Con gli occhi aperti sul mondo fra intelligenza artificiale e scossoni geopolitici
All’Accademia Navale si apre ufficialmente il nuovo anno di studi

Da sinistra: Luciano Portolano e Giuseppe Berutti Bergotto
LIVORNO. Una cerimonia, quella di venerdì 21 in Accademia Navale, che ricalca la tradizione dell’apertura ufficiale del nuovo anno di studi: ma questa volta è stata caratterizzata dall’enfasi delle massime autorità militari nazionali sui cambiamenti epocali che si sono delineati a livello mondiale sia nei settori della difesa, sia in quelli strettamente connessi delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale.
Un orizzonte nuovo, si potrebbe dire, se non fosse che l’Accademia Navale e le quattro università italiane che collaborano strettamente con l’istituto – Pisa, Napoli, Trieste e Genova, presenti tutte con i propri magnifici rettori – questo orizzonte lo stanno approfondendo già insieme. A reggere le fila delle orazioni, tenute dal capo di stato maggiore della Difesa generale Luciano Portolano, dal capo di stato maggiore della Marina ammiraglio Giuseppe Berutti Bergotto e dal comandante dell’Accademia contrammiraglio Alberto Tarabotto, anche e specialmente la “lectio magistralis” del dottor Massimiliano Nicolini, direttore del dipartimento Ricerca & Sviluppo della fondazione Olitec. Una lezione, quella di Nicolini, che ha fatto il punto con molta chiarezza sui campi dell’intelligenza artificiale, delle tecnologie immersive e bioinformatiche nei campi dello sviluppo nazionale: non solo militare ma anche industriale e scientifico.
È stato anche fatto il punto sulla recente giornata di studi all’università di Pisa dal tema “Mediterraneo allargato e Mediterranei globali, paesaggio geopolitico in trasformazione”: un tema che vede l’Italia e la sua Marina militare e civile impegnate su quattro “Mediterranei” in forti tensioni: oltre al Mare Nostrum, come lo chiamavano i romani, anche i Caraibi, l’Artico e il mare Cino-indonesiano che si allunga a Taiwan fino all’Australia. Gli sviluppi delle tensioni geo-politiche in questi mari hanno profondi riflessi mondiali sia sulla sicurezza che sui commerci e la Marina militare italiana, presente da tempo con le proprie navi anche fuori dal nostro Mediterraneo, non ignora i compiti che le sono e le saranno sempre più affidati.
Significativa, nell’ambito della cerimonia, anche la consegna dei premi di studio a una dozzina di giovani laureati, allievi o aspiranti che si sono distinti nei concorsi di quattro fondazioni. Eccone il doveroso elenco.
Per la Fondazione Ugo Tiberio: Giacomo Sansone, Marco Parentin, Fabio Fanucchi. Per la Fondazione Umberto Pugliese: Giovanni Rizzo, Nathan Bigi, Ettore Vinciguerra. Per la fondazione Pirro-Liguori: Giuseppe Macrì, Andrea D’Amico, Sara Zappitello, Sofia Arena, Mattia Proietti, Filippo Esposito e Cosimo Pieri.
Hanno concluso le allocuzioni dell’ammiraglio Berutti Bergotto e del generale Portolano ricordando tra l’altro l’alto prestigio dell’istituzione Accademia Navale: oggi è frequentata anche da decine di allievi provenienti da una trentina di Paesi diversi.











