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Battibecchi controlli e controllori

TRIESTE – Brutta faccenda, comunque la si prenda, questa del battibecco a distanza tra Marina Monassi, presidente del porto di Trieste, e Mauro Moretti, ad delle Ferrovie Italiane. Due personaggi entrambi con le contro-palle (e ci perdoni Marina) abituati a porgere le cose senza alcun guanto di velluto. Il che andrebbe anche bene se si trattasse di faccende private e non dei destini pubblici di un porto pubblico e con le relative proiezioni del sistema logistico dell’est europeo.
[hidepost]Da cronisti di periferia, non sappiamo né possiamo dare giudizi di merito: se abbia ragione Marina Monassi o se come dice Mauro Moretti l’Authority portuale triestina abbia cambiato totalmente le linee concordate dalle Ferrovie con le istituzioni e la stessa Port Authority. Però una riflessione ci sia consentita: comunque siano andate le cose, il piano del layout ferroviario del porto triestino è stato inviato a Moretti a fine dicembre: e che le Ferrovie non abbiano risposto in due mesi, nemmeno per dire quello che oggi la lettera di replica al nostro giornale afferma (cioè che sarebbero state totalmente stravolte le linee degli accordi precedenti) non ci sembra il modo migliore per cercare delle soluzioni: soluzioni di fondamentale importanza, ripetiamo, non solo per Trieste e per Fs ma anche per la logistica di mezza Europa.
La critica espressa dalla Monassi a Moretti, durante la visita della delegazione europea a Trieste con la titolare per la UE dei rapporti sui corridoi europei onorevole Ayala Sender e con l’europarlamentare italiana Debora Serracchiani, la dice lunga sull’importanza del “nodo” ferroviario triestino per la crescita della logistica europea. E Moretti non risponde nemmeno in due mesi perché non è d’accordo e si giustifica dicendo che gli hanno cambiato le carte in tavola?
Con tutto il rispetto per l’ad delle Ferrovie, che non è certo uomo da dormire sui problemi, c’è da chiederci chi controlla davvero a livello di governo nazionale quello che un servizio pubblico come le Ferrovie decide, sembra con eccessiva autonomia. Chi controlla chi. E magari chi controlla quello che dovrebbero controllare.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
20 Febbraio 2013

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