Al posto del deposito Eni che esplose nascerà una centrale fotovoltaica
A un anno dalla tragedia Calenzano ricorda le 5 vittime e chiede sicurezza

Esplosione deposito Eni di Calenzano
CALENZANO (Firenze). La tragedia di un anno fa è stata la terribile dimostrazione che lì quel deposito Eni non poteva più stare: l’esplosione ha causato la morte di cinque lavoratori (Davide Baronti, Franco Cirelli, Carmelo Corso, Vincenzo Martinelli e Gerardo Pepe) mentre altre trenta sono rimaste ferite. L’ex struttura per lo stoccaggio di prodotti petroliferi cambia completamente identikit e si trasforma in un polo di energie rinnovabili: lì dove sorgeva il deposito della multinazionale del “cane a sei zampe” sarà realizzata una grande centrale fotovoltaica da 20 Mwp, in grado di fornire energia elettrica sufficiente a soddisfare il fabbisogno di diecimila famiglie.
Quel deposito di carburanti, come riferisce “T24”, testata online della galassia confindustriale, si estendeva su 17 ettari ed era stato collocato lì alla metà degli anni cinquanta quando «nell’area non c’erano case e fabbriche ma solo campi e l’autostrada del Sole era ancora sulla carta».
È un cambio di destinazione d’uso che le istituzioni pubbliche, a cominciare dalla Regione Toscana, avevano immaginato già nell’immediatezza del gravissimo incidente sul lavoro: il progetto è stato presentato pubblicamente nel municipio di Calenzano nel corso di una iniziativa alla quale hanno preso parte il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, e per l’Eni Giuseppe Ricci, direttore del settore trasformazione industriale.
Sarà proprio Eni a pagare interamente la nuova realizzazione: secondo quanto indica la Regione Toscana, il progetto «avrà ricadute economiche positive sulla comunità, con il 5% del valore dell’energia prodotta che sarà ceduto al Comune». A ciò si aggiunga «la realizzazione di un impianto energetico a disposizione del polo sportivo di Calenzano».
Il deposito è stato dissequestrato dalla Procura di Prato nell’ottobre scorso, dice il giornale economico confindustriale. Adesso – si afferma – bisogna provvedere al “retropompaggio”, cioè prendere le 40mila tonnellate di carburanti ancora stoccate nei serbatoi di Calenzano e farli tornare indietro verso lo stabilimento di Livorno. Più tardi partirà la demolizione del deposito e la bonifica dell’area: una volta completata, saranno installati i pannelli fotovoltaici.
È da aggiungere che martedì 9, in occasione dell’anniversario della tragedia, Calenzano dedicherà la giornata alla commemorazione delle vittime e all’esigenza di richiamare l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.











