L’economia italiana fondata sul debito, uno su 7 ha saltato una rata
Il 37% non ce la farebbe ad affrontare un imprevisto da mille euro
MILANO. Quattro italiani su cinque sono in affanno perché sentono che l’aumento dei prezzi pesa sul bilancio familiare e ben più di uno su tre (37%) non ce la farebbe ad affrontare una spesa imprevista di mille euro: logico che caricarsi sulle spalle un qualche debito sia ormai «uno strumento irrinunciabile per gran parte della popolazione». Poco meno della metà della popolazione, a far retta alla ricerca condotta da Ipsos Doxa per Kurk in occasione della “Giornata Senza Debiti” del prossimo 14 novembre.
L’indagine dice che «al 13% degli italiani che ha un debito è successo di saltare almeno una rata». E comunque, benché questo sia il faticoso contesto quotidiano, c’è una gran difficoltà a parlare dei propri debiti: sono «qualcosa da tenere nascosto», ragion per cui «difficilmente le persone si rivolgono ad esperti per risolvere la propria situazione ed evitare spiacevoli conseguenze future». Con le cifre di Ipsos Doxa: il 77% degli interpellati «non vive la propria situazione debitoria con tranquillità». Le emozioni più comuni: ansia (33%), vergogna (26%), paura (21%). Di fronte a questo senso di vergogna e tabù, il 70% tiene a evitare di parlare dei propri debiti con chicchessìa, dunque «il 39% preferisce affidarsi a parenti o amici per cercare aiuto invece di rivolgersi a professionisti del credito».
I promotori della ricerca parlano di economia italiana che «si regge sul debito»: metà della popolazione non è soddisfatta della propria situazione economica e il 50% non si aspetta cambiamenti nei prossimi 12 mesi. Come si vede, è uno scenario di grande fatica: al punto che «il 51% degli italiani ammette che i prestiti hanno consentito loro l’accesso anche a beni di prima necessità (come l’acquisto dell’auto) e il 41% ha almeno un finanziamento a proprio nome». Tradotto: indebitarsi è diventato quella parte di busta paga in più che serve in un’era di bassi salari, alti prezzi e ancor più alte aspettative di consumi.
Ma la capacità di tener testa agli impegni dei debiti non è così diffusa: il 13% tra coloro che hanno prestiti ha saltato almeno una rata e il 16% ha rischiato di saltarla, dice la ricerca. Andrea Alemanno (Ipsos Doxa) spiega che di fronte a un contesto socioeconomico di diffusa fragilità, bisogna prestare grande attenzione al rischio di ruzzolare nel sovraindebitamento: «Accrescere l’educazione finanziaria delle persone, e sensibilizzare al tema di una incongrua esposizione finanziaria, migliora la capacità delle persone di prendere decisioni di finanziamento più consapevoli e per loro sostenibili, e aumenta un ricorso più sereno al credito limitando i rischi di una sovraesposizione debitoria». Occhio, ad esempio, al fatto che è in crescita il 4% di persone che ammettono di usare lo strumento del “compra ora paga dopo” (o, si direbbe in Toscana, del far “segnare” nel negozio sottocasa): ma per necessità essenziali come la spesa alimentare. Da prestare attenzione due volte: è l’abitudine a “pagare poi” o è l’espressione di precarietà sociale?
La ricerca mette l’accento anche sulla scarsa alfabetizzazione finanziaria della gente: il 35% degli interpellati nell’indagine dichiara di non conoscere nulla delle nozioni base di economia e finanza (mutui, prestiti, tassi di interesse, eccetera)». Non c’entra niente con l’indagine, ma l’avete notata la pubblicità di una offerta finanziaria in cui un tipo cita una serie di cifre? Non è altro che il calcolo d’una percentuale d’incremento: roba che un tempo si faceva in terza media e ora forse al biennio delle superiori ma dovrebbe essere pane quotidiano di chiunque, invece viene fatto passare per una complicatissima equazione di settantesimo grado.
La ricerca di Ipsos Doxa viene presentata in tandem con la Giornata Senza Debiti: istituita da Kruk all’estero già 16 anni fa e ora giunta in Italia alla seconda edizione, punta a «creare più consapevolezza e incoraggiare le persone a parlare di questo problema per poterlo affrontare», depotenziando il carico di negatività e vergogna che accompagna chi ha difficoltà con i debiti. Solo un italiano su 5 vede nel debito – si afferma – nient’altro che un mezzo pratico per acquistare cose di cui si ha bisogno e pensa di poterlo fronteggiare con una certa qual serenità.
Nonostante questo, molti – viene sottolineato – non si attrezzano con strumenti di protezione “in caso di pioggia”: «Soltanto il 3% associa un’assicurazione a tutela del suo debito: è una percentuale fin troppo bassa se una persona su 4 è consapevole di poter rischiare di saltare una rata del debito, e quasi la metà del campione (47%) non sa che esistono società specializzate nel recupero crediti o ne è a conoscenza ma non sa esattamente cosa facciano».
Queste le parole di Tomasz Kurr, amministratore delegato di Kruk Italia: «La Giornata Senza Debiti, celebrata il 14 novembre durante il “mese dell’educazione finanziaria”, ci ricorda che la libertà finanziaria inizia con la consapevolezza e l’azione. In oltre dieci anni di osservazione dell’andamento del debito in Italia, abbiamo visto che le persone che risolvono la propria situazione finanziaria non solo riacquistano accesso al credito, ma recuperano anche fiducia, serenità ed equilibrio sociale. Gestire il debito non è solo una questione di numeri, ma significa ritrovare speranza e fiducia in sé stessi».











