Taranto: il futuro del porto strizza l’occhio all’energia sostenibile
Firmata l’alleanza con Gse su incentivi, efficienza e autoconsumo

Da sinistra: Giovanni Gugliotti, presidente dell’Authority di Taranto e Vinicio Mosè Vigilante, amministratore delegato Gse
ROMA. L’Authority del porto di Taranto insiste nella propria scelta di puntare sull’energia come leva per far ripartire uno scalo alle prese con un calo estremamente brusco dei traffici dopo il riassetto delle scelte di alcuni grandi operatori internazionali: se nei mesi scorsi si è battuto il tasto dell’eolico offshore, stavolta l’istituzione portuale pugliese ha firmato a Roma una intesa con il Gestore dei Servizi Energetici (Gse). Obiettivo: far decollare una collaborazione istituzionale che nello scalo tarantino «promuova lo sviluppo sostenibile e supporti il processo di transizione energetica», come è stato sottolineato illustrando le ragioni dell’ “alleanza”.
Dal quartier generale dell’ente si tiene a mettere in risalto che Taranto è «il primo porto a livello nazionale ad aver siglato un accordo con il Gse in materia di transizione energetica», e questo vale come «conferma dell’azione che l’Autorità di Sistema Portuale – viene sottolineato – ha inteso sviluppare con l’obiettivo di beneficiare di un supporto istituzionale strategico nel processo di riconversione dello scalo jonico».
La firma dell’accordo, a cosa punta? Lo dice l’istituzione tarantina: in tandem con Gse ci si impegna ad «un percorso sinergico volto all’analisi e all’attuazione di azioni concrete per migliorare l’efficienza energetica, favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili e sostenere la mobilità sostenibile in ambito portuale». Da parte sua, l’Authority metterà a disposizione «dati, informazioni e supporto tecnico relativi al contesto portuale e infrastrutturale», mentre dal lato di Gse si fornirà «supporto tecnico-specialistico sulla normativa e sugli strumenti di incentivazione di competenza».
Una (tripla) sottolineatura a sé merita, da un lato, la possibilità di individuare opportunità derivanti dai meccanismi di incentivazione gestiti dal Gse e, dall’altro, l’aumento dell’efficienza energetica del patrimonio immobiliare dell’Autorità di Sistema così come, terzo aspetto, la promozione di configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile (Cacer).
Queste le parole di Vinicio Mosè Vigilante, amministratore delegato di Gse: «È un passo importante per accompagnare un’infrastruttura strategica del Paese nel percorso di decarbonizzazione e di modernizzazione energetica. Il Gse è pronto a sostenere il porto di Taranto con un contributo tecnico-specialistico che valorizzi le opportunità offerte dagli strumenti di incentivazione e dal quadro normativo attuale. Il nostro supporto sarà orientato a individuare soluzioni efficaci per l’efficienza energetica, la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’autoconsumo e la mobilità sostenibile, mettendo a disposizione dati, analisi e competenze maturate nella gestione delle principali misure a favore della transizione energetica. Ben venga l’attuazione di interventi concreti e replicabili, in grado di rafforzare la competitività dello scalo e di contribuire al miglioramento della sostenibilità ambientale dell’intero territorio».
Ecco la dichiarazione di Giovanni Gugliotti, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio: «Questo è un nuovo, importante tassello all’ambizioso progetto avviato dall’Authority e volto alla redazione di uno studio per la pianificazione delle aree portuali da dedicare a eventuali impianti per la produzione di energie rinnovabili. Stiamo lavorando con il mondo accademico e la rete di soggetti istituzionali coinvolti per muovere passi che auspichiamo possano essere decisivi nel percorso di consolidamento della strategia “verde” del porto di Taranto». Aggiungendo poi: «La sinergia con il Gse consentirà di integrare competenze, strumenti, risorse e incentivi per rendere il nostro scalo sempre più efficiente, competitivo e sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e con le sfide dell’Unione Europea in materia di transizione energetica e porti “verdi”».











