Costi minimi dell’autotrasporto il TAR rinvia alla Corte UE
E’ stato rilevato il dubbio sulla compatibilità delle norme italiane con i principi della libera concorrenza
ROMA – Con riguardo al noto ricorso presentato dalla Fedespedi insieme alla Confetra, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, dubitando della compatibilità dell’83-bis con il diritto dell’Unione, ha disposto con propria ordinanza il rinvio alla Corte di Giustizia Europea affinché si pronunci sulla compatibilità delle disposizioni nazionali che stabiliscono i costi minimi di esercizio nell’autotrasporto con le norme del trattato che tutelano la libertà di concorrenza, della libera circolazione delle imprese, della libertà di stabilimento e di prestazione di servizi.
[hidepost]In particolare, il TAR nelle sue motivazioni ritiene che: la determinazione autoritativa ed eteronoma di costi minimi di esercizio si risolve in una compressione indubitabile della libertà negoziale e quindi della libertà di concorrenza e delle libere dinamiche del mercato; dubita che la disciplina introdotta dall’art. 83-bis sia valutabile come congrua e proporzionata rispetto all’interesse pubblico tutelato dalla sicurezza stradale; la predeterminazione di costi di esercizio non costituisce l’unica e tanto meno risulta idonea a garantire la sicurezza stradale; la predeterminazione dei costi minimi ai fini della tutela della sicurezza stradale risulta contraddetta dalla possibilità di deroga agli stessi attraverso la stipula di accordi volontari.
“Alla luce di questo importante sviluppo – dice una nota di Fedespedi – si invitano le aziende associate a dare informazione alla segreteria generale di eventuali contenziosi in essere, al fine di offrire supporto e assistenza per ottenere la sospensione dei giudizi pendenti”.
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