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LA NOMINA

Fumata bianca (all’unanimità) per il numero 2 di Paroli: è Vespasiani

L'uragano giudiziario è alle spalle: Genova torna a pensarsi "capitale"

Tito Vespasiani è il nuovo segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del mar Ligure Occidentale: in passato ha ricoperto il ruolo di numero due anche a Bari e a Ancona

GENOVA. C’è un nuovo segretario generale sulla poltronissima di numero due, al fianco del presidente Matteo Paroli, al vertice dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale che, da quel “gioiello” che è Palazzo San Giorgio, “regna” sui porti di Genova, Prà, Savona e Vado: si chiama Tito Vespasiani, 62 anni. Ha dalla sua una esperienza ultraquindicennale da segretario generale di istituzioni portuali, se è vero che l’ultimo indirizzo conosciuto è quello di numero due dell’Authority di Bari e, in precedenza, Paroli l’aveva conosciuto a Ancona, dove era andato a raccoglierne l’eredità proprio come segretario generale di quell’ente portuale.

Proprio questo contatto personale, magari consolidato proprio nella consuetudine del rapporto diretto per quell’avvicendamento di anni e anni fa, ha portato Paroli a scegliere Vespasiani. C’è tutto un gran sgomitare della politica attorno alla figura dei segretari generali per arrogarsi il potere di suggerire o talvolta imporre questo o quel nominativo: il pressing dev’esser stato abbastanza insistente se in una occasione pubblica proprio Paroli se ne uscì rivendicando come sua scelta l’individuazione del segretario generale come persona di stretta fiducia.

Dopo le macerie dell’inchiesta choc, ora l’unanimità

Fatto sta che, nel porto genovese, reduce dalla macerie di una inchiesta choc sulla portualità che aveva portato alla decapitazione della Regione Liguria (Toti) e dell’Autorità di Sistema Portuale (Signorini), Paroli è riuscito a ottenere l’unanimità attorno al nome di Vespasiani. L’iter prevede che sia il presidente a proporre un segretario in pectore ma deve essere il comitato di gestione a prendere la decisione dal punto di vista formale.

L’unanimità è un elemento da non sottovalutare: e non soltanto per la tradizionale litigiosità sulle banchine genovesi. Non dimentichiamo che anche la nomina del comitato di gestione è stata complicata, visto che siedono esponenti nominati dai Comuni (di centrosinistra) e dalla Regione (in mano al centrodestra). Non è mica tutto qui: il rappresentante del Comune di Genova era stato nominato in extremis dalla giunta uscente di centrodestra, poi le elezioni le ha vinte la sindaca Salis e ha cancellato la scelta precedente cambiando il rappresentante del Comune di Genova.

È da segnalare anche la rapidità con cui si è arrivati a dama: a bloccare tutto era il fatto che Paolo Piacenza, nominato commissario (dunque provvisorio) a Gioia Tauro, ovviamente non si era dimesso da segretario generale a Genova. A sbloccare la situazione è stato il fatto che martedì 28 la commissione lavori pubblici del Senato ha dato semaforo verde a Paolo Piacenza all’Authority calabrese: a quanto è dato sapere, il decreto di nomina da presidente, il ministro Matteo Salvini non l’ha ancora firmato ma ormai manca solo questo passaggio e sarebbe francamente impensabile che Salvini, dopo aver indicato lui il nome per il quale avviare l’iter, si autosconfessasse al momento di concluderlo.

Matteo Paroli, presidente dell’Authority genovese

Il doppio scopo dietro la nomina di Vespasiani

Duplice l’obiettivo della nomina di Tito Vespasiani: da un lato, completare l’assetto della plancia di comando; dall’altro, puntare su qualcuno che fosse di garanzia «nel percorso di rafforzamento organizzativo e gestionale», in grado di tenere la rotta con «una guida amministrativa solida, competente e orientata alla modernizzazione, in linea con le richieste di semplificazione, trasparenza e efficienza provenienti dalle imprese e dai mercati internazionali», come si premura di specificare la nota ufficiale di Palazzo San Giorgio.

Vespasiani, oltre alla laurea in giurisprudenza, può contare su «un profilo di assoluto rilievo nel panorama portuale italiano». Ad esempio, – è messo nero su bianco nella presentazione  del suo identikit da parte dell’Authority: l’esperienza dei quattro mandati da segretario generale lo ha portato a occuparsi «delle aree del bilancio, della contabilità, della regolamentazione delle imprese portuali, della gestione del demanio marittimo, della security portuale e delle funzioni rogatorie». Invece sul fronte della «formazione giuridico-amministrativa di eccellenza»: ha svolto «un’intensa attività di docenza e formazione specialistica in diritto portuale, legislazione marittima e sistemi logistici, collaborando con istituti superiori e università».

Queste le parole del presidente Paroli: «La nomina di Tito Vespasiani rappresenta una scelta di merito e competenza. Il nostro obiettivo è costruire un’amministrazione portuale sempre più moderna, trasparente e capace di rispondere con rapidità e coerenza alle esigenze delle imprese e alle sfide del mercato globale. Con Vespasiani intendiamo rafforzare l’efficienza operativa del sistema e valorizzare la cultura amministrativa come leva strategica per la competitività dei nostri porti». Aggiungendo poi gli auguri e il “grazie” a Paolo Piacenza: «La sua dedizione e la sua professionalità hanno rappresentato un punto di riferimento per l’ente e per l’intero sistema portuale ligure».

Genova battistrada vuol tornare capitale

Prima Authority a dotarsi di un presidente nella pienezza dei poteri, prima a darsi un nuovo comitato portuale e ora prima a risolvere il rebus del segretario generale: al di là dei numeri sui traffici e delle beghe sulle opere pubbliche, Genova si riporta a fare da “battistrada” e da “capitale” della portualità made in Italy: gli è indispensabile, visto che punta a un pacchetto di investimenti che fra grandi infrastrutture via terra e sul mare il fabbisogno supera di gran lunga i dieci miliardi.

M.Z.

Pubblicato il
31 Ottobre 2025
di M.Z.

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