Authority Genova, Trasportounito chiede di puntare sulla continuità
Tagnochetti: finalmente il Port Community System è (ben) governato localmente

Matteo Paroli e Giuseppe Tagnochetti
GENOVA. Stavolta Trasportounito non protesta e nemmeno brontola o se la prende con qualcosa che non va: anzi, l’organizzazione dell’autotrasporto scende in campo a Genova per applaudire il fatto che «l’Autorità di Sistema Portuale torna a essere centrale nella riscossione delle tariffe per il Port Community System». Finalmente, «dopo l’esperienza fallimentare della piattaforma logistica nazionale nella gestione di questo sistema», in virtù dell’azione «avviata fin dal 2021, con non poche difficoltà, dalla struttura dirigenziale interna della stessa Authority, ha coinvolto in modo diretto l’autotrasporto a beneficio dell’intera comunità portuale».
Un sostegno «senza se e senza ma», con il coordinatore di Trasportounito Giuseppe Tagnochetti che invita esplicitamente il presidente Matteo Paroli, numero uno di Palazzo San Giorgio, a «proseguire su questa rotta». È Tagnochetti a parlare di «vera e propria rivoluzione». Non solo: c’è «la necessità di coinvolgere al più presto anche il terminal di Vado Ligure».
A giudizio di Tagnochetti, il ritorno del “Port Community System” (Pcs) dal ministero dei trasporti (ex Pln) sotto l’ombrello dell’Autorità di Sistema Portuale, «mediante la gestione tecnica di Liguria Digitale, società in-house della Regione Liguria», segna «un’evoluzione determinante»: un sistema “Pcs” «governato localmente, stabile, tecnologicamente avanzato e pienamente integrato rappresenta un’infrastruttura essenziale per assicurare efficienza e continuità a tutta la comunità logistico-portuale e competitività nei servizi alla merce», dice l’esponente dell’organizzazione di categoria.
In parallelo – afferma il coordinatore di Trasportounito – la scelta dell’istituzione portuale di «gestire direttamente la riscossione della tariffazione sulla merce per l’utilizzo del sistema telematico portuale garantisce trasparenza, certezza regolatoria di investimenti e risorse concentrati nello sviluppo dei servizi digitali e nell’efficientamento dei processi». Meglio così: si stoppano «forze centrifughe di utilizzo a favore di singole categorie di operatori», dice.
A tirar delle somme, è un plauso che suona anche come una strategia dell’attenzione a quel che si muove all’interno della nomenklatura dello stato maggiore dell’istituzione portuale genovese in una fase che Paroli sta studiando per decidere la “squadra” sulla quale puntare per far ripartire Palazzo San Giorgio dopo il terremoto giudiziario che l’aveva decapitato tempo fa.
Trasportounito non fa nomi né sponsorizza singole figure ma invita il presidente dell’Authority genovese a «investire sulla continuità del patrimonio tecnico e di direzione della struttura interna, unico in Italia per competenza, che con l’ordinanza adottata nel 2021 ha rivoluzionato il rapporto digitale tra autotrasporto e portualità». Non è tutto: «Occorre continuità e stabilità progettuale per portare a compimento l’ultimo miglio della digitalizzazione per i camion, quello che automatizza completamente ingressi, uscite e processi documentali e operativi dell’autotrasporto con l’abolizione della necessità per gli autisti di scendere dal camion, vero salto di qualità nella sicurezza, nella velocità delle operazioni e nell’ottimizzazione dei viaggi verso le destinazioni logistiche».











