La flotta Msc supera i 7 milioni di teu: è la più grande del pianeta
In 15 anni raddoppiata la quota di mercato, ora è al di sopra del 21%
LIVORNO. Ai primissimi albori del decennio scorso Msc era già un gigante globale ma con una capacità di carico complessiva della sua flotta che non raggiungeva neanche quota due milioni di teu risultava al di sotto del 10% della quota di mercato.  Ne è passata di acqua nei bacini di evoluzione e nei canali d’accesso, davanti alle dighe foranee o in fronte alle banchine, ma si tratta pure sempre di appena 15 anni. Risultato: a dar retta ai grafici e alle statistiche di Alphaliner, le navi della compagnia campano-ginevrina del comandante Gianluigi Aponte in questo periodo ha più che raddoppiato la quota di mercato (21,1%) e ha moltiplicato quasi per quattro la capacità di trasporto. Superando la soglia simbolica dei sette milioni di teu.
Detto per inciso, e non ci sarà certo bisogno di ricordarlo, il gigante economico-finanziario ginevrino – al pari di un altro big come Grimaldi (ma del settore “autostrade del mare” – sta giocando una partita importante sulla ruota di Livorno: ha mostrato interesse a Livorno per la Darsena Europa in tandem con due operatori livornesi, la famiglia Neri nel Neri Group e le famiglie Lorenzini e Grifoni con il Lorenzini Terminal (nel quale sono già soci di Msc).
Quei 7 milioni 2.757 teu, per essere precisini, è una cifra che rende ancor più incolmabile il distacco rispetto agli altri operatori, anche quelli di dimensioni kolossal: basti dire che le altre due grandi realtà globali sul podio della classifica mondiale per capacità di carico seguono assai distanziate. Solo Msc è al di sopra dei 5 milioni di teu, solo i danesi di Maersk e i francesi di Cma Cgm hanno almeno 4 milioni di teu come potenzialità di trasporto.
Stiamo parlando di quasi un migliaio di navi (955), in gran parte di proprietà (688 con una capacità di carico di 4,25 milioni di teu). Meno del 40% sono noleggiate, una percentuale grossomodo in linea con quella degli altri giganti che condividono con Msc le prime cinque posizioni nella classifica dei maggiori operatori del globo (Maersk, Cma Cgm, Cosco, Hapag Lloyd). E con un portafoglio ordini che mette già adesso in preventivo altre 124 navi (in grado di trasportare tutte insieme 2,7 milioni di teu, siamo al di sopra del 31% della flotta attuale).
Il mercato è talmente concentrato che, oltre alle tre compagnie armatoriali già citate, ve ne sono solo altre cinque che possono vantare una flotta da almeno un milione di teu: sono Cosco (3,5 milioni), Hapag Lloyd (2,4 milioni), One (2,0 milioni), Evergreen (1,9 milioni) e Hmm (appena d’un soffio al di sopra del milione). Per capirci: non si raggiunge la dimensione di Msc neanche mettendo insieme tutte le altre 91 compagnie di navigazione da Hmm (10° classificato) fino al 100° della graduatoria.
Non è mica sempre stato così. Come annota il giornale online singaporeano “Splash 24/7”, è «all’inizio del 2022» che Msc conquista il primo posto, «sorpassando Maersk, che era stato in cima alla classifica per più di un quarto di secolo».
Il superamento della soglia dei 7 milioni di teu è stato reso possibile dal fatto – indicato da Alphaliner e riportato da “Splash 24/7” così come da altre testate online come “Shipping Italy” – che giorni addietro la compagnia della famiglia Aponte ha comprato dalle mani della società cinese Hainan Yangpu Newnew Shipping una piccola portacontainer di seconda mano, costruita 18 anni fa e con una capacità appena sopra i 3.500 teu: è la “Newnew Star 2” che Alphaliner dice si chiamerà in seguito “Msc Rabat IV”.
La testata singaporeana ricorda che questa è «una delle circa 400 navi di seconda mano che Msc ha acquistato in quest’ultimo decennio. C’è da domandarsi: è quello il segnale di una inversione di tendenza rispetto al gigantismo navale? Certo che risponde all’esigenza di Msc di coprire anche quella fascia di mercato, ma non sembra proprio che la compagnia di Aponte di voglia ritirare dal settore delle ultra-portacontainer. Basti dire che la media attuale delle navi Msc in servizio è di 7.332 teu, le oltre 120 negli ordinativi ai cantieri sono più del doppio (17.535 teu di capacità media). Non risulta, almeno stando a quanto è dato sapere, vi sia un’altra compagnia che abbia in programma di mettere in servizio nei prossimi anni navi di tali dimensioni: non ha oltre quota 12.700 teu la dimensione delle navi portacontainer negli ordinativi di Maersk, arrivano a malapena a 13.300 quelle di Cma Cgm, a 14.400 quelle di Cosco e sono sotto gli 11.500 teu quelle di Hmm. La flotta (futura) che va più vicina agli standard dimensionali di Msc è quella di Evergreen: 42 navi messe in programma per i prossimi anni, in media da 15.700 teu.
Già al presente tutto questo è all’origine di un paradosso notato da “Splash 24/7”: in virtù dell’ascesa del colosso di Ginevra, la Svizzera non ha nemmeno un centimetro di costa marittima eppure è diventato «uno dei principali paesi armatoriali al mondo». Viene riportata l’analisi del portale “VesselsValue” per dire che la Svizzera figura tra «le prime 10 nazioni armatoriali per valore totale degli asset»: al nono posto, per dirla con esattezza.
                
    
    
    
    
    
    
    
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            
            










