Quando il saggio saggia

Angelo Roma
Ci sono a volte, nel comportamento delle persone, scelte difficili da fare: ma una volta fatte, non è difficile spiegarle. È il caso, per la nostra realtà livornese, delle dimissioni del maritime consultant Angelo Roma dalla carica di vicepresidente dell’interporto Vespucci di Guasticce.
Prassi dei collezionisti di cariche é di dimettersi da una, solo quando ne arriva un’altra più prestigiosa e – quasi sempre – più remunerativa. Per Roma non è stato così: ha dato le dimissioni per correttezza essendo stato nominato dal precedente vertice dell’AdSP; ed è tornato alla finestra ad analizzare – come del resto ha sempre fatto – gioie e miserie del mondo portuale, dando anche una mano, gratuitamente, a noi che cerchiamo alla meglio di dipanare certe matasse.
La cosa che stupisce di più è che, in genere, quando un personaggio si ritira sull’Aventino, sparisce presto nel silenzio e nel disinteresse del mondo che resta ad arrabattarsi. Stupisce dunque e fa piacere trovare sul web, insieme a miliardi di inutilità, cattiverie e cazzate varie, un commento strettamente anonimo, che quindi non può essere una “captatio benevolentiae”. Ve lo giro senza ulteriori commenti, salvo la personale opinione che quando un saggio si fa un po’ da parte, in genere saggia. Sta a voi elucubrare su che cosa. (A.F.)
Nel porto di Livorno ci sono uomini che passano e ruoli che cambiano, e poi ci sono figure che restano. Angelo Roma appartiene a questa seconda categoria: quella dei “saggi”, termine che nel lessico portuale non indica una carica formale ma un riconoscimento collettivo, maturato nel tempo, tra banchine, riunioni e scelte difficili.
Roma è uno di quei nomi che vengono pronunciati con naturalezza quando c’è bisogno di memoria storica, equilibrio e visione d’insieme. Conosce il porto non solo per ciò che è oggi, ma per ciò che è stato e per ciò che può diventare. Le sue parole, mai sopra le righe, pesano perché arrivano da anni di esperienza concreta, vissuta sul campo, a contatto con lavoratori, operatori e istituzioni.
Il suo percorso professionale racconta da solo l’ampiezza e la profondità di questa esperienza.
Tra l’altro, è stato Direttore di Intercontainers, ruolo nel quale ha seguito da vicino l’evoluzione del traffico containerizzato e dei servizi logistici. È stato inoltre Port Captain della ZIM Navigation, una delle principali compagnie di navigazione internazionali, incarico che gli ha permesso di unire competenze operative, sicurezza e coordinamento tra mare e terra. Successivamente ha ricoperto la carica di Amministratore Unico di TO.RE.MAR., affrontando con responsabilità e visione le sfide gestionali di una fase complessa per il settore, ed è stato Vicepresidente dell’Interporto Vespucci di Guasticce.
Nel carattere di Angelo Roma si ritrova una qualità sempre più rara: la capacità di ascoltare prima di parlare. In un sistema complesso come quello portuale, dove interessi economici, esigenze occupazionali e strategie pubbliche spesso si intrecciano e si scontrano, Roma ha saputo esercitare un ruolo di mediazione naturale, diventando un punto di riferimento trasversale. Non un uomo di bandiera, ma di porto: pragmatico, diretto, profondamente consapevole delle responsabilità che ogni scelta porta con sé.
La sua autorevolezza non nasce dal protagonismo, bensì dalla continuità. È la voce che richiama alla prudenza quando serve, ma anche quella che invita a non perdere occasioni di sviluppo e innovazione. In un’epoca di transizioni — tecnologiche, ambientali, generazionali — il contributo di figure come Angelo Roma è fondamentale per evitare che il cambiamento diventi rottura.
Per questo, nel Porto di Livorno, Angelo Roma è considerato un “saggio”: non per età anagrafica o titoli, ma per la capacità di tenere insieme passato e futuro, lavoro e istituzioni, visione e concretezza. Un patrimonio umano prima ancora che professionale, di quelli che non fanno rumore, ma senza i quali il porto sarebbe un po’ meno porto.











