della filiera marittima, si registra – come viene messo in risalto – «una carenza di occupati e quindi uno squilibrio fra l’offerta di lavoro delle aziende e la domanda di occupazione».
Il convegno dal titolo “Il futuro dei giovani tra mare e logistica” ha fatto rilevare come la blue economy, così come l’intero comparto logistico che su porti e trasporti marittimi fa perno, continuino a registrare «una crescita a dir poco arrembante, con la capacità anche di creare sempre nuove figure e sempre nuove esigenze professionali». Con una citazione per tutte, quella di Filippo Gallo, ex presidente di Assagenti e presidente di Cisco: «Il mare ci fa sempre un po’ paura per quell’idea di troppa libertà: “Gente di mare, che se ne va, dove gli pare, dove non sa”» (cit. Raf e Umberto Tozzi).