«Semplificazione del trasporto marittimo, ora bisogna andare avanti»
Messina (Assarmatori): scelte sacrosante ma c’è ancora molto da fare

Stefano Messina, presidente di Assarmatori
ROMA. Ben venga il disegno di legge relativo alle semplificazioni che sburocratizzano (un po’) gli adempimenti nel settore del trasporto marittimo, ed è positiva la notizia che dopo il sì del Senato anche la Camera abbia dato il proprio via libera. L’Assarmatori ricorda di aver «a più riprese» caldeggiato questi provvedimenti «nel costante dialogo con le istituzioni per tutelare e implementare la competitività su scala internazionale di un comparto fondamentale per un Paese come l’Italia». E tuttavia – lo afferma Stefano Messina, presidente dell’organizzazione imprenditoriale – questo «deve essere il calcio d’inizio di un percorso che riporti la marittimità italiana a competere a livello globale, e non certo il fischio finale della partita». Tradotto: di strada da fare ce n’è ancora molta.
Del resto, lo ripetono dal quartier generale dell’associazione armatoriale, si scopre l’acqua calda a dire che «la bandiera italiana è in crisi da diversi anni». Beninteso, non in favore di bandiere di comodo di qualche paradiso fiscale, ma «a vantaggio di registri comunitari che offrono un apparato burocratico snello e completamente digitalizzato». Ecco, questa approvazione è «un passo avanti significativo per il nostro Paese in questo senso», dice Messina spiegando che si tratta di «misure a costo zero per le casse dello Stato», peraltro «molto importanti per le imprese di navigazione e per il lavoro marittimo».
Il riferimento è al fatto che «vengono rese strutturali le semplificazioni introdotte durante l’emergenza pandemica relativamente alle annotazioni di imbarco e sbarco e alle forme del contratto di arruolamento dei lavoratori marittimi, poi prorogate di anno in anno, con l’utilizzo di forme digitali e la possibilità di stipula in luoghi diversi da quello dell’armatore». A ciò si aggiunga che vengono messi in pista «il riordino e la semplificazione della disciplina del servizio sanitario a bordo delle navi mercantili, con particolare riferimento alle figure professionali sanitarie interessate» (altrimenti si dovrebbe continuare a guardare al Regio Decreto del settembre 1895, cioè 130 anni fa, in un contesto marittimo neanche lontanamente paragonabile a quello attuale.
Messina si dice «pienamente soddisfatto dell’esito di questo procedimento, che abbiamo seguito da vicino sin dall’inizio». Ma tiene a sottolineare che l’opera di sburocratizzazione dell’apparato amministrativo che regola il trasporto marittimo in Italia è solo agli inizi e «deve andare avanti senza ritardi».











